ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07795

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 685 del 13/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 13/09/2012


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 13/09/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 15/11/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 13/09/2012

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 15/11/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07795
presentata da
MAURO PILI
giovedì 13 settembre 2012, seduta n.685

PILI. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

domenica 26 agosto 2012 alle ore 22.30 i minatori della Carbosulcis occupavano la miniera di Nuraxi Figus, Gonnesa, nel Sulcis Iglesiente per sollecitare l'avvio delle procedure relative alla realizzazione del progetto integrato miniera - centrale - cattura e stoccaggio CO2 di cui all'articolo 11, comma 14, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, concernente «Disposizioni urgenti nell'ambito del piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale», così modificato dalla legge n. 99 del 2009: «14. Fermo restando quanto disposto dall'articolo 8, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1994 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 56 del 9 marzo 1994, la regione Sardegna assegna una concessione integrata per la gestione della miniera di carbone del Sulcis e la produzione di energia elettrica con la cattura e lo stoccaggio dell'anidride carbonica prodotta»;

due giorni dopo, il 28 agosto 2012, la struttura Enel delegata alle relazioni esterne, responsabile per gli affari istituzionali, predisponeva in tutta fretta una nota sul tema Sulcis con l'effetto ad avviso dell'interrogante di sminuire, disinformare e conseguentemente bloccare il progetto di cui al decreto del Presidente della Repubblica del 28 gennaio 1994;

tale struttura Enel guidata dal responsabile degli affari istituzionali avvocato Francesco Giorgianni, senior vice president, nelle stesse ore in cui i minatori erano impegnati in una durissima protesta con l'occupazione delle gallerie, predisponeva una nota denominata «considerazioni sul polo energetico del Sulcis» che, negli intenti dell'Enel, doveva bloccare la montante onda emozionale legata alla protesta dei pozzi e nel contempo indurre le forze politiche e istituzionali condizionate e/o condizionabili a depotenziare il progetto Sulcis;

negli uffici di viale Regina Margherita 137 a Roma, dove, secondo informazioni in possesso dell'interrogante, veniva redatta la nota richiamata, la struttura dei rapporti istituzionali aveva avuto dal management dell'Enel il preciso obiettivo di fornire dati macroscopici tesi a condizionare dichiarazioni di Ministri, rappresentanti istituzionali e politici sino alle più alte cariche dello Stato che in quelle ore erano intervenute direttamente sulla vicenda dei minatori della Carbosulcis;

in tal senso la nota veniva vistata dal responsabile degli affari istituzionali avvocato Giorgianni nella sera del 29 agosto 2012 con l'obiettivo di trasmettere a tutti i potenziali referenti istituzionali e politici la nota, sin dalla serata del 29 e della giornata del 30;

dalla mattina del 30 per l'intera giornata dalla mail dell'avvocato Francesco Giorgianni, (francesco.giorgianni@enel.com) la nota veniva trasmessa a vari uffici pubblici, sia per le vie brevi che a mano;

sin dalle prime parole della nota «Considerazioni sul polo energetico Sulcis» si lascia intendere l'obiettivo evidente di tutelare gli interessi dell'Enel a scapito del progetto Sulcis e infatti si parla di «diversi interessi afferenti al polo energetico del Sulcis Iglesiente»;

questa la premessa del documento inviato: «Nella presente nota si riassumono sinteticamente i diversi interessi afferenti al polo energetico del Sulcis Iglesiente e le posizioni di Enel al riguardo»;

la nota è articolata in 3 paragrafi: Alcoa; Eurallumina, Carbosulcis e progetto integrato;

per quanto riguarda l'Alcoa è espressamente scritto: «riguardo la vicenda Alcoa l'Enel è stata interessata per una possibile fornitura dedicata attraverso la centrale elettrica del Sulcis. La questione è stata approfondita in un tavolo tecnico dove si è dimostrato che tale soluzione non è perseguibile in quanto i soli cash cost della produzione, senza cioè nemmeno considerare una necessaria remunerazione del capitale investito, sono già dell'ordine dei 90 euro/MWh contro i circa 75 euro/MWh di mercato. Alcoa, grazie ai meccanismi regolatori vigenti, si approvvigiona di energia elettrica a prezzi in linea con la media europea per il settore dell'alluminio (33 euro/MWh). Per raggiungere questa competitività nel costo dell'energia è necessario che si proroghino/implementino interventi della stessa natura di quelli in essere (interrompibilità, interconnector)»;

