RAINIERI, ALESSANDRI, FAVA, POLLEDRI e MUNERATO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri.
- Per sapere - premesso che:
sin dalle prime ore della grave emergenza sismica che ha colpito le province di Bologna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia, Mantova e Rovigo, a decorrere dal 20 maggio scorso, circa 360 volontari e operatori del Corpo militare della Croce rossa italiana sono stati impegnati in stretta collaborazione con la protezione civile, garantendo alla popolazione colpita assistenza sanitaria, alimentare e psico-sociale;
in questi giorni, sulle agenzie stampa emergono notizie allarmanti secondo cui il centro di coordinamento dell'emergenza della provincia di Modena avrebbe formalmente comunicato alla Croce rossa il disimpegno del personale finora impiegato a San Felice sul Panaro, in quanto risulterebbe cessata l'esigenza sanitaria;
le notizie sono state successivamente smentite con comunicato della Protezione civile, secondo cui «i volontari del Corpo, al contrario, sono presenti in tutti i campi dove è presente la CRI, quale componente fondamentale del Servizio Nazionale della Protezione civile»;
il terremoto del maggio 2012 ha risvolti catastrofici e difficili da fronteggiare, in quanto le scosse continuano a verificarsi nei territori già colpiti e diventa difficilissimo il ritorno alle normali condizioni di vita, sia per la popolazione residente sia per la vasta rete d'imprese che formano il tessuto economico di una delle zone più produttive del Paese;
l'emergenza sanitaria e alimentare continua, i presidi della Croce rossa italiana sono indispensabili per la popolazione ed è impensabile la smobilitazione del Corpo, almeno fino alla conclusione della fase di emergenza -:
se, allo scopo di porre fine alla confusione di notizie stampa sulla smobilitazione della Croce rossa italiana dalle zone terremotate, non intenda chiarire nel dettaglio quanto sia realmente accaduto e se non ritenga opportuno, in considerazione del perpetrarsi dell'emergenza sanitaria e alimentare nelle zone colpite, di valutare la necessità di mobilitare anche le forze dell'esercito, senza ad ogni modo mettere in discussione la permanenza della presenza del Corpo della Croce rossa nelle predette zone. (5-07182)