ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07273

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 660 del 04/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: META MICHELE POMPEO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 04/07/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 04/07/2012
LARATTA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 04/07/2012


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 04/07/2012
Stato iter:
12/07/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/07/2012
Resoconto IMPROTA GUIDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 12/07/2012
Resoconto OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 04/07/2012

DISCUSSIONE IL 12/07/2012

SVOLTO IL 12/07/2012

CONCLUSO IL 12/07/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07273
presentata da
MICHELE POMPEO META
mercoledì 4 luglio 2012, seduta n.660

META, OLIVERIO e LARATTA. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
- Per sapere - premesso che:

l'ENAC (Ente nazionale aviazione civile) ha terminato la stesura del piano nazionale degli aeroporti nel mese di febbraio 2012 il quale è attualmente all'esame del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;

il piano si fonda, tra le altre, sulle seguenti strategie:

a) nessuna chiusura di aeroporti esistenti ma l'indicazione che per gli scali non riconosciuti dal mercato, oggi con poco traffico, siano verificate, entro il prossimo triennio, condizioni di sostenibilità economica che non prevedano trasferimenti di risorse pubbliche per la gestione. Per tali scali, dovranno essere valutate opportune forme di coinvolgimento di capitali privati, anche all'interno di progetti di sviluppo territoriale integrato, senza comunque impegno di oneri a carico dei contribuenti;

b) attivazione di una iniziativa istituzionale di ENAC con regioni, altri enti e soggetti territoriali e associazioni di settore, per valutare forme e modalità di gestione dedicate per aeroporti con traffico limitato, che possano risultare sostenibili in relazione al tipo e livello di traffico;

il piano nazionale individua, sulla base delle analisi svolte dallo studio sullo sviluppo futuro della rete aeroportuale nazionale quale componente strategica dell'organizzazione infrastrutturale del territorio, redatto nel 2009-2010 da One Works, KPMG, Nomisma per conto di ENAC, la rete degli aeroporti di interesse nazionale, come nodi essenziali per l'esercizio delle competenze esclusive dello Stato ai sensi del codice della navigazione, che dovranno rispondere alla domanda di traffico entro il prossimo ventennio. Sistemi aeroportuali diversi dagli esistenti non sono singolarmente individuati in quanto le recenti norme europee ne legano l'istituzione alla qualità della governance, ma sono identificati i gruppi di aeroporti potenzialmente interessati;

gli aeroporti di interesse regionale o locale, appartenenti al demanio aeronautico, non identificati nella rete di interesse nazionale, sono suscettibili di trasferimento agli enti locali ai sensi del decreto legislativo n. 85 del 2010, con esclusione di quelli che saranno destinati a funzioni o ruoli di specifica valenza e pertanto sottoposti ad un governo nazionale;

nella rete nazionale il piano, coerentemente con quanto già fatto in ambito europeo con le reti TEN-T, ed in analogia, individua:

a) gli scali principali, che rispondono oggi alla domanda di trasporto aereo di ampi bacini di traffico e saranno in grado di garantire nel tempo tale funzione. Tali aeroporti sono caratterizzati da un elevato grado di connettività con le destinazioni internazionali a livello europeo e sviluppano collegamenti a livello continentale; gli stessi scali sono compresi nella rete europea TEN-T e circa la metà ne costituisce la parte «core»;

b) gli scali di servizio base, che per la ridotta estensione dei bacini di utenza risultano rispondere ad una domanda di traffico con estensione regionale, in zone remote o non adeguatamente servite da altri scali o da altre infrastrutture di trasporto. Tali aeroporti sono caratterizzati da collegamenti a scala nazionale e svolgono un servizio complementare di feeder nella rete, con alcuni collegamenti a livello europeo point to point; gli stessi scali assicurano una diffusa ed uniforme copertura del territorio nazionale e costituiscono una riserva di capacità nell'assetto complessivo della rete. La metà di essi c altresì parte della rete TEN-T europea;

per quanto riguarda gli aeroporti di servizio la strategia prevede che:

a) si potranno valutare con le competenti istituzioni territoriali interventi pubblici di iniziativa regionale finalizzati al miglioramento delle infrastrutture, dell'accessibilità e della multi-modalità senza diritto di priorità rispetto alle realizzazioni previste per gli scali principali;

b) siano verificate condizioni di sostenibilità economica che non prevedano trasferimenti di risorse pubbliche per la gestione. Per gli scali che non dimostrassero, entro il prossimo triennio, il riequilibrio economico-finanziario della gestione e il raggiungimento di adeguati indici di solvibilità patrimoniale, dovranno essere valutate opportune forme di coinvolgimento di capitali privati, anche all'interno di progetti di sviluppo territoriale integrato, senza comunque impegno di oneri a carico dei contribuenti;

nel prossimo triennio l'ENAC attiverà una iniziativa istituzionale con le regioni, gli altri enti e soggetti territoriali e con le associazioni di settore per valutare forme e modalità di gestione dedicate per tale tipo di aeroporti, che possano risultare sostenibili in relazione al tipo e livello di traffico;

in attuazione del presente piano, Enac elaborerà, con il contributo degli operatori del settore, un modello funzionale, tecnico e operativo semplificato (esteso anche ai servizi aeroportuali), appropriato al ruolo di questi scali nella rete, anche al fine della maggiore economicità della gestione degli stessi;

per quanto riguarda gli scali della Calabria, il piano ha effettuato la seguente classificazione:

