ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07816

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 687 del 18/09/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/11640
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 18/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/09/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07816
presentata da
RITA BERNARDINI
martedì 18 settembre 2012, seduta n.687

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

secondo quanto riportato dall'Osservatorio permanente sulle morti in carcere, composto da Radicali italiani, redazione Radiocarcere, Redazione Ristretti orizzonti, associazione «Il detenuto ignoto», associazione «Antigone», associazione «A buon diritto», il 27 marzo 2011, Ilie Nita, 34 anni, romeno residente a Vigonovo (Venezia), si è impiccato nella sua cella del carcere di Santa Maria Maggiore, a Venezia. Era detenuto dallo scorso 10 febbraio, dopo essere stato arrestato dai carabinieri di Dolo con l'accusa di estorsione nei confronti della sua ex compagna, anch'essa romena, dalla quale con minacce e intimidazioni si sarebbe fatto consegnare, stando all'ipotesi accusatoria, 300 euro;

l'uomo, che si era sempre proclamato innocente, aveva già compiuto un gesto di grave autolesionismo che aveva costretto gli agenti della polizia penitenziaria a trasferirlo alcuni giorni in ospedale per le cure;

dopo il suo ritorno in cella, Ilie Nita era tenuto particolarmente d'occhio, ma gli organici nel carcere di Santa Maria Maggiore sono ridotti all'osso e in questo momento di sovraffollamento spesso c'è un solo un agente che deve tenere d'occhio ben cento detenuti;

nella circostanza il giovane rumeno ha approfittato del fatto che i suoi compagni di cella, dopo il pranzo, erano usciti in cortile per l'ora d'aria e anche l'agente del piano si era spostato per controllare il cortile: lui si è appeso alle sbarre e, intorno alle 15,30, quando i suoi due compagni sono rientrati hanno visto quel corpo appeso. Era ancora vivo, le sue gambe hanno lanciato gli ultimi spasmi: uno di loro l'ha sollevato, l'altro ha chiesto aiuto, ma alla fine non c'è stato nulla da fare. Sono accorsi gli agenti, hanno sciolto il nodo che ormai era stretto al collo, però pochi minuti dopo l'uomo è deceduto;

nel 2009 ci sono stati ben tre suicidi nel carcere di Santa Maria Maggiore ed un altro avvenne lo scorso 22 settembre, per il quale sono tuttora in corso indagini miranti ad accertare eventuali responsabilità;

tra i suicidi verificatisi nel carcere veneto quello che ha sollevato maggiore scalpore è stato quello del ventiseienne Mohamed P., marocchino, che si strangolò con un brandello di coperta il 6 marzo 2009 in una cosiddetta «cella liscia», priva di ogni appiglio e suppellettile, utilizzata per i detenuti a rischio suicidario ma, sembra, anche come punizione per gli indisciplinati. Per quella morte furono indagate diverse persone, tra cui l'ispettore di polizia penitenziaria Domenico Di Giglio, che quel giorno comandava gli agenti in servizio e che fu accusato di omicidio colposo. La vicenda finì con una ulteriore tragedia, poiché Di Giglio, nel frattempo messo in congedo per problemi psicologici, si toglie la vita il 27 settembre 2009 (a tre giorni dall'inizio del processo per la morte di Mohamed), dopo aver ucciso la moglie Emanuela Pettenò, 43 anni -:

se nei confronti del giovane Ilie Nita risulti siano state messe in atto tutte le misure di sorveglianza, protettive ed educative previste e necessarie;

se risulti coperto l'organico previsto per ogni ruolo operativo nel carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia;

se il numero degli educatori e degli psicologi assegnato presso la struttura penitenziaria veneziana risulti sufficiente a garantire i diritti delle persone ivi recluse. (5-07816)