VENTUCCI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
negli ultimi mesi la stampa ha dato risalto alle notizie relative ai circa 400 risparmiatori italiani che hanno subito perdite per circa 26 milioni di euro a seguito del fallimento della società di intermediazione mobiliare GForex;
in particolare, tale società avrebbe raccolto presso i clienti italiani fondi che avrebbero dovuto essere investiti presso la piazza finanziaria di Dubai attraverso la piattaforma telematica ed i servizi di trading finanziario forniti dalla società GTL Trading, con sede a Dubai, riconducibile al cittadino pachistano Mahmood Riaz;
la predetta società GTL Trading, mediante complessi meccanismi speculativi, prometteva, in sostanza, rapidi ed ingenti guadagni attraverso attività di arbitraggio sui cambi delle monete;
secondo le notizie riportate dalla stampa, i fondi raccolti presso la clientela dalla predetta società GForex sarebbero transitati, attraverso una complessa architettura societaria, prima in Svizzera, quindi a Dubai, e successivamente trasferiti in una società con sede nelle Virgin Island;
secondo quanto asserito dagli amministratori della società GForex, prima della sua messa in liquidazione, il dissesto sarebbe stato causato da inadempimenti da parte della società GTL, la quale, a partire dal 18 marzo 2011, avrebbe impedito a GForex di accedere alla suddetta piattaforma telematica e di compiere le operazioni trading, in tal modo impedendo alla GForex di recuperare le somme trasferite presso la GTL, con conseguente perdita, da parte dei risparmiatori italiani, delle somme da loro investite;
a seguito di tale inadempimento la società GForex ha intrapreso un'azione legale nei confronti della GTL, presentando una denuncia presso la magistratura di Dubai ed una presso la procura della Repubblica di Milano;
in tale contesto il suddetto Mahmood Riaz avrebbe fatto pervenire al curatore fallimentare della GForex una proposta transattiva del tutto insoddisfacente, proponendo la restituzione solo di una piccolissima parte delle somme investite;
la dinamica di tale dissesto risulta tuttora oscura, sia per quanto riguarda la tempistica, sia per quanto riguarda le ragioni che l'hanno determinato;
non appaiono inoltre chiare, in tale contesto, le responsabilità della società italiana GForex, che, nel settembre 2010, sarebbe stata oggetto di un'ispezione in vista della sua trasformazione in società di intermediazione mobiliare (SIM);
in ogni caso, si deve sottolineare la gravità della vicenda, che costituisce l'ennesimo esempio di truffa perpetrata ai danni di risparmiatori ignari, i quali, incentivati dalla promessa di importanti tassi di investimento, rischiano ora di perdere i propri risparmi, ponendo numerose famiglie in una condizione di grave difficoltà;
in particolare risulta assai inquietante che sia stato possibile raccogliere risparmi presso il pubblico indistinto, per destinarli ad attività finanziarie speculative del tutto opache, operato attraverso società estere, probabilmente ubicate in paradisi fiscali, senza che intervenissero per tempo i meccanismi di vigilanza preposti alla garanzia della trasparenza ed alla tutela dei risparmiatori;
la questione ha già costituito oggetto dell'interrogazione a risposta scritta n. 4-14974 a prima firma Marinello, con la quale si chiedeva al Ministro degli affari esteri ed al Ministro dell'economia e delle finanze, un intervento diplomatico presso il Governo degli Emirati Arabi Uniti;
in risposta a tale atto di sindacato ispettivo, il Sottosegretario per gli Affari esteri Dassù informava, in data 26 aprile 2012, che la questione era stata portata all'attenzione dell'ambasciata italiana ad Abu Dhabi, e che l'ambasciatore italiano aveva portato, con propria lettera, la questione all'attenzione del Ministro dell'economia degli Emirati Arabi Uniti, sottolineando la delicatezza del problema e l'esigenza di tutelare i diritti dei cittadini italiani colpiti -:
quali ulteriori informazioni possa fornire in merito, anche attraverso la CONSOB, e quali iniziative intenda assumere, anche nella sua qualità di presidente del Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio, al fine di assicurare adeguata tutela ai diritti dei risparmiatori italiani coinvolti ed ottenere la restituzione dei capitali da loro investiti, nonché al fine di evitare che in futuro possano ripetersi vicende analoghe. (5-07147)