OLIVERIO, FIORIO, SANI, CENNI, BRANDOLINI, AGOSTINI, MARROCU, MARIO PEPE (PD), MARCO CARRA e SERVODIO. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:
la «flavescenza dorata» è una malattia che colpisce la vite ed è provocata da un fitoplasma, microrganismo simile a un batterio, che vive nei vasi floematici della pianta ospite o all'interno dell'insetto vettore, il cicadellide Scaphoideus titanus, oggetto di quarantena in tutta l'Unione europea;
tale malattia fece la sua prima comparsa nel 1973 in Lombardia, e si è estesa man mano nelle regioni centro-settentrionali (Piemonte, Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Toscana, Umbria e Abruzzo), ma negli ultimi tempi è stato rinvenuto anche in alcune aree meridionali italiane, in primis la Campania e Basilicata;
la malattia, la più grave tra quelle da fitoplasmi della vite, è denominata con il termine generico di «giallumi», perché colora di giallo le foglie e fa appassire tralci e grappoli. Negli ultimi tempi il perdurare della stessa, insieme al diffondersi di un'altra malattia molto simile e ancora più misteriosa definita «il legno nero», stà creando più di una preoccupazione tra i viticoltori che rischiano la compromissione degli impianti delle aziende;
per contrastarla con la massima efficacia è stato emanato a livello nazionale un provvedimento di lotta obbligatoria (decreto ministeriale 31 maggio 2000 «Misure per la lotta obbligatoria contro la flavescenza dorata della vite») che prevede, fra l'altro, in caso di inadempienza, la denuncia all'autorità giudiziaria sulla base dell'articolo 500 del codice penale, nonché la possibilità, per le regioni, di stabilire sanzioni amministrative a carico degli inadempienti;
finora il rimedio più efficace per combattere la flavescenza dorata - che si diffonde soprattutto nelle aree coltura miste, dove alla vigna si alternano zone boschive o campi lasciati a gerbido - è risultato essere anche quello più drastico: estirpare le piante malate, per evitare che il contagio si diffonda al punto di compromettere anche il 20-30 per cento del vigneto colpito;
in Piemonte a causa della malattia i vigneti incolti negli ultimi tempi sono cresciuti di 3 mila ettari, ma anche nella zona del Franciacorta il medesimo fenomeno, soprattutto nei vigneti di Chardonnay e Pinot nero, ha generato una recrudescenza dei giallumi della vite;
la ricerca non ha ancora dato risposte concrete e giuste per sconfiggere questa malattia sempre più diffusa, e intanto si usano tonnellate di pesticidi per debellare un semplice vettore, senza risolvere il problema alla radice -:
se il Ministro interrogato abbia provveduto ad assumere iniziative per rifinanziare il progetto, di durata biennale, denominato «Emergenze fitosanitarie: strategie di contenimento - STRATECO» che si sviluppa secondo un piano di attività definito da esperti scientifici del CRA - Centro di ricerca per la patologia vegetale, col supporto del servizio fitosanitario centrale e dei servizi fitosanitari regionali, finanziato nei primi mesi del 2010 dal Ministero politiche agricole alimentari e forestali proprio per cercare di eradicare, o almeno contenere i focolai di questa malattia per molti versi ancora misteriosa e quali ulteriori iniziative intenda intraprendere da mettere al più presto in campo a favore dei vignaioli, posto che la malattia comparsa in Italia per la prima volta nel lontano 1999, oggi secondo le prime ricerche effettuate dagli agronomi sembrerebbe mettere a rischio oltre il 30 per cento del raccolto del Nord-Italia, generando gravi perdite per l'intero settore vitivinicolo nazionale;
se il Ministro interrogato sia a conoscenza - vista la diffusione della malattia anche in altri Paesi europei e in particolare in Francia - dell'esistenza di un piano condiviso di lotta contro tale malattia nell'Unione europea e in cosa eventualmente consista; se infine siano previsti aiuti finanziari per la lotta e prevenzione della cosiddetta «flavescenza dorata» e se di recente siano state previste assegnazioni straordinarie per l'attività delle regioni in ambito fitosanitario in modo da poter potenziare l'attività di monitoraggio e controllo sul territorio nei confronti di diversi organismi nocivi, compresi i fitoplasmi della vite.(5-07280)