BIASOTTI. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
- Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi Poste italiane s.p.a. presentato all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, un rapporto riguardante gli uffici postali e le strutture di recapito che non garantiscono equilibrio economico, definite antieconomiche, che sono passibili di chiusura e riduzione dei giorni di apertura o di orario;
all'interno del suesposto documento sono indicate strutture dislocate su tutto il territorio ligure ed in particolare figurano alcuni uffici postali e strutture di recapito per la provincia di La Spezia: Comuneglia (Varese Ligure), Beverino, Canavella Vara (Beverino), Bastremoli e Valdurasca (Follo), Torza (Maissana), Vezzano Ligure (Vezzano Ligure), Biassa, Pitelli e Muggiano (La Spezia), Fezzano (Porto Venere), La Serra e Tellaro (Lerici); per la provincia di Savona: San Bernardo e Santa Giustina (Stella), Olba (Urbe), Alpicella (Varazze), Bardino Nuovo e Bardino Vecchio (Tovo S. Giacomo), Bragno, Ferrania e Rocchetta (Cairo Montenotte), Cadibona (Quiliano), Ellera (Albisola Superiore), Gorra e Varigotti (Finale Ligure), Santuario (Savona), Cengio1, Caragna (Calizzano), Paolo (Sassello), Valle di Murialdo (Murialdo); per la provincia di Imperia: Moglio (Alassio), Borghetto San Nicolò (Bordighera); per la provincia di Genova: Genova Fabbriche e Campi (Genova), Calvari (San Colombano Certenoli), Gorreto (Gorreto), Isolona (Orero), Meco e Moranego (Davagna), Parazzuolo (Rezzoaglio), Cavi (Lavagna), San Rocco di Camogli (Camogli), Santa Vittoria di Libiola (Sestri Levante), Ponte di Savignone (Savignone);
i sindacati a seguito di quanto rilevato dal medesimo rapporto, ipotizzano che Poste Italiane sia intenzionata a tagliare circa 700 posti di lavoro nel solo comune di Genova e di questi 500 sarebbero postini, con la conseguenza, ove si verificasse, che il comune di Genova sarebbe privato di un portalettere su quattro;
a giudizio dell'interrogante, il documento presentato da Poste Italiane, che intende riorganizzare il sistema postale italiano regione per regione, potrebbe rideterminare il riassetto del servizio postale nella regione Liguria indicativamente nel mese di ottobre 2012;
all'interno della tabella del medesimo documento, alla voce intervento previsto, risulta essere indicata per i suesposti 45 uffici postali la parola «chiusura»,in zone dell'entroterra, già colpite da perdite di servizi;
il suesposto scenario, ove dovesse verificarsi, a giudizio dell'interrogante, costringerà gli abitanti dei suesposti comuni, a recarsi in zone maggiormente servite, provocando notevoli disagi, in particolare nei riguardi della popolazione anziana e dei pensionati, costretti a lunghi tragitti per raggiungere gli uffici postali;
l'interrogante segnala inoltre che, con l'adozione della direttiva 2008/6/CE, si è stabilito il principio che prevede che ogni Stato membro debba garantire che gli utilizzatori godano del diritto a un servizio universale corrispondente ad un'offerta di servizi postali di qualità determinata, forniti permanentemente in tutti i punti del territorio a prezzi accessibili a tutti gli utenti;
è opportuno evidenziare conseguentemente, con riferimento anche alla predetta direttiva europea, che, nel caso in cui Poste Italiane dovesse procedere alla riorganizzazione a livello nazionale dei propri uffici postali ed in particolare nella regione ligure, a giudizio dell'interrogante, si determinerebbe un'evidente inosservanza della medesima direttiva, configurando l'ipotesi di un probabile procedimento d'infrazione nei confronti dell'Italia -:
se sia a conoscenza del piano riorganizzativo intrapreso da Poste Italiane s.p.a. nonché degli elementi in esso contenuto e quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, intenda intraprendere per mantenere un livello essenziale idoneo di servizio postale sul territorio ligure e per scongiurare gli effetti negativi sull'occupazione. (5-07558)