ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07140

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 652 del 19/06/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/15002
Abbinamenti
Atto 5/07132 abbinato in data 18/10/2012
Atto 5/07139 abbinato in data 18/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: TURCO MAURIZIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 19/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 19/06/2012
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 19/06/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 19/06/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 19/06/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 19/06/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 19/06/2012
Stato iter:
18/10/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 18/10/2012
Resoconto MALINCONICO SABATO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 18/10/2012
Resoconto TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 19/06/2012

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/10/2012

DISCUSSIONE IL 18/10/2012

SVOLTO IL 18/10/2012

CONCLUSO IL 18/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07140
presentata da
MAURIZIO TURCO
martedì 19 giugno 2012, seduta n.652

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

il quotidiano Il Fatto Quotidiano con due distinti articoli del giornalista Marco Lillo ha posto una questione di interpretazione giuridica relativa alle nuove norme della Santa sede relative alla lotta al riciclaggio e alla trasparenza finanziaria in relazione al fatto se le autorità antiriciclaggio vaticane e italiane abbiano o meno il diritto di indagare fatti accaduti prima dell'aprile 2011;

sul primo articolo - pubblicato il 31 gennaio - è stata presentata dai sottoscritti l'interrogazione 4-14853 relativa, in particolare, al documento riservato («Memo Ior-AIF») pubblicato integralmente sul sito de Il Fatto, dal quale si comprendeva che stava vincendo la linea «non collaborativa» e che il presidente dello IOR e dell'AIF avevano tentato di coinvolgere il Segretario di Stato Tarcisio Bertone e il segretario del Papa, George Gaenswein, per convincere il Governo Vaticano a collaborare con l'autorità giudiziaria italiana. Quando dopo 8 giorni il documento fu oggetto di un intervento del giornalista Gianluigi Nuzzi sul canale televisivo La7, la Santa Sede - il 9 febbraio - aveva emanato un comunicato per affermare che «Non emerge la resistenza dello IOR a collaborare in caso di indagini o procedimenti penali su fatti precedenti al primo aprile 2011». Comunicato stampa sul quale i sottoscritti hanno presentato l'interrogazione 4-14897;

il secondo articolo, del 15 febbraio dà notizia di due documenti;

il primo è firmato dal presidente del tribunale vaticano Giuseppe Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, professore di diritto e magnifico rettore della Lumsa (Libera Università Maria Santissima Assunta) oltre che membro del consiglio direttivo dell'AIF. Si tratta di un parere legale richiesto dalla Segreteria di Stato alla massima autorità consultiva in materia giuridica nel Vaticano. In pratica il cardinale Tarcisio Bertone chiedeva a Dalla Torre di stabilire quale fosse la giusta interpretazione da dare alla nuova normativa antiriciclaggio introdotta da Papa Benedetto XVI nel dicembre del 2010 ed entrata in vigore nell'aprile scorso. Il parere di Dalla Torre spiega perché i magistrati della procura di Roma non stanno ricevendo le informazioni né per via di rogatoria, come raccontato in tv dal pm Luca Tescaroli, né tramite l'AIF, come è successo nel caso dei pm Nello Rossi e Stefano Fava che indagano il presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi e il direttore generale Cipriani per violazione delle norme in materia di antiriciclaggio. Il parere di Dalla Torre dimostra che si tratta di una scelta voluta. Alla domanda di Bertone, se lo IOR debba rispondere all'AIF anche per le operazioni avvenute prima dell'aprile del 2011, la risposta del presidente del tribunale è infatti un no tondo: la legge «non permette all'AIF l'accesso alle operazioni e ai rapporti intercorsi prima dell'entrata in vigore della legge». Esattamente l'opposto di quanto affermato nel comunicato della sala stampa della Santa Sede del 9 febbraio. Il parere di Dalla Torre risale al 15 ottobre del 2011 e delinea la linea che poi sarà attuata nel decreto del Presidente del Governatorato Vaticano del 25 gennaio 2012. Il decreto dell'arcivescovo Bertello, priva l'AIF dei poteri di ispezione, rimessi a successivi regolamenti da emanare. Con la conseguenza che le indagini bancarie e giudiziarie dello Stato italiano in materia si fermeranno;

il secondo documento è del cardinale Nicora, capo dell'AIF, autorità di informazione finanziaria della Santa Sede e già presidente dell'Apsa, l'amministrazione del patrimonio della sede apostolica che spiega il senso della scelta effettuata con il decreto del presidente del governatorato vaticano del 25 gennaio 2012;

