ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07074

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 649 del 13/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: ZAMPARUTTI ELISABETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 13/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 13/06/2012
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 13/06/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 13/06/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 13/06/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 13/06/2012


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 13/06/2012
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 13/06/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 20/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 13/06/2012

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 20/06/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07074
presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI
mercoledì 13 giugno 2012, seduta n.649

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

è prevista la realizzazione di una centrale a carbone da 1.320 megawatt tra Saline joniche e Montebello jonico da parte della società italo-svizzera Sei, costituita da due linee gemelle da 660 megawatt ciascuna e relative opere connesse (opere portuali, sistema di trasporto per il carbone, sottoprodotti di processo ed altri materiali solidi, presa acqua mare, scarico acque di raffreddamento, elettrodotto) presso l'area industrializzata ex-Liquichimica di Saline Joniche nel comune di Montebello Jonico (RC), per un costo di oltre un miliardo di euro cui si aggiungerebbero 500 milioni di euro di investimento per le infrastrutture, più 1,7 milioni di euro all'anno per i costi di esercizio, il tutto per un impiego di personale all'interno della centrale stimato essere pari a circa 140 unità lavorative;

il 21 ottobre 2010, la commissione via (valutazione di impatto ambientale) del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha dato parere positivo al progetto SEI per questa nuova centrale a carbone a Saline Joniche (Reggio Calabria) che verrebbe a collocarsi in un territorio tra i più belli e pregiati della costa reggina calabrese, in linea di continuità con i tentativi falliti di industrializzazione del passato, compromettendo la vocazione turistica di quest'area grecanica dove vivono piccole comunità rurali di minoranza linguistica dei greci di Calabria, l'intera filiera del bergamotto e le altre attività produttive dell'area, con conseguente perdita di posti di lavoro esistenti e delle fonti di reddito alternative. In particolare, il prelievo abnorme di acqua marina comporterà uno sconvolgimento dell'ecosistema marino con gravi ripercussioni sulla marineria locale e sulle attività collegate, sull'agricoltura e sullo sfruttamento a fini turistici delle attività già insediate o da insediare (si rinvia alle valutazioni effettuate nel prosieguo del parere);

il suddetto parere è stato espresso nonostante:

a) il Ministero per i beni e le attività culturali con nota dell'8 giugno 2010 (prot. DVA-2010-0015065 dell'11 giugno 2010, CTVA-2010-0001942 del 17 giugno 2010) avesse espresso parere contrario alla richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale presentata dal proponente e relativa al progetto della centrale e dell'elettrodotto che in questo modo ha recepito e concordato con i pareri contrari espressi dalla Soprintendenza per beni archeologici della Calabria (nota prot.7797 del 17 maggio 2010), dalla Soprintendenza per beni architettonici e paesaggistici per le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia (nota prot. 649 del 16 aprile 2010) e dalla direzione generale per le antichità (nota prot. 4685 del 21 maggio 2010);

b) la regione Calabria, pur non avendo formalmente espresso il proprio parere nella presente procedura, abbia espresso il proprio orientamento negativo in una serie di occasioni;

l'argomentazione che si legge nel parere positivo di VIA per cui «sebbene non si ritenga probabile che la realizzazione della Centrale in progetto possa diventare un motore di sviluppo turistico, le possibilità di riconversione dell'area a tale vocazione sono oggi fortemente compromesse dallo stato di degrado del sito e non sono al momento noti progetti alternativi di recupero ambientale finalizzati allo sviluppo del turismo» è, a giudizio degli interroganti, inaccettabilmente appiattita sulle posizioni del proponente e su forme di industrializzazione che proprio in quest'area hanno lasciato profonde ferite che occorrerebbe curare invece di aggravare;

è ingiustificabile, ad avviso degli interroganti, il passaggio in cui la posizione espressa da Mibac, per il quale la parte dell'area della centrale ricade in area sottoposta a vincolo archeologico diretto, poiché interessata da emergenze di età romana, e anche l'area limitrofa a quella vincolata (lato ovest) potrebbe essere interessata dalla presenza di livelli antropici antichi, viene letteralmente cestinata con l'argomentazione addotta dal proponente che afferma invece che il vincolo non sussiste in quanto non è stato validamente apposto (è stato disposto con atto della Soprintendenza invece che del Ministero, come richiesto dalla legge n. 1089 del 1939 e dalla attuale normativa) e che in ogni caso da apposito studio di rischio archeologico dallo stesso prodotto, che ha previsto anche l'esecuzione di indagini tramite Georadar, è stata esclusa la presenza di emergenze archeologiche all'interno dell'area di ubicazione della centrale;

senza contare poi che in relazione alla maggiore emissione di CO2 connessa alla combustione del carbone, nonostante si dica che le due linee da 660 megawatt e sono state progettate con modalità «CO2 capture ready», per ammissione dello stesso proponente si afferma che: «l'implementazione dei sistemi di cattura della CO2 dipenderà dal quadro più generale di sostegno nella fase dimostrativa di una tecnologia sperimentata dal punto di vista tecnologico, ma non ancora commercialmente matura» e che per questo motivo allo stato attuale non è stato approntato uno stadio di dettaglio sull'implementazione del sistema di cattura e stoccaggio della CO2 relativamente all'impianto; nonostante poi si affermi che «allo stato attuale della progettazione inoltre non sono disponibili dati specifici relativi ai quantitativi di ammoniaca, ossigeno, acetilene, benzine ed eventuali altri gas o liquidi infiammabili ordinariamente presenti all'interno del sito di progetto» con quello che agli interroganti appare un volo pindarico si arriva ad affermare che «Secondo le valutazioni preliminari, si tratterà comunque degli stessi quantitativi normalmente presenti in impianti assimilabili a quello oggetto dello studio, e dunque tali da non rientrare nel campo di applicazione della direttiva Seveso, ma soggetti alla normativa in materia di Sicurezza e Prevenzione Incendi»;

il tutto in un'area il cui rischio sismico viene considerato, seppur prudenzialmente, comunque medio-alto;

in data12 novembre 2011, è stato trasmesso uno schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri alla Presidenza del Consiglio dei ministri e con nota acquisita in data 7 marzo 2012 (prot. DVA-2012-0005809) la Presidenza del Consiglio dei ministri ha invitato a dare seguito al procedimento secondo le ordinarie procedure -:

se non ritenga urgente il Governo rivedere una politica di sviluppo tutta ancora incentrata su modelli vecchi di industrializzazione e quindi ritirare il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui in premessa;

se si intenda confermare il parere contrario espresso dal Ministero per i beni e le attività culturali in relazione alla richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale e come il Governo intenda adeguarsi. (5-07074)