ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07138

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 652 del 19/06/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/14853
Firmatari
Primo firmatario: TURCO MAURIZIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 19/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 19/06/2012
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 19/06/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 19/06/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 19/06/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 19/06/2012


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 19/06/2012
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 19/06/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 26/07/2012
Stato iter:
26/07/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/07/2012
Resoconto GULLO ANTONINO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 26/07/2012
Resoconto TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 19/06/2012

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 26/07/2012

DISCUSSIONE IL 26/07/2012

SVOLTO IL 26/07/2012

CONCLUSO IL 26/07/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07138
presentata da
MAURIZIO TURCO
martedì 19 giugno 2012, seduta n.652

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri.
- Per sapere - premesso che:

il 31 gennaio 2012 sul quotidiano il fatto quotidiano è stato pubblicato un articolo di Marco Lillo «Norme antiriciclaggio: è la Santa sede a imporre le sue condizioni all'Italia» dal quale si evince che:

a)il quotidiano è entrato in possesso di un documento riservato - «Memo sui rapporti IOR-AIF» - dal quale emerge il rifiuto del Vaticano a dare informazioni allo Stato per le vicende antecedenti al primo aprile 2011, ovvero da quando è entrato in vigore il nuovo organismo per la trasparenza finanziaria voluto da Papa Benedetto XVI;

b) il Governo Monti dovrebbe fare la voce grossa e ottenere il rispetto degli impegni assunti in materia di antiriciclaggio, ma c'è un piccolo particolare: il Ministro della giustizia, che dovrebbe essere in prima linea in questa battaglia, è stato l'avvocato del presidente della banca vaticana (lo IOR) Ettore Gotti Tedeschi;

c)il «Memo sui rapporti IOR-AIF» ed è un documento «confidenziale» e «riservato» circolato negli uffici del Papa e della segreteria di Stato e annotato a penna da una mano che - secondo gli esperti di cose Vaticane - potrebbe essere quella di monsignor Georg Ganswein, il segretario di Benedetto XVI. È stato scritto da un personaggio molto in alto che si può permettere di sottoporre la sua analisi ai vertici del Vaticano. Al di là di chi sia l'autore, il «memo» dimostra che il Papa, il segretario di Stato Tarcisio Bertone, il presidente dello AIF, l'autorità di controllo antiriciclaggio, Attilio Nicora e i vertici dello IOR sono tutti a conoscenza della linea sul fronte antiriciclaggio che si può sintetizzare così: non si deve collaborare con la giustizia italiana per tutto quello che è successo allo IOR fino all'aprile 2011;

d) il «memo», come dimostrano le note appuntate a penna dalla segreteria del Santo Padre, è stato «Discusso con SER (Sua Eminenza Reverendissima) il Cardinale Bertone il 3 novembre» 2011. L'autore della nota, favorevole a una maggiore apertura verso Bankitalia e le Procure, aggiunge: Bertone «si è trovato d'accordo sulle mie considerazioni! Incontrerà SER il cardinale Attilio Nicora (Presidente dell'AIF) e il direttore AIF (Francesco Ndr) De Pasquale». Il memo, così annotato, è stato poi girato, al presidente dello IOR e al direttore dell'AIF. Basta scorrere il testo per capire la rilevanza della partita in gioco: «Dall'entrata in vigore della legge vaticana anti-riciclaggio, avvenuta il primo aprile 2011, si sono tenuti numerosi incontri tra lo IOR e l'AIF (Autorità creata dalla nuova legge del Vaticano, ndr), rivolti da una parte a dimostrare alla nuova Autorità le iniziative intraprese per l'adeguamento delle procedure interne alle misure introdotte dalla legge...»,

in questa prima parte il memo ripercorre la vicenda del mutamento della normativa antiriciclaggio, intervenuto sotto la spinta dell'indagine della procura di Roma. Il pubblico ministero Stefano Rocco Fava e il procuratore aggiunto Nello Rossi - a settembre del 2010 - avevamo sequestrato 23 milioni di euro che stavano per essere trasferiti dal conto dello IOR presso il Credito Artigiano alla Jp Morgan di Francoforte (20 milioni di euro) e alla Banca del Fucino (3 milioni) e aveva indagato il presidente IOR, Ettore Gotti Tedeschi e il direttore Cipriani. Secondo i pubblici ministeri, lo IOR si era rifiutato di dire «le generalità dei soggetti per conto dei quali eventualmente davano esecuzioni alle operazioni». Cioè chi era il reale proprietario dei soldi;

