BINETTI, NUNZIO FRANCESCO TESTA e DE POLI. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
i problemi legati alla nascita in Italia sono particolarmente critici. Il caso del bambino deceduto all'ospedale San Giovanni è una chiara prova che questi episodi non possono essere circoscritti semplicisticamente al novero degli «errori umani»;
in Italia un gruppo di medici ha creduto fortemente nelle potenzialità della medicina neonatale ed ha creato strutture idonee all'assistenza del neonato patologico, le oggi famose terapie intensive neonatali;
ciò ha comportato un impegno intenso ed anni di sacrifici, spesi per la formazione, in moltissimi casi avvenuta in centri esteri, e per la costruzione ed organizzazione di quanto necessario per assistere il neonato. Ne è una prova la consistente riduzione della mortalità neonatale osservata negli ultimi anni fino a giungere a valori perfettamente in linea con i risultati ottenuti nei paesi più avanzati;
tutto questo è avvenuto su basi sostanzialmente volontaristiche senza che ci fosse percezione del fenomeno all'esterno. Questo mondo, che ancora oggi spinge giovani medici a scegliere la neonatologia come professione, rinunciando a scelte sicuramente più remunerative, viene vanificato, annullato ed in qualche modo deriso da quanto si apprende essersi verificato nell'ospedale San Giovanni di Roma: non si tratta solamente di errore umano che ha portato alla morte di un bambino - cosa già gravissima di per sé - ma, si tratta a parere degli interroganti di una situazione molto ambigua che contrasta con la professionalità specifica dei medici neonatologi specialisti di terapia intensiva;
dal triste errore umano e dalle sue drammatiche conseguenze emerge, secondo gli interroganti, che è mancata la competenza specifica del personale preposto e c'è il rischio che questo si possa ripetere, stante la situazione generale della sanità nazionale e del Lazio in particolare;
non si può risparmiare ignorando l'alta specializzazione che certe funzioni richiedono, soprattutto quando la tempestività e la qualità dell'intervento sono essenziali per la sopravvivenza;
il fatto che il responsabile ad interim della terapia intensiva neonatale sia una ginecologa, nominata dai vertici dell'ospedale, lascia presupporre, ad avviso degli interroganti che il responsabile o i responsabili di tale scelta ignorino quali siano le competenze necessarie per dirigere una Terapia intensiva neonatale;
negli ultimi giorni si è affidata la Terapia intensiva neonatale al primario del dipartimento emergenza e accettazione (D.E.A), con delega di rivisitazione dei protocolli diagnostici - assistenziali al primario di emato-oncologia, continuando ad ignorare la specificità delle cure intensive neonatali, che sicuramente non possono essere affrontate da specialisti di altra area;
è evidente la necessità di avere una Terapia intensiva neonatale efficiente in ogni punto nascita, per impedire drammatici eventi; Purtroppo, non sempre i reparti di ginecologia di piccoli ospedali hanno una Terapia intensiva neonatale -:
quali urgenti iniziative intenda adottare per difendere la neonatologia italiana e le sue realizzazioni, in che modo intenda operare - in accordo con la Conferenza Stato-regioni - al fine di intervenire sul tema modificando scelte che ostacolano il raggiungimento degli obiettivi per i quali sono state effettuate e se non ritenga necessario promuovere l'istituzione in ogni punto nascita di una Terapia intensiva neonatale. (5-07587)