ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07093

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 650 del 14/06/2012
Abbinamenti
Atto 5/07090 abbinato in data 06/08/2012
Firmatari
Primo firmatario: GOISIS PAOLA
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 14/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIVOLTA ERICA LEGA NORD PADANIA 14/06/2012
GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD PADANIA 14/06/2012
CAVALLOTTO DAVIDE LEGA NORD PADANIA 14/06/2012


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 14/06/2012
Stato iter:
06/08/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/08/2012
Resoconto ROSSI DORIA MARCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 06/08/2012
Resoconto GOISIS PAOLA LEGA NORD PADANIA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 14/06/2012

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 06/08/2012

DISCUSSIONE IL 06/08/2012

SVOLTO IL 06/08/2012

CONCLUSO IL 06/08/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07093
presentata da
PAOLA GOISIS
giovedì 14 giugno 2012, seduta n.650

GOISIS, RIVOLTA, GRIMOLDI e CAVALLOTTO. -
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:

l'istituto comprensivo «Giulio Tifoni» di Pontremoli ha sorprendentemente decretato la bocciatura di cinque bambini (tre stranieri e due italiani, uno dei quali disabile) frequentanti la prima classe della scuola primaria;

i genitori dei bambini in parola avrebbero annunciato ricorso per chiedere l'annullamento dei provvedimenti, nonché una sorta di class action per chiedere i danni al Ministero dell'istruzione e al dirigente scolastico del sopra citato «istituto», per ottenere, se previsti, anche risarcimenti a livello esistenziale;

anche in precedenza l'istituto in parola sarebbe stato oggetto di diffida e ricorso al Tar della Toscana per la formazione delle cosiddette «classi pollaio», che avrebbe riconosciuto la legittimità delle doglianze dei genitori degli studenti della suddetta scuola primaria, che oltre a ritenere la bocciatura dannosa per l'equilibrio psicologico del proprio figlio, rimarcherebbero l'inadeguatezza della scuola a insegnare a «scrivere e far di conto» a tutti gli scolari;

secondo notizie diffuse da diversi media, anche i genitori dei nuovi primini starebbero pensando di cautelarsi contro la decisione della scuola di istituire, per il prossimo anno, due nuove classi di 29 alunni ciascuna;

secondo l'opinione del dirigente scolastico dell'istituto in parola, l'esistenza delle classi pollaio sarebbe da addebitare a un'organizzazione sbagliata dell'organico (numero di insegnanti, bidelli e personale tecnico amministrativo assegnati a un istituto comprensivo); l'incremento di talune classi sarebbe determinato dall'esistenza di «classi chioccia» nel medesimo istituto, con un numero di alunni di circa 15, e con una classe che conterebbe 11 studenti. L'ufficio scolastico regionale - secondo il dirigente scolastico - «non considera la situazione di ogni singola scuola, ma ragiona a livelli di plesso»;

appare chiaro che anche l'istituto in parola abbia dovuto stabilire il criterio di sopravvivenza, imposto ai plessi scolastici, basato unicamente sul numero degli alunni;

i criteri e i parametri per la formazione delle classi sono fissati dal regolamento approvato con decreto del Presidente della Repubblica del 20 marzo 2009, n. 81;

le classi di scuola primaria sono di norma costituite con un numero di alunni non inferiore a 15 e non superiore a 26, elevabile fino a 27 qualora residuino resti;

le classi delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le sezioni di scuola dell'infanzia, che accolgono alunni con disabilità, sono costituite secondo i criteri e i parametri di cui all'articolo 5 del citato «Regolamento sul dimensionamento»;

con circolare ministeriale n. 25 del 29 marzo 2012, prot. n. 400 recante «Dotazioni organiche del personale docente per l'anno scolastico 2012/2013», il Ministro interrogato ha raccomandato «la massima attenzione nella costituzione delle classi con alunni disabili, nel senso di limitare, per quanto possibile, in presenza di grave disabilità, la formazione delle stesse con più di 20 alunni»;

in effetti, le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, ivi comprese le sezioni di scuola dell'infanzia, che accolgono alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non più di 20 alunni, «purché sia esplicitata e motivata la necessità di tale consistenza numerica, in rapporto alle esigenze formative degli alunni disabili, e purché il progetto articolato di integrazione definisca espressamente le strategie e le metodologie adottate dai docenti della classe, dall'insegnante di sostegno, o da altro personale operante nella scuola»;

