ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07075

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 649 del 13/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: GNECCHI MARIALUISA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 13/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RAMPI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 13/06/2012
DUILIO LINO PARTITO DEMOCRATICO 13/06/2012
BOCCUZZI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 13/06/2012
GATTI MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO 13/06/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 13/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 13/06/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07075
presentata da
MARIALUISA GNECCHI
mercoledì 13 giugno 2012, seduta n.649

GNECCHI, RAMPI, DUILIO, BOCCUZZI e GATTI. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:

il comma 18 dell'articolo 24 della legge n. 214 del 2011 ha stabilito che, a partire dal 1o gennaio 2012, vengono estesi i nuovi requisiti minimi per il conseguimento della pensione di vecchiaia (66 anni per uomini e 62 per donne, con aumento graduale a regime per queste ultime) anche ai lavoratori iscritti al fondo speciale delle Ferrovie dello Stato, istituito presso l'INPS ai sensi dell'articolo 43 della legge n. 488 del 1999, come se la suddetta tipologia di lavoratori non dovesse rientrare nel decreto di armonizzazione previsto;

in risposta agli atti di sindacato ispettivo 5-06696 Paladini e 5-06825 Damiano inerenti alle modifiche introdotte dalla norma richiamata, il Sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali Michel Martone, si limitava a rispondere in Commissione: «In definitiva il superamento delle situazioni evidenziate dagli onorevoli interroganti richiederebbe una modifica della normativa primaria recata dal decreto "Salva Italia". Occorre tuttavia rilevare che - qualora la prestazione di lavoro venga eseguita in orario notturno - tali lavoratori possono comunque usufruire dei benefìci ai fini pensionistici previsti dal decreto legislativo n. 67 del 2011, per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti. In siffatto contesto normativo, un accoglimento delle istanze sottese ai presenti atti parlamentari - volte ad estendere la normativa in materia di lavoro usurante anche al personale macchinista e viaggiante delle Ferrovie dello Stato - non può prescindere da un mirato intervento normativo - di rango primario - che comporterebbe l'allocazione di ingenti risorse finanziarie, la cui possibilità di reperimento deve essere valutata alla luce dell'attuale difficile quadro congiunturale»;

forse prima di modificare la normativa specifica di questo settore, si sarebbe dovuto tenere presente, come fatto rilevare, con lettera del 17 aprile 2012 ai Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico dal comitato amministratore del fondo speciale per il personale dipendente dalle Ferrovie dello Stato, che: «le attività che avevano determinato la necessità di prevedere requisiti agevolati di accesso alla pensione per i lavoratori che le svolgono, sono quelle attinenti alla condotta dei mezzi di trazione ferroviari (macchinisti e addetti alla condotta di mezzi di manovra), alle attività di scorta, di sicurezza e assistenza alla clientela a bordo treno (capi treno/capi servizio treno ed operatori specializzati di bordo), al personale addetto alla manovra nelle stazioni e negli scali ferroviari (aggancio e sgancio locomotive, composizione e scomposizione convogli ferroviari), al personale con status di marittimo, adibito alle attività di navigazione sulle navi traghetto delle Ferrovie dello Stato, che collegano le isole Sicilia e Sardegna con il continente, tutte attività caratterizzate dalla gravosità delle mansioni espletate (a bordo di treni con orari in turni non cadenzati ed articolati nelle 24 ore e nell'intero arco dell'anno, con esposizione a tutte le condizioni atmosferiche ed anche ad orario notturno)»; si sarebbe dovuto tenere presente la particolarità di questa tipologia di lavoratori, che peraltro non è più solo presente nelle Ferrovie dello Stato, ma anche in altre società ferroviarie, che operano sulla rete ferroviaria a seguito della liberalizzazione intervenuta in questo settore;

va ricordato che alla fine degli anni '70, l'ex azienda Ferrovie dello Stato diffuse i dati sulla mortalità dei ferrovieri che era di 72 anni in media, mentre per i macchinisti emerse il dato preoccupante di 64 anni;

non si sono trovati dati aggiornati sull'aspettativa di vita media di un macchinista ma gli interroganti ritendono che non possa essere cambiata di molto, rispetto al dato emerso alla fine degli anni '70;

con i nuovi requisiti per l'accesso alla pensione di vecchiaia (66 anni più l'aumento per aspettativa di vita a regime), si rischierebbe in teoria, in modo particolare per i macchinisti, che nessuno di loro arrivi più vivo alla pensione (pagando inutilmente contributi per una vita);

il precedente limite di 58 anni è stato fissato a suo tempo seguendo la logica delle visite mediche periodiche, cui ognuno di loro viene sottoposto (con una frequenza quinquennale in gioventù, che diventa annuale dopo i 50 anni) ed è noto che sono ben pochi quelli che risultano ancora «idonei» a svolgere la mansione all'età di 58 anni. Lo stesso dicasi per i manovratori addetti alla composizione e scomposizione dei convogli ferroviari negli scali;

il lavoro dei ferrovieri era ritenuto fino a pochi mesi fa così dannoso da non esser compreso neppure nella categoria dei lavori usuranti. A conferma di ciò si evidenzia che essi fanno turni notturni e orari altamente irregolari, stanno a lungo in galleria, sono sottoposti a campi magnetici potenti (fino a 30 microtesla sulle linee Tav, anche se «discontinui», quando il limite di legge è 0,2), trasportano passeggeri e merci pericolose;

dopo 15-20 anni presentano in genere problemi alla vista e all'udito; dopo 20-25, intorno all'80 per cento presenta problemi alla colonna vertebrale, soffrono di disfunzioni della pressione, colesterolo, e altro, e se dichiarati inidonei, sono di difficile ricollocazione in altre attività o mansioni ferroviarie;

è quanto meno opportuno esperire le verifiche necessarie sui lavoratori che operano in questo specifico settore per valutare quale sia l'aspettativa di vita e anche l'età media in cui, a causa delle condizioni di salute, possono essere dichiarati inidonei all'esercizio ferroviario -:

se non ritenga il Ministro interrogato, di esperire le verifiche di cui sopra e di assumere iniziative per modificare la norma richiamata in premessa o per prevedere, in alternativa che per il settore delle attività ferroviarie vi siano gli stessi requisiti di accesso alla pensione previsti per i lavoratori addetti a mansioni particolarmente faticose, usuranti e pesanti.(5-07075)