ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07753

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 681 del 06/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: MURER DELIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/09/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 06/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 06/09/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07753
presentata da
DELIA MURER
giovedì 6 settembre 2012, seduta n.681

MURER. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:

il 6 luglio del 2012 il Governo ha approvato il decreto-legge n. 95 (GU n. 189 del 14 agosto 2012 - Suppl. Ordinario n. 173) recante «Disposizioni urgenti per la riduzione della spesa pubblica a servizi invariati» convertito con modificazioni dalla legge n. 135 del 2012;

tale decreto è stato convertito in legge prima al Senato e poi, lo scorso 8 agosto 2012, con il voto di fiducia, alla Camera dei deputati;

le misure approvate contengono interventi di riduzione della spesa in vari settori della pubblica amministrazione; tra questi ci sono disposizioni urgenti per l'equilibrio del settore sanitario e misure di governo della spesa farmaceutica;

tutti i tagli, secondo le intenzioni del Governo (fin dal titolo del provvedimento), non dovrebbero in teoria comportare «varianza dei servizi per i cittadini», anche se le misure adottate per il servizio sanitario, ispirate da una logica prevalentemente economica e basate su tagli di risorse di carattere lineare, rischiano di mettere a repentaglio la sostenibilità dello stesso Servizio sanitario nazionale e l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza;

la stessa programmazione delle spese sanitarie avviene sulla base di riduzione di risorse che non sono state previamente concordate né con le regioni, né con gli enti locali, mettendo così in discussione un sistema pattizio che finora ha permesso di tenere sotto controllo l'andamento della spesa sanitaria;

alcune misure, nello specifico, vanno ad incidere non solo sui servizi erogati ma anche sui livelli occupazionali di cooperative sociali di tipo A e di tipo B, comportando disagi tra i lavoratori, molti dei quali soggetti svantaggiati avviati al lavoro dentro un percorso di inclusione sociale;

alle cooperative sociali di tipo A, impegnate nella gestione di servizi sociosanitari per conto di aziende sanitarie locali, in seguito al provvedimento denominato spending review, stanno pervenendo richieste di riduzione degli importi senza possibilità di rinegoziazione pari al 5 per cento degli appalti, che si traduce inevitabilmente in un grave disagio per i lavoratori dal momento che le cooperative hanno davanti due strade: licenziare un lavoratore ogni cinque oppure praticare un taglio lineare dell'orario di lavoro, e quindi delle stipendio, del 20 per cento, con una misura di solidarietà interna che ancora una volta vede penalizzati i lavoratori;

alle cooperative sociali di tipo B, che avviano al lavoro soggetti svantaggiati in settori di multiservizio (pulizie, manutenzioni, eccetera), in seguito al provvedimento denominato spending review, stanno pervenendo comunicazioni per la rinegoziazione dei contratti con tagli dei corrispettivi del 20 per cento, che talvolta si sommano al 5 per cento di cui sopra, configurando per i lavoratori una situazione insostenibile; per molti di loro non c'è alternativa al licenziamento e, configurandosi in molti casi rapporti di lavoro flessibile e atipico, in alcune situazioni mancano anche gli ammortizzatori sociali;

bisogna ricordare che le cooperative sociali sono soggetti d'impresa che si configurano come organizzazioni non lucrative di utilità sociali (Onlus), svolgendo oltre ad un'attività di impresa, anche una funzione sociale; in particolare, le cooperative sociali di tipo B avviano al lavoro soggetti problematici, che hanno trovato nell'occupazione una risorsa non solo economica ma personale, psicologica, motivazionale per uscire da situazioni di svantaggio cronico; in questi casi, la perdita del lavoro si traduce non solo in un problema economico ma in un dramma personale, con il rischio di far scivolare migliaia di persone, di nuovo, verso situazione di marginalità;

in sede di approvazione, alla Camera dei deputati, del disegno di legge di conversione del decreto-legge denominato «Spending review» è stato accolto un ordine del giorno con la prima firma della sottoscritta che impegnava il Governo a «monitorare gli effetti applicativi delle disposizioni citate in premessa al fine di valutare l'opportunità, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica, di escludere espressamente dall'obbligo del ricorso alle procedure d'appalto le associazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) che operano nel campo socio assistenziale e dell'accoglienza agli immigrati nonché nella rinegoziazione dei contratti nel settore sanitario le cooperative di tipo b vista la loro valenza sociale nel rinserimento lavorativo delle persone svantaggiate -:

se sia a conoscenza di quanto sopra esposto, se non ritenga grave che la logica del taglio lineare nei servizi socio assistenziali si traduca in tagli all'erogazione di servizi all'utenza, se non consideri grave che i tagli alle risorse, con la rinegoziazione dei contratti, si traducano in tagli occupazionali alle cooperative sociali; se non ritenga, infine, di intervenire rapidamente per sanare tali questioni che rischiano di acuire, sul fronte del lavoro e del welfare, gli effetti di una crisi che sta già seminando povertà e disagio nel Paese. (5-07753)