TOUADI e VELTRONI. -
Al Ministro dell'interno.
- per sapere - premesso che:
il territorio di Anzio risulta fortemente infiltrato da organizzazioni criminali: in tale territorio da anni opera il clan Gallace, come testimoniato dai processi APPIA e MITHOS pendenti innanzi al tribunale di Velletri per il delitto di cui all'articolo 416-bis del codice penale;
l'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Roma PAREDRA e le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Milano INFINITO e BAGLIORI hanno confermato l'operatività della cosca e le sue proiezioni anche in Lombardia;
nel territorio in questione risulta operativo, altresì, il clan dei casalesi come attestano le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Roma nonché la sentenza emessa dal tribunale di Latina a carico di Pasquale Noviello ed altri per gravi reati aggravati dalle modalità mafiose;
il tribunale di Latina ha condannato già in primo grado numerosi appartenenti a tale sodalizio per reati gravi come il tentato omicidio, la detenzione di armi da guerra aggravati dalle modalità mafiose;
l'indagine ARCOBALENO coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli portava ad individuare consistenti investimenti immobiliari del clan camorrista dei Mallardo nel territorio di Nettuno ed Anzio;
nell'ambito dell'operazione veniva tratto in arresto per il delitto di cui all'articolo 416-bis del codice penale Pietro Dell'Aquila in un cantiere per la realizzazione di immobili;
nel dicembre del 2005 il consiglio comunale di Nettuno (a pochi chilometri da Anzio) è stato sciolto per gravi condizionamenti da parte della criminalità organizzata, decisione confermata in tutti i gradi di giudizio dalla giustizia amministrativa;
la sentenza del TAR di Roma del 7 giugno del 2006, che conferma lo scioglimento del consiglio comunale affermava tra l'altro in relazione al settore dell'urbanistica e dell'edilizia, precisato che «il controllo sul territorio per l'attività di contrasto all'abusivismo edilizio si svolge quasi esclusivamente sulla base degli esposti», evidenzia: a) che l'amministrazione aveva «rilasciato titoli concessori prevalentemente in variante al piano regolatore», apparendo la concessione «in alcuni casi [...] strumentale a favorire operazioni di lievitazione del prezzo dell'immobile o ad incrementare l'attività di società di costruzione vicine ad esponenti della criminalità organizzata locale»; b) in altri casi, che «i passaggi di proprietà dei terreni oggetto di concessioni edilizie e le conseguenti volture del titolo concessorio [apparivano] unicamente finalizzati ad evitare il decorso del termine di scadenza della concessione o ad aspettare l'approvazione delle varianti al piano regolatore generale per sanare eventuali abusi edilizi. Anche in tali casi, beneficiari delle procedure dilatorie figurano soggetti contigui ad ambienti criminali»; c) che in relazione a «titoli concessori rilasciati a seguito di lottizzazioni di aree site in diverse località del territorio comunale, [erano] presenti quali diretti intestatari, quali amministratori, rappresentanti o soci delle imprese titolari, esponenti della malavita locale, alcuni dei quali gravati da diversi precedenti e di recente indagati anche per il reato di associazione illecita per traffico di sostanze stupefacenti»;
l'indagine ZETA, del 12 novembre del 2007, della procura di Velletri che portava all'individuazione di una pericolosa associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, composta da funzionari apicali della polizia locale di Anzio e da funzionari dell'ufficio tecnico partiva in seguito ai lavori della commissione d'accesso insediata ad Ardea per verificare infiltrazioni mafiose nell'ente comunale della città; la commissione attenzionava l'attività imprenditoriale di due soggetti di origine campana attivi nel settore immobiliare tra Ardea ed Anzio;
risultano pendenti presso la procura di Velletri diverse indagini che riguardano la concessione di permessi ad edificare; in particolare la procura ha più volte perquisito ed acquisito documentazione presso l'ufficio tecnico;
risultano essere stati raggiunti da informazione di garanzia emessa dalla procura di Velletri i consiglieri comunali Giulio Godente, Nello Monti e il dirigente dell'ufficio tecnico Marco Pistelli;
nella giunta di Anzio siede l'assessore Pasquale Perronace fratello del defunto Nicola Perronace già tratto in arresto su richiesta delle Direzioni distrettuali antimafia di Roma e Catanzaro per il delitto di cui all'articolo 416-bis del codice penale, nonché rinviato a giudizio per tale delitto;
Nicola Perronace già nel 1983 era stato attinto da mandato di cattura emesso dal giudice istruttore di Locri per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e sequestro di persona a scopo di estorsione;
le attività di indagine dei carabinieri portavano a sostenere che Nicola Perronace sosteneva la latitanza di importanti boss della 'ndrangheta già negli anni Ottanta come Cosimo Ruga;
il collaboratore di giustizia Giacomo Lauro riferiva: «io passai il Natale e il Capodanno del 1978 a Roma, in località Falasche di Nettuno, assieme ad altri latitanti facenti parte del crimine organizzato della provincia ionica di Reggio Calabria, mi riferisco a Cosimo Ruga (tuttora vivente), Andrea Gallella (deceduto per cause di omicidio), Francesco Musitano di Platì. Facevamo la latitanza, perché durante l'inverno nelle nostre montagne fa freddo e allora il latitante va e cerca un riparo. Quindi loro a novembre e i primi di dicembre erano saliti dalla Calabria, dalla zona di Guardavalle, Gioiosa, Platì e si erano trasferiti presso Nicola Perronace di Guardavalle che aveva casa e abitazione a Falasche» (dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaetano Lauro, rilasciate durante l'udienza del 1° dicembre 1998 del processo per l'omicidio Pecorelli in www.radioradicale.it);
Pasquale Perronace, inoltre, risulta essere cugino di primo grado di Agazio e Vincenzo Gallace esponenti apicali del clan Gallace;
nell'ambito dell'inchiesta a carico del pregiudicato narcotrafficante Franco D'Agapiti ed altri coordinata dalla procura di Velletri nel 2005 risultarono contatti tra lo stesso D'Agapiti e l'allora direttore del comune di Anzio Giorgio Zucchini e attuale consigliere del PdL di Anzio;
il 29 marzo 2008 veniva distrutta da un incendio doloso l'autovettura del candidato Bruno Mugnai per la lista Uniti per Anzio che sosteneva l'attuale sindaco Luciano Bruschini;
le numerose indagini della procura di Velletri sull'ufficio tecnico ed i pesanti provvedimenti emessi in capo a responsabili apicali della polizia locale testimoniano la permeabilità degli uffici comunali alle illegalità;
tale permeabilità potrebbe essersi realizzata anche nei confronti di soggetti ascrivibili alle organizzazioni criminali di diversa matrice attive nel territorio; l'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli Arcobaleno e i lavori della commissione d'accesso di Nettuno hanno dimostrato i forti interessi delle consorterie criminali per il settore dell'urbanistica;
risultano pendenti innanzi alla procura di Velletri anche indagini relative ai precedenti appalti per la raccolta dei rifiuti nel comune -:
se il Ministro sia al corrente di tali gravi fatti e se si intenda insediare una commissione d'accesso in seno al comune di Anzio per verificare, ai sensi della normativa vigente, la presenza di condizionamenti da parte della criminalità organizzata. (5-07351)