dalle indagini della Guardia di finanza emergeva un quadro inquietante: lo IOR mescolava sul suo conto al Credito Artigiano i 15 milioni di euro provenienti dalla CEI, e frutto dell'8 per mille dei contribuenti italiani, con fondi di soggetti diversi. Non solo: da altre operazioni emergeva che lo IOR funzionava come una fiduciaria e i suoi conti erano stati usati per schermare persino i proventi di una presunta truffa allo Stato italiano realizzata dal padre e dallo zio (condannato per fatti di mafia) di don Orazio Bonaccorsi;

di fronte a un simile scenario, i pubblici ministeri romani si erano opposti al dissequestro dei 23 milioni di euro nonostante le dotte motivazioni dell'avvocato del presidente dello IOR, il professor Paola Severino. Il Ministro ora ha lasciato lo studio e si è cancellato dall'Albo, anche se non ha comunicato alla procura chi la sostituirà nella difesa di Gotti Tedeschi. A sbloccare la situazione comunque non fu l'avvocato Severino ma il Papa in persona. Con una lettera apostolica per la prevenzione e il contrasto delle attività illegali in campo finanziario il 30 dicembre 2010, Benedetto XVI ha istituito l'Autorità di informazione finanziaria (AIF), per il contrasto del riciclaggio. I pubblici ministeri romani motivarono così il loro parere favorevole al dissequestro nel maggio 2011: «L'AIF ha già iniziato una collaborazione con l'UIF fornendo informazioni adeguate su di un'operazione intercorsa tra IOR e istituti italiani e oggetto di attenzione»;

peccato che, un minuto dopo essere rientrato in possesso dei suoi 23 milioni di euro, lo IOR ha cambiato completamente atteggiamento. Tanto che in procura non si nasconde il disappunto per quel dissequestro «sulla fiducia». Ora si scopre che la giravolta vaticana è una scelta consapevole delle gerarchie, come spiega lo stesso «memo» discusso dai cardinali Nicora e Bertone e dallo stesso Gotti Tedeschi. «L'AIF (...) ha inoltrato allo IOR alcune richieste di informazioni relative a fondi aperti presso l'Istituto, cui quest'ultimo ha corrisposto, consentendo tra l'altro lo sblocco dei fondi sequestrati dalla Procura di Roma (...) Ultimamente, tuttavia la Direzione dell'Istituto ha ritenuto di riscontrare le richieste dell'AIF - relative ad operazioni sospette o per le quali sono in corso procedimenti giudiziari - fornendo informazioni soltanto su operazioni effettuate dal primo aprile 2011 in avanti. Nel corso dell'ultimo incontro tra IOR e AIF del 19 ottobre u.s. tale posizione è stata sostenuta dall'avvocato Michele Briamonte (dello studio Grande Stevens, ndr), sulla base di un generale principio di irretroattività della legge, per il quale le misure introdotte dalla legge antiriciclaggio, (...) non possono valere che per l'avvenire»;

questa linea interpretativa, ovviamente, ostacola enormemente il lavoro degli investigatori italiani e l'AIF ne è consapevole tanto che, come si evince dal «memo», ha ribadito «il proprio diritto/dovere ad accedere a tutti i dati e le informazioni in possesso dello IOR (...) motivando tale posizione con argomentazioni attinenti alla lettera e alla ratio della legge, al rispetto degli standard internazionali cui la Santa Sede ha aderito, allo svuotamento dell'effettività della disciplina appena introdotta, al rischio di una valutazione negativa dell'organismo internazionale chiamato a esaminare il sistema Vaticano di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo». Purtroppo l'operazione trasparenza, secondo quanto appare agli interroganti, era solo uno specchietto per le allodole. Nel frattempo il Vaticano ha spostato la sua operatività dalle banche italiane alla JP Morgan, soprattutto a Francoforte. La banca americana ha però un solo sportello (non accessibile alla clientela comune) a Milano, che è già finito, da quello che risulta al Fatto, nel mirino dell'attività ispettiva della Banca d'Italia. E così il 25 gennaio 2012 è stato pubblicato un decreto pontificio che ha ratificato tre convenzioni contro il riciclaggio. Sembra ci sia anche un articolo sull'obbligo di «adeguata verifica» prima del fatidico primo aprile. In procura però stavolta non si fidano;

tutte le valutazioni relative allo status internazionale della Santa sede sono state già fatte presenti nella interrogazione a risposta scritta 4-14439 -:

quali iniziative intenda prendere di fronte a quello che appare agli interroganti un sostanziale tentativo di eludere le leggi italiane. (5-07138)