allo scalo di Lamezia Terme è assegnato un ruolo strategico per il trasporto aereo dell'intera Calabria, in assenza di scali concorrenti all'interno del suo bacino di traffico. Per rafforzare tale ruolo e rispondere efficacemente alla domanda di traffico, nonché per ampliare il suo bacino è necessario che siano rafforzate le connessioni con il territorio, in primo luogo quelle ferroviarie. Sono necessari, altresì, gli adeguamenti delle infrastrutture aeroportuali programmati, con particolare riferimento all'aerostazione passeggeri; lo scalo di Lamezia presenta delle buone potenzialità per assumere anche il ruolo di aeroporto cargo regionale;

per l'aeroporto di Reggio Calabria, in ragione dei limiti infrastrutturali e della posizione geografica marginale rispetto al territorio calabrese, nonché della forte concorrenza dell'aeroporto di Lamezia Terme (che sarà in futuro ancora meglio collegato sia su gomma che su ferro al bacino ampio), è indicato un ruolo di servizio in risposta alla domanda di traffico locale, estesa anche alla provincia di Messina;

per l'aeroporto di Crotone, in ragione della posizione geografica marginale rispetto al territorio calabrese, nonché della forte concorrenza dell'aeroporto di Lamezia Terme, è riservato un ruolo di servizio al traffico del sistema calabrese, ruolo che potrà essere ancora più efficace con il potenziamento delle infrastrutture e dell'accessibilità programmate;

secondo quanto riportato da notizie di stampa (Il Crotonese, «A Passera che declassa il Sant'Anna la Stasi ribatte: sono altrove gli sprechi»; «Peppe Scopelliti scrive al Ministro. Lo Scalo è da considerare strategico», 30 giugno 2012; Il quotidiano della Calabria «Aeroporto, ultima chiamata», 1o luglio 2012) il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti avrebbe utilizzato un altro tipo di classificazione, rispetto a quella utilizzata dall'ENAC (scali principali, scali di servizio base), suddividendo gli aeroporti italiani in nazionali e in regionali; e i secondi, tra i quali configurerebbe Crotone, si sono ridotti a dieci o dodici al massimo, rispetto ai 18 previsti dal piano Enac;

a seguito dell'incontro tra i rappresentanti delle istituzioni regionali calabresi e il Ministro Passera, ci sarebbe la conferma che gli aeroporti di Lamezia Terme e Reggio Calabria rientrerebbero tra gli aeroporti nazionali e Crotone tra quelli regionali con la conseguenza che per i primi le spese di servizio continuerà a sostenerle lo Stato, mentre per il secondo dovrebbero gravare sulla Regione, ipotesi già etichettata come impossibile. Inoltre, dal 2013 non sarebbero più previsti gli oneri di servizio di 2 milioni e 800 mila euro, che ad oggi l'Alitalia incassa per assicurare i voli da e per Crotone;

la suddetta nuova riclassificazione deriverebbe inoltre, sempre secondo quanto riportato dai summenzionati articoli di stampa, dalla necessità di «salvare» alcuni scali del Nord, malgrado presentino delle criticità ben superiori all'aeroporto di Crotone;

l'eventuale chiusura dell'aeroporto di Crotone, a cui si andrebbe inevitabilmente incontro qualora gli oneri di gestione venissero trasferiti alla regione Calabria, determinerebbe un'aggravarsi della situazione di scarso sviluppo e competitività dell'area già gravata da un'insufficiente accessibilità ai poli di interesse turistico e alle aree interne, dagli eccessivi tempi di viaggio e da un'inefficienza dei sistemi di trasporto, soprattutto in chiave di interscambio, che determinano una perdita di competitività delle imprese ed in generale dell'intera economia delle aree del Sud, anche in termini di attrattività turistica c commerciale;

l'Unione europea individua nella riduzione delle disparità regionali la condizione per la crescita e lo sviluppo dell'Unione intera e il poter contare su un'efficiente sistema infrastrutturale e di trasporto nel Sud Italia, e nella Calabria in particolare, rappresenta una priorità strategica fondamentale;

non si può, inoltre, non tenere conto delle ricadute sociali che la chiusura dall'aeroporto di Crotone comporterebbe, in quanto unico punto di trasporto su un'area periferica che comprende però un ampio bacino di utenza proveniente dalla fascia jonica;

i dati di traffico dell'aeroporto di Crotone sono positivi e lasciano intravedere una crescita rapida. Il 2010 si è concluso con un +93 per cento sul 2009, il 2011 con un +25 per cento sul 2010 e, nei primi sei mesi del 2012 si registra un +17 per cento sullo stesso periodo del 2011 con una previsione di chiusura che si attesta sui 160 mila passeggeri e che lascia ben sperare di poter raggiungere quota 500 mila passeggeri nei prossimi 10 anni;

il sindaco di Crotone, Peppino Vallone, ha informato il prefetto Panico del pericolo che il territorio corre e della volontà degli amministratori di dimettersi in caso di chiusura dello scalo aeroportuale; così pure hanno manifestato la loro preoccupazione gli imprenditori che hanno creduto nel progetto di rilancio dell'aeroporto Sant'Anna di Crotone -:

se, alla luce di quanto esporto in premessa, intenda assumere ogni iniziativa di competenza per includere l'aeroporto di Crotone nell'elenco degli aeroporti nazionali al fine di scongiurarne la chiusura dello stesso e il conseguente isolamento dell'intera area, già fortemente gravata da enormi deficit infrastrutturali sia viari sia ferroviari, evitando un costo sociale ed economico, in termini di mancato sviluppo, non più sopportabile.(5-07273)