BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Ansa il 30 marzo 2012, un detenuto romeno di circa 40 anni si è ucciso impiccandosi nel bagno della sua cella nel carcere di Taranto con una corda ricavata dalle lenzuola. L'uomo era in attesa di giudizio per reati contro il patrimonio;
secondo il vice presidente nazionale dell'Osapp, Domenico Mastrulli, il carcere di Taranto - a fronte di una capienza regolamentare di 315 detenuti (di cui 24 donne) - ospita 716 detenuti (di cui 37 donne);
il segretario del Sappe ha rilasciato la seguente dichiarazione alla stampa: «Siamo stanchi di gridare, purtroppo senza esiti positivi, la grave situazione in cui versa il penitenziario del capoluogo jonico. Celle nate per ospitare un solo, al massimo due detenuti, ne arrivano stabilmente ad averne quattro, con un solo agente che deve attendere alla sicurezza di quasi 90 detenuti, e con un organico carente di almeno 50 unità» -:
se e come il 30 marzo 2012 fosse garantita la sorveglianza all'interno dell'istituto di pena in questione e se con riferimento al suicidio del detenuto non siano ravvisabili profili di responsabilità in capo al personale penitenziario;
quante siano le unità dell'équipe psico-pedagogica e se e come possano coprire o coprano le esigenze dei detenuti del carcere di Taranto;
con chi divideva la cella e di quanti metri quadrati disponesse il detenuto morto suicida;
se il detenuto morto suicida fosse alloggiato all'interno di una cella rispondente a requisiti di sanità e igiene;
se nel corso della detenzione il detenuto fosse stato identificato come potenziale suicida e, in questo caso, se fosse tenuto sotto un programma di osservazione speciale;
quali provvedimenti urgenti intenda attuare al fine di reperire le risorse e i finanziamenti necessari per dare concreta attuazione a quanto previsto e stabilito nella circolare GDAP-0032296-2010 avente ad oggetto «Emergenza suicidi. Istituzione di unità di ascolto di Polizia Penitenziaria», in particolare se intenda attivarsi al fine di consentire l'immediato avvio dei progetti formativi in essa previsti per il personale di polizia penitenziaria;
quali siano le condizioni umane e sociali del carcere di Taranto e, più in generale, degli istituti di pena presenti in Puglia, in particolare se non ritenga di assumere sollecite, mirate ed efficaci iniziative, anche a seguito di immediate verifiche ispettive in loco, volte a ripristinare condizioni minime di vivibilità nelle carceri pugliesi, ampliando la dotazione del personale di polizia penitenziaria e di quello addetto ai servizi. (5-07433)