ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07334

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 666 del 16/07/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/03975
Firmatari
Primo firmatario: TOUADI JEAN LEONARD
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 13/07/2012


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 13/07/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 16/07/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07334
presentata da
JEAN LEONARD TOUADI
lunedì 16 luglio 2012, seduta n.666

TOUADI. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:


in data 23 luglio 2009 in un articolo comparso sul noto settimanale L'Espresso il giornalista Tommaso Cerno ha denunciato con foto e testimonianze che in data 30 giugno 2009 ci sia stata una violazione da parte dell'Italia dell'articolo 33, comma 1, della Convenzione di Ginevra avendo negato l'asilo a rifugiati eritrei;


il medesimo articolo precisa che 82 eritrei, fra cui donne e bambini, sono stati riportati in Libia e attualmente sono detenuti presso le carceri attorno a Tripoli;


l'Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite in data 14 luglio 2009 ha reso noto che suoi rappresentanti hanno svolto dei colloqui con le 82 persone che erano state intercettate mercoledì 1° luglio dalla Marina Militare italiana a circa 30 miglia da Lampedusa e trasferite poi su una motovedetta libica per essere ricondotte in Libia. Dai medesimi colloqui non risulta che le autorità italiane si siano accertate della nazionalità delle 82 persone né tantomeno abbiano verificato che tra le 82 persone potessero esserci dei potenziali richiedenti asilo politico, stante la situazione drammatica di questo Paese;


sempre l'Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite riporta che dalle testimonianze raccolte le forze militari italiane hanno usato la forza durante il trasbordo sulla motovedetta libica, inoltre i medesimi trasbordati hanno raccontato che i loro effetti personali, fra i quali i documenti personali, sarebbero stati confiscati dai militari italiani e non più riconsegnati;


l'Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite proprio sulla base di queste testimonianze ha inviato una lettera al Governo italiano chiedendo chiarimenti sui fatti sopraindicati;


l'Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, l'Agenzia Onu per i rifugiati ha più volte sottolineato l'assoluta illegalità della pratica dei respingimenti in quanto impedisce l'accesso all'asilo e mina il principio internazionale del non respingimento;


l'Italia è firmataria della Convenzione di Ginevra del 1951 che prevede all'articolo 33, comma 1, che: «Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche» -:


se il Governo sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa;


qualora il Governo fosse a conoscenza di questa vicenda, come si sia svolta l'esatta dinamica dei fatti e se sia vero che i migranti sono stati trasbordati su navi italiane per il rimpatrio collettivo in Libia;


se il Governo sia stato informato della destinazione ultima dei migranti respinti una volta riportati sul territorio libico;


se il Governo abbia ponderato le conseguenze di questa grave violazione del diritto internazionale e del dovere di protezione umanitario;


quali disposizioni intenda assumere per evitare di porre il nostro Paese fuori dalla legalità internazionale. (5-07334)