ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07811

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 687 del 18/09/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/12476
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 18/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/09/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07811
presentata da
RITA BERNARDINI
martedì 18 settembre 2012, seduta n.687

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

domenica 19 giugno 2011 la prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo ha visitato il carcere di Bologna «La Dozza» assieme a Monica Mischiatti e ad Arcangelo Macedonio dell'Associazione Radicali Bologna;

nell'istituto bolognese erano presenti 1140 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 483 posti; gli uomini detenuti sono 1076 mentre le donne sono 66; i detenuti tossicodipendenti sono in tutto 279: 266 uomini e 13 donne; i detenuti stranieri costituiscono il 63 per cento della popolazione detenuta;

per quanto riguarda il corpo degli agenti di polizia penitenziaria, l'organico previsto dal decreto ministeriale 6 settembre 2001 era di 567 unità, mentre quello attualmente amministrato è di 518 unità, ma quello effettivo al netto di distacchi, missioni, aspettative e maternità è di 370 unità; in questa situazione il monte ore assegnato di circa 71.000 ore in un anno è assolutamente insufficiente a coprire il fabbisogno; infatti, nel 2010 il corpo ha garantito:

17.494 colloqui di detenuti con i loro familiari, per un totale di circa 60.000 ingressi;

17.031 colloqui telefonici (quasi 5.000 in più rispetto al 2009);

sono state effettuate 2.948 traduzioni e sono stati messi in movimento 4.345 detenuti; i detenuti piantonati presso luoghi esterni di cura sono stati 135 rispetto ai 98 dell'anno precedente. Le visite programmate o d'urgenza sono passate da 567 a 887; vi sono stati 2.035 ingressi comprensivi di detenuti nuovi giunti ed assegnati ad altri istituti nonché 2.046 uscite comprensive di detenuti trasferiti in altri istituti o rimessi in libertà;

quanto all'aspetto sanitario, il passaggio della sanità penitenziaria al servizio sanitario nazionale presenta ancora gravi carenze: in particolare, l'assistenza odontoiatrica e l'assistenza psichiatrica sembrano problemi irrisolvibili e ciò è particolarmente grave considerati i problemi che colpiscono l'apparato stomatologico dei detenuti e il disagio psichiatrico sempre più diffuso negli istituti penitenziari; persino medicine di prima necessità devono essere acquistate all'esterno e a spese dei detenuti; a volte, piccole emergenze come un forte mal di denti non possono essere affrontate tempestivamente perché gli infermieri non possono dare al detenuto un farmaco come l'Aulin senza prescrizione medica;

la fatiscenza dell'istituto «La Dozza» diviene sempre più allarmante perché anche i fondi della manutenzione ordinaria sono da tempo ridottissimi: il cattivo odore delle fogne ha accompagnato la delegazione per tutta la visita essendo state le fognature dell'istituto costruite in previsione di una popolazione penitenziaria più che dimezzata rispetto all'attuale; anche i locali che ospitano le docce sono in rovina con le mura piene di muschio di colore verde e nero; l'acqua calda non c'è per tutti ed è più che probabile che in estate - come accaduto l'anno scorso - l'acqua sia calda che fredda verrà a mancare del tutto;

quanto alle condizioni di vita dei detenuti, queste sono letteralmente indecenti: in celle fatiscenti di 11 metri quadri costruite per ospitare un detenuto, ce ne sono ammassati tre peraltro costretti a viverci per almeno 21 ore al giorno; i carcerati, anche i più indigenti (la stragrande maggioranza) sono costretti ad acquistare persino la carta igienica e i prodotti per l'igiene personale e per la pulizia delle celle; le possibilità di lavoro per i reclusi sono pochissime: nemmeno la carente «pianta organica per il lavoro dei detenuti», secondo la quale dovrebbero lavorare circa 260 detenuti, viene rispettata perché coloro che svolgono mansioni peraltro poco qualificanti, sono circa un centinaio; molti detenuti vivono lontanissimi dai propri familiari e raramente riescono a fare colloqui persino con mogli e figli;

sulla mancanza di lavoro in carcere, l'interrogante ritiene di dover segnalare una cella del carcere bolognese dove vivono tre giovani detenuti marocchini di 20, 26 e 31 anni (Said, Raduan e Ahmed), due dei quali appellanti e uno definitivo; i tre ragazzi magrebini hanno sistemato la stanzetta che li ospita con tocco quasi artistico: alle mura sporche hanno applicato - come fosse carta da parati - lenzuola riciclate di vari colori abbinati con gusto; inoltre, sempre munendosi di colla fatta con farina e acqua, carta e stoffa, hanno costruito un bellissimo lampadario, dei porta CD, e ganci appendi-tutto; durante tutto il tempo della permanenza della delegazione nella cella, i tre giovani non hanno fatto altro che ripetere «aiutateci a fare un lavoro; siamo bravi, sappiamo fare tutto, non lasciateci marcire qui dentro per 24 ore; noi non andiamo nemmeno all'aria per paura di provocazioni durante i passeggi che potrebbero farci prendere qualche rapporto»;

secondo l'efficientissimo comandante, il dottor Roberto Di Caterino, sono esauriti i fondi di tutti i capitoli di spesa necessari per l'amministrazione dell'istituto;

la prima firmataria del presente atto ha presentato altre interrogazioni sul carcere bolognese, in particolare la n. 4-08971 relativa ad un'altra visita ispettiva effettuata nell'ottobre del 2010, rimaste senza risposta -:

se sia a conoscenza di quanto rappresentato in premessa;

quali interventi urgenti intenda mettere in atto per riportare la capienza della casa circondariale di Bologna nei numeri regolamentari;

in che modo intenda affrontare la carenza del personale di polizia penitenziaria, carenza che incide fortemente sulle già scarsissime attività trattamentali;

se il monte ore delle ore di straordinario assegnato agli agenti sia - in rapporto alla popolazione detenuta - lo stesso in tutti gli istituti italiani e se sia possibile conoscerlo istituto per istituto;

se intenda assumere urgentemente iniziative per coprire e incrementare i capitoli di spesa esauriti, in particolare le risorse destinate al funzionamento stesso dell'istituto e a quelle che consentano maggiori possibilità di lavoro e di studio per i detenuti;

quali iniziative di competenza, anche sul piano del monitoraggio, si intendano mettere in atto per agevolare e rendere definitivamente efficace il passaggio dalla sanità penitenziaria al Servizio sanitario regionale del carcere «La Dozza»;

a quando risalga l'ultima relazione della ASL e cosa vi sia scritto in merito all'agibilità e al rispetto delle norme igienico-sanitarie dell'istituto bolognese;

quali provvedimenti urgenti si intendano adottare al fine di aumentare il numero delle linee telefoniche a disposizione dei detenuti in modo da renderlo adeguato all'elevato tasso di sovraffollamento presente nell'istituto di pena bolognese. (5-07811)