il cardinale Nicora, in quanto presidente dell'autorità di informazione finanziaria scrive una lettera il 12 gennaio 2012, trasmessa il giorno dopo dall'avvocato De Pasquale dell'autorità di informazione finanziaria per mail al presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi e precedentemente inviata al segretario di Stato Tarcisio Bertone. Il documento è la dimostrazione che lo Stato Vaticano ha arretrato, dopo l'approvazione della legge del dicembre del 2011 che ha rappresentato certamente un primo importante passo verso l'apertura alla trasparenza bancaria. Anche se l'intero impianto soffre del fatto che nello Stato Città del Vaticano «La forma di governo è la monarchia assoluta. Capo dello Stato è il Sommo Pontefice, che ha la pienezza dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario». Ed è quindi improprio parlare di indipendenza e autonomia, per esempio, dell'autorità di informazione finanziaria. Peccato che come segnala Nicora in neretto: «Non va trascurato l'aspetto attinente ai profili di opportunità verso l'esterno e al rischio reputazionale a cui può andare incontro la Santa Sede». Insomma, l'AIF ad avviso degli interroganti è oggi poco più che uno specchietto per le allodole, privata dei poteri. Un'autorità depotenziata che ha perso la sua guerra con la linea di chiusura sposata dal segretario di Stato Bertone, perché evidentemente si era mostrata troppo collaborativa con le autorità italiane. Questo è segnalato proprio dal cardinale Attilio Nicora quando si vede sottoporre la prima bozza del decreto (poi pubblicato il 25 gennaio) il 9 gennaio e che è divenuta un decreto - da convertire entro 90 giorni - che prevede la drastica riduzione dei poteri dell'AIF di ispezione nei conti dello IOR;

sempre il 15 febbraio l'agenzia Ansa, in merito ai documenti di cui sopra, ha interpellato il professor Ranieri Razzante, presidente dell'Aira, l'Associazione italiana responsabili antiriciclaggio e docente di legislazione antiriciclaggio all'università di Bologna, il quale afferma: «Per i poteri che gli conferisce la legge, l'Aif, l'Autorità di controllo vaticana, può richiedere e avere accesso alle informazioni finanziarie. E se, per fare un esempio, volesse chiedere informazioni in merito ai movimenti di denaro oggetto dell'inchiesta che coinvolge lo Ior, aperta nel settembre 2010 e di cui tuttora si sta occupando la Procura di Roma, potrebbe assolutamente farlo. La retroattività a mio avviso qui non c'entra»;

l'Ansa scrive anche che «Fonti vicine all'Aif confermano che lo scenario descritto dal quotidiano è nella sostanza "abbastanza realistico", al di là di "qualche imprecisione"». E ricorda che «Al centro della vicenda c'è anche l'inchiesta della Procura di Roma per due operazioni disposte dallo Ior con la movimentazione di 20 milioni destinati alla JP Morgan e di 3 milioni alla Banca del Fucino». Fatto rispetto al quale il professor Razzante chiosa «Benché avviata nel settembre 2010, prima dell'entrata in vigore della legge quell'inchiesta è aperta. Quindi, anche la questione della retroattività o meno della legge vaticana mi sembra del tutto relativa: l'Aif, a mio avviso, può chiedere informazioni su quelle operazioni. Più in generale ritengo che l'Aif sia ancora un soggetto monco sotto il profilo procedurale, perché a quasi un anno dall'emanazione della legge mancano i regolamenti attuativi che indicano come si fa la segnalazione di operazioni sospette o come si trasmettono i dati: questo rende la norma stessa non applicabile in alcune sue parti e depotenzia l'Aif. Ci sono poi altri aspetti da modificare, come quello che i pagamenti in contanti non vengono censiti sotto la soglia dei 15 mila euro. Ritengo, quindi, che il Vaticano sia ancora lontano dalla white list dell'Ocse che riunisce i paesi virtuosi dal punto di vista delle regole antiriciclaggio e che il percorso da fare sia ancora lungo» -:

se sia a conoscenza dei fatti narrati in premessa;

se e quali iniziative possa o intenda assumere e in particolare se non intenda adottare ogni iniziativa sul piano diplomatico perché lo Stato vaticano offra la più ampia collaborazione all'autorità giudiziaria italiana.(5-07140)