ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07393

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 666 del 16/07/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/16064
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 16/07/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 16/07/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 16/07/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 16/07/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 16/07/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 16/07/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 16/07/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 16/07/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07393
presentata da
RITA BERNARDINI
lunedì 16 luglio 2012, seduta n.666

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:


secondo quanto riportato nell'articolo scritto da Anna Grezzi e pubblicato sul quotidiano La provincia di Pavia dello scorso 11 maggio, Dani Renati, detenuto al carcere di Torre del Gallo a Pavia per un cumulo di reati, dal furto di bicicletta al borseggio, è morto di tumore a 28 anni, all'ospedale San Matteo, dove era arrivato all'inizio di aprile. E poi era tornato in carcere, prima di essere ricoverato di nuovo il 16 aprile;


sulla vicenda i genitori dell'uomo hanno rilasciato le seguenti dichiarazioni: «In carcere nostro figlio non è stato curato. Vogliamo capire come sia possibile che nessuno si sia accorto della malattia prima di aprile»;


i medici del policlinico sono tranquilli: «Sono stati fatti subito tutti gli accertamenti ma è arrivato all'ospedale con metastasi in tutto il corpo e senza diagnosi. L'unica possibilità era la chemioterapia, non risolutiva. Dal 2009 fino al ricovero non risultano altri contatti con l'ospedale»;


nell'articolo scritto da Anna Grezzi è dato leggere quanto segue: «Dani, detto Tito, è morto il 7 maggio in ospedale. Era in carcere da 22 mesi, il 25 aprile è stato scarcerato perché malato terminale per decisione del magistrato di sorveglianza e della Corte d'appello, come ha ricordato ieri il direttore di Torre del Gallo, Jolanda Vitale. I genitori sostengono che da quattro mesi avesse dolori lancinanti, solo sedati con antidolorifici. In realtà aveva diversi problemi di salute, era in cura dagli infettivologi di Torre del Gallo per problemi al fegato e altre patologie. Risulta che ad agosto 2011 i sanitari della casa circondariale avessero chiesto una biopsia del fegato. A marzo, secondo quanto risulta dagli stessi, era stato inviato in pronto soccorso per violenti dolori lombari e dimesso immediatamente con antidolorifici. All'inizio di aprile compare l'ittero. Il dirigente sanitario di Torre del Gallo Roberto Marino, psichiatra dell'Asl chiede il ricovero. Al San Matteo l'unico posto letto per carcerati è in chirurgia. Dani resta piantonato in ospedale per 10 giorni. Il 13 aprile è dimesso. Il policlinico. Al San Matteo Dani arriva il 3 aprile, «per una caduta - spiegano dalla fondazione - con forti dolori. È stato visitato da neurologi, internisti, oncologi, ematologi già al primo ricovero. È stato dimesso il 13 aprile, con una lettera per il direttore sanitario del carcere in cui si consigliava di farlo ricoverare nel reparto di medicina penitenziaria a Milano. L'invito è stato ignorato, l'hanno rinviato da noi il 16». Dani sta male, non cammina. All'ospedale San Paolo di Milano, riferiscono dal carcere, dicono che per i pazienti ematologici anche detenuti si rivolgono al San Matteo, struttura d'eccellenza. Che però non ha un reparto di medicina penitenziaria, e in cui ospitare un detenuto significa distaccare agenti carcerari di Torre del Gallo. Già sotto organico. Ricoverare i detenuti. Roberto Marin, il direttore sanitario di Torre del Gallo assicura: «In carcere sono stati fatti tutti gli accertamenti possibili. Quando ha manifestato dolori, sono state fatte analisi che hanno dato esito negativo. Ha continuato a peggiorare, è stato fatto ricoverare al San Matteo. Inizialmente anche lì pensavano non ci fossero particolari patologie. Non era facile capire la gravità della malattia, ma i sanitari del carcere sono stati acuti nell'insistere sul ricovero, caldeggiato fortemente da loro: il magistrato di sorveglianza è stato da me informato sulla situazione. Avevamo chiesto due volte il ricovero ma il ragazzo era stato mandato indietro». È la prassi? «Accade più spesso di quello che noi vorremmo - risponde Marino - Ci sono diversi casi clinici in cui noi lo chiediamo ma i medici dell'ospedale non lo ritengono necessario. Così li rinviamo più volte finché non viene deciso di ricoverarli: cerchiamo di dare standard sanitari elevati anche in carcere, facciamo screening diagnostici approfonditi perché i detenuti sono soggetti delicati, esposti a patologie, con diritti limitati. Ma c'è carenza oggettiva di informazioni per la famiglia, ne comprendo l'angoscia, il dubbio che non sia stato fatto quello che occorreva. Ben venga la denuncia, servirà ai familiari a capire com'è andata». I Radicali. Riccardo Canevari, segretario dei Radicali pavesi, commenta: «Sarà bene chiarire perché il giovane era stato dimesso e perché il direttore sanitario del carcere ha rifiutato l'ipotesi del ricovero a Milano. Da qualche mese non facciamo visite in carcere perché non ci sono parlamentari disponibili ad accompagnarci, ma dall'ultima rilevazione sembra che a Pavia il trattamento sanitario in carcere sia accettabile per gli standard carcerari italiani. Ma quella dei ricoveri è effettivamente una difficoltà causata, in parte, anche dalle difficoltà che comporta per gli agenti di polizia penitenziaria» -:


se non ritengano - in via cautelativa nei confronti degli altri detenuti ristretti nel carcere di Pavia - di dover verificare, attraverso un'approfondita indagine interna, se il trattamento sanitario previsto nell'istituto e garantito al detenuto Dani Renati, abbia avuto corrispondenza con le leggi dello Stato e, soprattutto, con quanto previsto dagli articoli 3, 13 (comma 4), 27 (comma 3), 32 della Costituzione;


quanti siano, negli ultimi cinque anni i detenuti morti in carcere per malattia e quanto coloro che, usciti dal carcere in sospensione della pena per malattia, siano successivamente morti in ospedale o nelle proprie abitazioni. (5-07393)