per quanto riguarda l'Eurallumina è scritto: «Enel è stata interessata per la possibile fornitura di vapore necessaria ai loro processi industriali. Il tavolo tecnico che ne è conseguito ha analizzato nel dettaglio tutte le possibili soluzioni, tra le quali la costruzione di una caldaia ad hoc da parte di Eurallumina nel proprio perimetro di impianto risulta essere la più efficace da un punto di vista tecnico, gestionale ed economico. Enel conferma la propria disponibilità a fornire carbone per il funzionamento della nuova caldaia al proprio costo di approvvigionamento, trasporto e movimentazione franco punto di consegna, mettendo a disposizione la propria struttura logistica»;

per quanto riguarda la Carbosulcis e progetto integrato è scritto nella nota: la miniera di carbone del Sulcis Iglesiente ha una storia produttiva complessa, la struttura geologica associata alla pessima qualità del carbone estratto (basso potere calorifico, alto contenuto in zolfo e ceneri) rendono l'estrazione del carbone del tutto anti-economica»;

«di seguito - prosegue la nota - si riportano i principali parametri che descrivono la qualità del carbone del Sulcis confrontati con quello importato per la centrale esistente»;

Parametro Carbone Sulcis Carbone importato
Potere calorifico inferiore kcal/kg 5.000 5.000
Zolfo
% 6 0,6
Ceneri
% 16 6
Temperatura fusione ceneri
oC 1.250 1.340
«per rendere industrialmente compatibile il mantenimento in produttività della miniera (e dei relativi livelli occupazionali) - prosegue la nota - la soluzione individuata sin dal 1994 è quella di realizzare una nuova centrale a carbone che garantisca un adeguato consumo di carbone locale e con prestazioni ambientali all'avanguardia tali da giustificare un ritiro dell'energia a prezzi analoghi a quelli garantiti per lo sviluppo delle energie rinnovabili dal provvedimento CIP6/92»;

negli anni Novanta (a partire dal decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1994) si è ricercata tale soluzione con lo sviluppo di una centrale - afferma la nota - che puntasse sulla gassificazione del carbone (IGCC) ma i rischi connessi all'implementazione industriale di tale tecnologia hanno fatto sì che nessun operatore la ritenesse concretamente realizzabile»;

la legge n. 80 del 2005 - prosegue l'Enel - ha cercato di superare tale criticità, allargando anche ad altre tecnologie la logica del decreto originario a patto di ottenere performance ambientali equivalenti e da questa legge derivò poi un bando di gara internazionale promosso a dicembre 2006 dalla regione Sardegna»;

«Enel, - afferma la nota - pur avendo dedicato uno sforzo particolare in termini di risorse allocate alla valutazione dell'iniziativa ed avendo contattato potenziali partner con cui intraprendere il progetto, decise nel 2007 di non presentare l'offerta al citato bando di gara, che peraltro andò completamente deserto a testimonianza della criticità economico-industriale del progetto stesso»;

«a valle di alcune indicazioni pervenute nel frattempo dalla Commissione europea, continua in quella che all'interrogante appare un'opera di disinformazione la struttura Enel - che aveva comunque chiarito che con ogni probabilità non avrebbe approvato lo schema del bando di gara in quella forma, la vicenda è stata di nuovo contestualizzata con la legge 99/09 che ha rimosso le condizioni di fornitura di energia elettrica a costo ridotto per le imprese industriali della zona e ha invece introdotto l'obbligo di realizzare un sistema di cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica prodotta dall'impianto (CCS)»;

«in ogni caso resta centrale il tema del riconoscimento di una remunerazione CIP6 all'impianto - continua secondo l'interrogante a disinformare e screditare la nota dell'Enel - (400 M€/anno per i primi 8 anni, 150 M€/anno negli anni successivi), che aldilà dell'onerosità risulta fragile in termine di accettabilità europea (aiuti di Stato, vedi procedura di infrazione C36/2008)»;

