ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07080

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 649 del 13/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: BENAMATI GIANLUCA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 13/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DUILIO LINO PARTITO DEMOCRATICO 13/06/2012


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 13/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 13/06/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07080
presentata da
GIANLUCA BENAMATI
mercoledì 13 giugno 2012, seduta n.649

BENAMATI e DUILIO. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

la Parmalat spa è un'azienda italiana specializzata nel latte, yogurt, panna e nel settore alimentare;

è uno dei principali attori internazionali e le sue attività, sparse in tutto il mondo, includono 68 stabilimenti produttivi, offre i suoi prodotti a 17 milioni di famiglie italiane e a 200 milioni nel mondo;

in Italia, si rifornisce di latte da circa 800 stalle e costituisce uno dei maggiori aggregati del nostro sistema agroalimentare;

a seguito della gravissima crisi finanziaria che l'ha coinvolta nel 2003 ha dichiarato bancarotta ed è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria, ai sensi del decreto-legge n. 347 del 2003, con commissario straordinario il dottor Enrico Bondi;

da quella data è iniziato un pesante e severo percorso di risanamento e rinascita aziendale che ha visto una ristrutturazione industriale ed operativa del gruppo;

in questo quadro, fra le altre cose, nel dicembre 2005 la Parmalat ha ceduto la propria «divisione forno» all'azienda veronese Vicenzi e con essa i marchi Grisbi, Mr Day e ProntoForno;

nel maggio 2007 ha ceduto i marchi Pomì, Pomito e Pais alla Boschi Luigi & Figli spa e nel luglio 2009 la controllata australiana, Parmalat Food Products Pty Ltd, ha completato l'acquisizione di alcune attività di National Foods nel settore del latte fresco localizzate in Nuovo Galles del Sud e in Australia meridionale;

i notevoli sacrifici fatti nel risanamento aziendale sono riassumibili nelle indicazioni dell'allora commissario straordinario Enrico Bondi che indicava, in pubbliche dichiarazioni, come il totale dello stato passivo nel 2003 era di 14,5 miliardi di euro e il debito ristrutturato, ovvero l'ammontare dei crediti che hanno votato il concordato, era di 19,3 miliardi di euro;

nel 2011 la liquidità in cassa ammontava a poco meno di 1,5 miliardi di euro e questo dà la dimensione del grande lavoro di risanamento svolto;

nel marzo 2011 la multinazionale francese Lactalis, che in Italia già possiede i marchi Galbani, Invernizzi, Locatelli e Cademartori, ha iniziato ad acquisire azioni Parmalat ed al 23 marzo Lactalis raggiunge il 29 per cento del capitale di Parmalat, appena sotto il limite del 30 per cento che comporta l'obbligo di offerta pubblica di acquisto (OPA);

il 26 aprile 2011 Lactalis annuncia il lancio di un'offerta pubblica di acquisto totalitaria sul capitale di Parmalat, al prezzo di 2,60 euro per azione, che si conclude con successo l'8 luglio 2011 e, ad oggi, la società è controllata per l'83,30 per cento dalla Lactalis;

nel prospetto di legge collegato all'offerta pubblica di acquisto appariva chiara l'intenzione di trasformare Parmalat nel gigante europeo del latte con uno sviluppo strategico di settore;

sempre secondo le indicazioni del prospetto dell'offerta pubblica di acquisto del maggio 2011 Lactalis risultava essersi esposta per 3,4 miliardi di euro, situazione che avrebbe portato l'indebitamento complessivo del gruppo francese a circa 6 miliardi di euro;

all'epoca dell'acquisizione sorsero quindi perplessità, anche di recente richiamate dalla stampa, sulla reale stabilità ed indebitamento del gruppo francese e sulla sostenibilità dell'operazione con il timore, da più parti evocato, che la disponibilità di cassa Parmalat potesse essere usata per ripagare i debiti della scalata;

su questo si ricorda, inoltre, che una norma precisa dello statuto della nuova Parmalat, sembrerebbe imporre che fino al 2020 non sia possibile distribuire utili agli azionisti in misura maggiore del 50 per cento e vincolando il resto allo sviluppo dell'azienda;

ad oggi, però, sono intervenute operazioni infragruppo mediante le quali Parmalat ha acquisito la società Lactalis Usa per un valore dell'operazione stimato attorno ai 904 milioni di dollari;

su questa operazione che è naturalmente valutata positivamente dagli amministratori, secondo notizie stampa, grava invece il giudizio negativo dei soci di minoranza come il gruppo Amber, il quale indica come «l'operazione infragruppo non appare corretta né sul piano formale né sostanziale»;

alcune rappresentanze sindacali hanno di recente espresso preoccupazione per il futuro di un patrimonio produttivo e occupazionale che va salvaguardato principalmente nel perimetro industriale italiano, indicando come il gruppo Lactalis avrebbe disatteso gli impegni per uno sviluppo di Parmalat attraverso la crescita delle sue aree di attività -:

se quanto in premessa corrisponda al vero e quale sia il reale stato della situazione e, ove necessario, cosa abbia in programma il Ministero dello sviluppo economico per garantire, nell'ambito delle sue competenze, il corretto sviluppo di un grande patrimonio industriale e tecnologico italiano garantendo il mantenimento di adeguati livelli occupazionali. (5-07080)