BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa lo scorso 3 giugno, poco dopo mezzanotte, un giovane di 25 anni, italiano, detenuto nel carcere di Vercelli per reati di natura sessuale, si è ucciso impiccandosi nella sua cella con un lenzuolo che ha legato ad una grata;
la notizia è stata resa nota dall'Osapp, sindacato autonomo della polizia penitenziaria, il cui segretario, Leo Beneduci, ha denunciato il protrarsi di condizioni inaccettabili all'interno dell'istituto di pena. «Siamo al settantunesimo morto in carcere dall'inizio dell'anno e al ventunesimo suicidio. Si tratta di numeri davvero inaccettabili, così come quelli del perdurante sovraffollamento, che indicano la presenza di 66.300 detenuti nelle carceri italiane contro 35.500 posti disponibili. È ora che il Governo, e in particolare il Ministro della giustizia, affrontino la situazione in maniera risolutiva» -:
se e come il 3 giugno 2012 fosse garantita la sorveglianza all'interno dell'istituto di pena in questione;
quante siano le unità dell'équipe psico-pedagogica e se e come possano coprire o coprano le esigenze dei detenuti del carcere di Vercelli;
con chi divideva la cella e di quanti metri quadrati disponesse il detenuto morto suicida;
se il detenuto morto suicida fosse alloggiato all'interno di una cella rispondente a requisiti di sanità e igiene;
se nel corso della detenzione il detenuto fosse stato identificato come potenziale suicida e, in questo caso, se fosse tenuto sotto un programma di osservazione speciale;
quali siano le condizioni umane e sociali del carcere di Vercelli, in particolare se non ritenga di assumere sollecite, mirate ed efficaci iniziative, anche a seguito di immediate verifiche ispettive in loco, volte a garantire il rispetto della Costituzione, della legge e dei regolamenti, ampliando la dotazione del personale di polizia penitenziaria e di quello addetto ai servizi. (5-07361)