«si sottolineano - ribadisce ulteriormente la "velina" di viale Regina Margherita - quindi i consistenti rischi dell'iniziativa, dalla parte dei ricavi per la fragilità dello schema di incentivazione, e dalla parte dei costi e rischi industriali per le difficoltà estrattive connesse alla miniera ed alle incertezze legate ai progetti CCS»;

la disinformazione e la distorta rappresentazione dei dati raggiungono, ad avviso dell'interrogante, il livello più alto della nota quando essa affronta i costi del progetto integrato nuova centrale + impianto CCS sostenendo che «la realizzazione di una nuova centrale a carbone da 660 MW nel Sulcis comporta un costo del 30 per cento più alto rispetto a impianti più grandi come Civitavecchia o Porto Tolle (1980 MW), non potendo beneficiare delle economie di scala. L'investimento diventa ancora più oneroso se si aggiunge la CCS alla nuova centrale. Guardando a progetti CCS simili, occorrerebbe investire circa altri 1,2 miliardi di euro per l'impianto, oltre a circa 100 milioni di euro l'anno in più per i costi gestionali»;

è sufficiente richiamare alcuni dei dati riportati nella nota per comprendere la distorta rappresentazione della situazione e il tentativo ad avviso dell'interrogante maldestro di manipolare la realtà;

il documento dei manager dell'Enel, che doveva restare segreto, inviato a vari organi istituzionali forniva un quadro ad avviso dell'interrogante alterato di tutti i dati relativi al progetto energetico del Sulcis;

si trattava di quella che all'interrogante appare una vera e propria azione di «killeraggio» politico, economico e industriale messa in campo da soggetti ben individuati dell'ente di Stato, un'operazione maldestra giocata sulla pelle dei lavoratori e della Sardegna pur di continuare ad esercitare un'azione devastante di monopolio sull'isola;

tra il 29 e il 30 agosto, durante le fasi più concitate dell'occupazione mineraria, il manager delegato ai rapporti con le istituzioni avrebbe avuto l'input superiore di predisporre un dossier «avvelenato» per indurre Ministri e esponenti politici non solo a denigrare ma a bocciare come antieconomico e insostenibile il progetto della Carbosulcis;

l'avvocato Francesco Giorgianni, senior vice president responsabile degli affari istituzionali dell'Enel, direttamente dalla sua posta elettronica trasmetteva a più riprese il dossier e in alcuni casi lo stesso veniva caldeggiato su più tavoli;

l'Enel dunque, per quanto consta all'interrogante, agiva attraverso il suo delegato ai rapporti istituzionali per indurre esponenti politici e uomini delle istituzioni a rappresentare numeri falsi, destituiti di ogni fondamento pur di affossare i progetti sardi;

risultavano dati che all'interrogante appaiono palesemente inventati, come il costo dichiarato dall'Enel nel dossier di 400 milioni di euro all'anno per 8 anni per la centrale elettrica a fronte di costi reali di meno della metà. Tre miliardi e duecento milioni di euro a fronte di un costo reale di un miliardo e mezzo;

l'Enel, dunque, pur di screditare il progetto, in quelle ore di concitata occupazione della miniera, divulgava con una nota una cifra del tutto non corrispondente alla realtà con il solo obiettivo di far giungere ai propri referenti nelle istituzioni dati tali da far respingere il progetto a suon di dichiarazioni mediaticamente utili a proteggere l'Enel e i suoi interessi a scapito di quelli della Sardegna;

nella «velina elettrica» dell'Enel si cita la realizzazione di una nuova centrale a carbone da 660 megawatt dichiarando un costo superiore a Civitavecchia o Porto Tolle del 30 per cento, anche in questo caso una cifra che all'interrogante risulta infondata;

nel progetto Sulcis la centrale è disciplinata dal decreto del Presidente della Repubblica del 1994 che fissa un tetto minino di 350 megawatt e un massimo di 450 megawatt. Si tratta anche in questo di dati secondo l'interrogante infondati inviati nei gangli delle istituzioni con l'effetto di mettere fuori gioco il progetto integrato Miniera - centrale Sulcis - cattura e stoccaggio CO2;