è consentito derogare, in misura non superiore al 10 per cento, al numero minimo e massimo di alunni per classe previsto, per ciascun tipo e grado di scuola;

al riguardo si sottolinea che il decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009, prevede tra l'altro che le dotazioni organiche siano stabilite sia in base alla previsione dell'entità e della composizione della popolazione scolastica, sia con riguardo alle esigenze degli alunni disabili, nonché in previsione «degli alunni di cittadinanza non italiana»;

la necessità di nuovi risparmi di denaro pubblico, ha previsto la fusione di tutte le direzioni didattiche e delle scuole medie in nuovi istituti comprensivi addirittura di 1.400 alunni vicino ai «vecchi comprensivi» di 600 alunni, con grave pregiudizio degli alunni;

il dirigente scolastico dell'istituto in parola avrebbe dichiarato quanto segue: «Per il loro bene e seguendo una normativa ministeriale che lo prevede le insegnanti hanno scelto all'unanimità di far ripetere loro l'anno. Può succedere che per immaturità gli alunni abbiano bisogno di più tempo per apprendere e in questi casi è capitato. Siamo stati molto combattuti e ci dispiace ma io stesso ho fatto visita alla classe e seguito i bambini in alcune prove. Non sono capaci di scrivere una frase minima sotto dettatura»;

uno dei cinque alunni bocciati sarebbe seguito dall'insegnante di sostegno e in questo caso «sarebbe stato il gruppo di lavoro composto di esperti a esprimere il parere»; in tre casi gli studenti hanno origini straniere, ma non sarebbe stata la conoscenza della lingua italiana l'intralcio all'apprendimento; in alcuni casi si tratterebbe di bambini «anticipatari», cioè che sono stati iscritti alle elementari un anno prima degli altri»;

da un'ispezione interna sarebbe emerso che «la maggior parte dei bambini, oltre ai 5 bocciati, non avrebbe raggiunto gli obiettivi minimi del programma ministeriale»;

la qualità dell'esistenza di ogni bambino è influenzata dal modo in cui egli apprende, fin dai primi anni, ad affrontare le proprie emozioni: se in lui prevalgono reazioni emotive distruttive, queste finiranno per caratterizzare la sua vita scolastica determinando relazioni insoddisfacenti con i compagni e con gli insegnanti;

secondo molti psicologi ed educatori, quanto più il bambino è in grado di vivere emozioni positive in ambito scolastico, tanto più accelera l'apprendimento;

quasi tutti i bambini all'inizio della scuola primaria si accostano all'apprendimento con un notevole entusiasmo che però va smorzandosi col passare del tempo. Solo se lo studio viene associato a stati d'animo piacevoli, sarà stimolata la capacità di partecipazione attiva dell'alunno al processo di apprendimento. Purtroppo questo si verifica ancora piuttosto raramente, per l'impossibilità degli insegnanti a facilitare l'esperienza di emozioni positive nel contesto scolastico;

i più recenti contributi nell'ambito della prospettiva cognitivo-comportamentale hanno evidenziato che i meccanismi psichici che governano le reazioni emotive sono da identificare come meccanismi cognitivi, cioè modalità di pensiero, rappresentazioni mentali;

l'insegnamento della filosofia del pensiero razionale con l'intento di aiutare se stessi e gli altri, rappresenta un mezzo efficace per permettere ad insegnanti e alunni una vita scolastica più felice e produttiva -:

se, alla luce dello sconcertante provvedimento di non ammissione alla seconda classe della scuola primaria dei bambini in parola, non ritenga opportuno intervenire per sollecitare una nuova ispezione nell'istituto comprensivo «Giulio Tifoni» di Pontremoli, al fine di valutare con maggiore rigore gli insegnamenti e il programma didattico, svolti in particolare nella scuola primaria;

se non ritenga altresì importante verificare la legittimità e le «inderogabili necessità» legate all'aumento del numero degli alunni nelle due classi della scuola primaria in parola, rispetto alle previsioni, secondo i criteri ed i parametri previsti dal regolamento approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009, e, nel caso, quali iniziative intenda esercitare nei confronti della dirigenza scolastica;

in vista della scadenza relativa alla riorganizzazione della rete scolastica, fissata al 31 gennaio 2012, se intenda valutare l'opportunità di consentire ai nuovi istituti comprensivi di derogare dai parametri numerici previsti dal decreto-legge n. 98 del 2011, convertito con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011, non già per rispettare il valore numerico degli alunni assunto come media regionale, bensì per salvaguardare il progetto educativo - formativo degli studenti della scuola dell'obbligo, in particolare dell'istruzione primaria;

se intenda valutare la necessità di integrare le materie curriculari della scuola primaria con i contenuti di un programma di educazione razionale emotiva all'interno della programmazione annuale, prevedendo la formazione obbligatoria dei docenti in questo settore. (5-07093)