FADDA, CALVISI, MARROCU, MELIS, ARTURO MARIO LUIGI PARISI, PES e SCHIRRU. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:
come è evidenziato dalla stampa locale e nazionale si fa sempre più drammatica la situazione dei minatori della Carbosulcis che stanno rispondendo alla possibile perdita dei propri posti di lavoro con una occupazione della miniera di Nuraxi Figus presidiata dalla notte del 26 agosto;
la disperazione degli stessi minatori fa pensare a possibili gesti di protesta inconsulti ed eclatanti;
la Sardegna è colpita da una crisi che investe più che in qualsiasi regione un intero assetto produttivo e occupazionale localizzato sopratutto nel territorio del Sulcis dove lo smantellamento costante delle sue industrie - sia di trasformazione, quali Euroallumina e Alcoa, sia estrattive - sta determinando un disagio sociale giunto oramai a livelli di preoccupazione non più accettabili e che destano serio allarme sociale;
le prospettive di utilizzo della miniera di Nuraxi Figus in un'ottica di attività estrattiva strategica e fonte energetica nella totale disponibilità del sistema energetico regionale, sono strettamente legate alla valorizzazione del sito minerario attraverso gli indispensabili sviluppi tecnologici ed eco sostenibili programmati all'interno della realizzazione del polo tecnologico europeo «Zero Emission» che avrà la finalità di mantenere i livelli occupazionali della miniera stessa in un'area in difficoltà estrema dal punto di vista socio-economico;
Carbosulcis è una società della regione Sardegna rimasta unica nel Sulcis ed in tutta Italia nella gestione dell'attività estrattiva del carbone, fonte energetica fondamentale, il cui impatto ambientale può essere ridotto fino a quasi emissioni zero grazie alle nuove tecnologie, economicamente anche vantaggiose;
il potenziale produttivo della struttura è di 1.500.000 tonnellate di carbone mercantile all'anno e le riserve stimate del giacimento carbonifero ammontano ad oltre 2 miliardi di tonnellate;
la società ha investito risorse per intensificare le proprie attività di ricerca per migliorare i sistemi di estrazione ed implementare le produzioni combustibili fossili;
già il decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1994, nell'ambito di un piano di disinquinamento del territorio del Sulcis-Iglesiente, prevedeva, ai fini dello sviluppo del bacino carbonifero del Sulcis, una concessione integrata per la gestione della miniera di carbone e la realizzazione e gestione di nuovi impianti di gassificazione per la produzione di energia elettrica a ciclo combinato con una potenza netta compresa tra 350 e 450 megawatt nonché per la cogenerazione dei fluidi caldi e assicurava al concessionario l'acquisto dell'energia elettrica prodotta, a prezzi stabiliti, e una serie di agevolazioni finanziarie;
il progetto prevedeva l'uso di tecnologie pulite di tipo avanzato per l'utilizzo del carbone e la realizzazione di un impianto IGCC (ciclo combinato di gassificazione integrata) nel comune di Portoscuso di potenza elettrica netta di 450 MWE, con l'utilizzo prevalente del carbone proveniente dalle miniere del Sulcis;
lostesso decreto del Presidente della Repubblica stabiliva che l'ENEL, anche in considerazione di quanto previsto dalla legge 27 giugno 1985, n. 351, articolo 4, comma 1, acquistasse il carbone prodotto, nella misura massima impiegabile da ENEL nella centrale convenzionale Sulcis, ad una tariffa incentivata di 160 lire per chilowattora per i primi otto anni di esercizio, mentre per i successivi anni di esercizio il prezzo stabilito era quello previsto dalla delibera CIP n. 6 del 29 aprile 1992;
dal gennaio 1996 la Carbosulcis Spa, titolare della concessione mineraria «Monte Sinni» per la coltivazione del giacimento carbonifero del Sulcis, è stata trasferita alla regione Sardegna che avrebbe dovuto guidare la transizione verso la definitiva privatizzazione;
ilprocesso di privatizzazione della miniera si protrae, ormai, da anni ed è stato particolarmente travagliato a seguito delle numerose inadempienze sia del governo regionale che di quello nazionale;
il progetto della centrale a carbone gestita insieme alla miniera, ripreso con la legge n. 80 del 2005, ha subito l'ennesimo ritardo in seguito all'apertura, da parte dell'Unione europea, di una procedura di infrazione che configurava la sovvenzione pubblica, prevista per la costruzione e il funzionamento della centrale a carbone, e l'impegno dell'ENEL ad acquistare l'energia a prezzi maggiorati, aiuti di Stato;
si stanno registrando gravissimi ritardi di attuazione della legge n. 99 del 2009, varata sia per sanare la procedura di infrazione comunitaria sulla privatizzazione della Carbosulcis sia per attuare il progetto miniera-centrale elettrica con il valore aggiunto dello stoccaggio dell'anidride carbonica «ad emissioni zero», e che, ad oggi, rappresenta l'unica possibilità di sopravvivenza del giacimento carbonifero;
in attesa della pubblicazione degli atti della gara internazionale per la realizzazione del progetto, all'incremento della attività estrattiva del carbone del Sulcis potrebbe utilmente affiancarsi l'applicazione di una nuova tecnica (la «lisciviazione» del carbone) che abbattendo la presenza dello zolfo contenuto nel carbone del Sulcis, ne ridurrebbe l'impatto ambientale non solo in termini di emissioni di gas e fumi, ma anche di residui della combustione (ceneri e gessi) da conferire in discarica;
l'investimento nella applicazione del processo di lisciviazione, a valle della estrazione del carbone, potrebbe essere sostenuto anche da aiuti pubblici, in linea con la decisione del Consiglio europeo del 10 dicembre 2010, che per le miniere di carbone consente gli aiuti per la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione, gli aiuti per la tutela dell'ambiente e gli aiuti per le attività di formazione;
l'aumento delle quantità di carbone estratto dai giacimenti sardi, e successivamente processato secondo la tecnologia brevettata da Carbosulcis spa, può ampliare la disponibilità di una fonte energetica nazionale, la cui utilizzazione più intensa contribuisce alla sicurezza degli approvvigionamenti -:
quali interventi urgenti intenda adottare il Governo, in ordine alla soluzione delle problematiche clamorosamente evidenziate dalla vertenza dei minatori del Sulcis;
quali provvedimenti ulteriori il Governo ritenga necessari al fine di dare immediata attuazione alla legge n. 99 del 2009 che consente appunto la costituzione nel Sulcis del polo tecnologico europeo dell'energia «zero emission»;
se il Governo ritenga di doversi avvalere della facoltà assegnata agli Stati membri dell'Unione europea di disporre la priorità al dispacciamento di energia elettrica prodotta da impianti di generazione alimentati, in misura anche non esclusiva, da carbone nazionale, introducendo esplicitamente tale previsione nel decreto legislativo che recepisce la direttiva 2009/72/CE, al fine di rafforzare la sicurezza negli approvvigionamenti energetici. (5-07736)