nel dossier l'Enel affronta, poi, la realizzazione degli impianti per la cattura e lo stoccaggio di CO2 per i quali, secondo il dossier, occorrerebbe investire 1,2 miliardi di euro quando invece il progetto sardo ne prevede la metà. Anche in questo caso si tratta secondo l'interrogante di un palese tentativo di mettere in cattiva luce il sistema integrato della miniera - centrale - cattura e stoccaggio CO2 a fronte di un costo della centrale di Porto Tolle dell'Enel di fatto uguale a quello sardo;

risultano ad avviso dell'interrogante imbarazzanti e addirittura vergognose le argomentazioni pseudo giuridiche sull'incentivazione proposte nel dossier: quando si afferma che «la Commissione Europea aveva chiarito con ogni probabilità che non avrebbe approvato lo schema del bando» si manifesta a giudizio dell'interrogante la totale insipienza di questo dossier proprio perché se l'Unione europea avesse «chiarito» non si sarebbe dovuta usare la formulazione «con ogni probabilità»;

appaiono, infine, sul versante Carbosulcis, davvero esaustive le considerazioni finali dove si «sottolineano i consistenti rischi dell'iniziativa, dalla parte dei ricavi per la fragilità dello schema di incentivazione e dalla parte dei costi e rischi industriali per le difficoltà estrattive connesse alla miniera ed alle incertezze legate ai progetti CCS»;

resta da domandarsi per quale motivo l'Enel si preoccupa così tanto dei costi e dei rischi industriali, per quale motivo si sente in dovere e in diritto di censurare l'incentivazione, la stessa che dovrebbe utilizzare a Porto Tolle;

ci si chiede per quale motivo reputi incerti i progetti legati alla cattura e stoccaggio della CO2 se sono gli stessi che deve realizzare a Porto Tolle;

quasi a prevenire le azioni successive dei lavoratori dell'Alcoa l'Enel apre nel dossier «anti Sardegna» un capitolo Alcoa dove afferma che la centrale Sulcis è antieconomica perché ha un costo della produzione di 95 euro a MWh, senza calcolare, dice il dossier, la remunerazione del capitale investito, a fronte di circa 75 euro a MWh di mercato;

dati che, secondo l'Enel, renderebbero impossibile un contratto bilaterale con Alcoa;

resta da domandarsi per quale motivo quella centrale abbia costi così elevati; per quale motivo abbia una così scarsa redditività; per quale motivo si scarichi quell'inefficienza tutta sul sistema sardo e del Sulcis e non sull'intero territorio nazionale; se sia forse responsabilità dei lavoratori di Alcoa o dell'Eurallumina se l'Enel ha impianti inefficienti -:

se i Ministri interrogati abbiano ricevuto tale dossier, in qualsiasi forma, cartacea o elettronica, o se ne fossero venuti a conoscenza e in quale modo;

se i dati in loro possesso relativamente alle questioni affrontate corrispondano a quelli del dossier;

se intendano fornire i dati reali rispetto ai progetti presentati nei rispettivi dicasteri;

se intendano esprimere, in che tempi e con quali procedure, un parere conforme alle norme vigenti relativamente al sistema integrato miniera - centrale e cattura e stoccaggio CO2 così come previsto dalle leggi in materia a partire dal decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1994;

se intendano dare piena attuazione alle previsioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 gennaio 1994, con particolare riferimento alle fonti di finanziamento e ai meccanismi di incentivazione previsti;

se intendano dare piena attuazione alle disposizioni di tale decreto del Presidente della Repubblica in relazione al fatto che il dimensionamento della centrale deve attestarsi rispetto ad un minimo e un massimo stabilito nel decreto;

se intendano ridimensionare il progetto a favore di progetti intervenuti successivamente rispetto a quello già decretato nel 1994 violando così ad avviso dell'interrogante il principio che tutela gli atti assunti precedentemente a quelli ultimi.(5-07795)