ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07298

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 662 del 09/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: SERENI MARINA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 09/07/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
AMICI SESA PARTITO DEMOCRATICO 09/07/2012
CONCIA ANNA PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 09/07/2012
PERINA FLAVIA FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 09/07/2012


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 09/07/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 09/07/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07298
presentata da
MARINA SERENI
lunedì 9 luglio 2012, seduta n.662

SERENI, AMICI, CONCIA e PERINA. -
Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:


con atti e provvedimenti datati 27 maggio 2011 distinti con i numeri di protocollo 0017214, 0017221, 0017227, 0017233, 0017238 il sindaco di Assisi Claudio Ricci, a seguito delle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011 ha nominato come vice sindaco e assessori rispettivamente il signor Antonio Lunghi ed i signori Lucio Cannelli, Moreno Fortini, Moreno Massucci e Francesco Mignani;


alcuni consiglieri comunali, insieme a cittadini di Assisi e ad associazioni aventi come finalità l'affermazione e piena realizzazione del principio delle pari opportunità tra uomo e donna, sottolineando che la Giunta municipale così nominata non ha alcuna componente di sesso femminile, hanno impugnato gli atti suddetti per violazione degli articoli 3 e 51 della Costituzione, dell'articolo 1 del decreto legislativo n. 198 del 2006, dell'articolo 6 del decreto legislativo n. 267 del 2000 e degli articoli 1 e 30 dello statuto comune di Assisi;



il TAR dell'Umbria, con sentenza n. 242 del 20 giugno 2012, ha accolto il ricorso con conseguente annullamento degli atti impugnati in quanto «la mancata nomina di una componente di sesso femminile nella Giunta comunale, pur se in assoluto non illegittima, doveva essere motivata mediante illustrazione delle ragioni e delle modalità di siffatta scelta, inidonea a realizzare il riequilibrio di genere»;


a seguito di tale sentenza, che doveva essere immediatamente eseguita dall'autorità amministrativa, il sindaco Claudio Ricci ha dovuto procedere alla nomina dei nuovi assessori che avveniva in data 2 luglio 2012;


il sindaco ha riconfermato come vice sindaco e assessori gli stessi uomini di prima con le stesse deleghe adducendo come motivazione che la nomina dei componenti di giunta debba avvenire nell'ambito di coloro che hanno partecipato come candidati alla competizione elettorale, ignorando così quanto invece disposto dalla normativa vigente e precisato dalla stessa sentenza del TAR e cioè che è possibile per il sindaco nominare assessori «esterni» scelti fra i cittadini in possesso dei requisiti di candidabilità, eleggibilità e compatibilità alla carica di consigliere;


il sindaco Claudio Ricci, a supporto della scelta di rinominare le stesse persone ha sostenuto, nell'atto di nomina (prot. n. 0019139 del 2 luglio 2012), che dopo approfondite verifiche nessuna delle donne candidate nelle liste che hanno appoggiato il sindaco presenta un curriculum adeguato per l'incarico di assessore e che il criterio usato è ancora quello del numero di preferenze ottenute;


la reiterata esclusione della presenza femminile dall'esecutivo, anche dopo la sentenza del TAR, ha molto colpito la città di Assisi e l'intera comunità regionale;


i fatti sopra esposti hanno avuto una grande risonanza sui media locali e, in considerazione della peculiarità della città di Assisi, recentemente anche sulla stampa nazionale (vedi articoli de L'Unità e Corriere della Sera del 7 luglio 2012) -:



se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;


se non ritengano opportuno, ferme restando eventuali nuove pronunce degli organi competenti sulla legittimità degli atti, adottare ogni iniziative normative volte ad assumere in modo più stringente quello che, a giudizio degli interroganti, appare essere un principio di civiltà prima ancora che un principio del nostro ordinamento giuridico. (5-07298)