GRIMOLDI e CAVALLOTTO. -
Al Ministro per i beni e le attività culturali.
- Per sapere - premesso che:
la chiesa dei santi Ippolito e Cassiano, costruita nel XII secolo a San Casciano, è una delle opere storiche e artistiche più importanti, un tempo meta dei cultori dello stile conosciuto come romanico - pisano;
detta chiesa, con i suoi magnifici architravi, ideati dallo scultore Biduino, oltre al valore storico-artistico, riveste anche un valore sociale, contribuendo alla costruzione di un positivo senso di identità ed appartenenza di coloro che fanno parte della comunità locale;
ripercorrendo la storia architettonica della chiesa, gli studiosi segnalano almeno cinque diversi campanili: il primo, costruito intorno al '600, poggiante sulla navata destra della chiesa, ma sostituito nell'800 con uno nuovo, con pretese di stile medioevale, posto a sinistra dell'abside, fortunatamente fatto crollare dai tedeschi, durante la seconda guerra mondiale;
nel 1946 la popolazione decise di recuperare le macerie del precedente campanile ricostruendone uno nuovo, da «dopoguerra»;
nel 1986 la Soprintendenza competente ha approvato la realizzazione di un progetto per la messa in sicurezza del campanile, tenendo conto della regola secondo la quale «il restauro deve apportare modifiche che rendano gli edifici antichi riconoscibili»;
il campanile restaurato somiglia a giudizio degli interroganti a un «orrendo» parallelepipedo di cemento, del tutto fuori contesto storico rispetto all'architettura della chiesa millenaria in parola, tanto da suscitare critiche violente da parte di intellettuali, storici e critici d'arte, che si dividono tra coloro che ne invocano la demolizione, e altri convinti della necessità di rivestire il «brutto manufatto», con formelle in ceramica che richiamino i valori religiosi e storici del territorio circostante;
esistono sul territorio pisano tantissimi campanili, ricostruiti nel periodo del «dopoguerra», «sbeffeggianti» la solennità di tante chiese romaniche;
i rappresentanti istituzionali territoriali si sarebbero attivati per valorizzare il patrimonio romanico, attraverso un progetto di cooperazione territoriale transfrontaliera per la valorizzazione del patrimonio insistente sulle pendici del Monte Pisano, la Valdiera e la Valdicecina, escludendo, in questa prima fase, le chiese romaniche -:
se non ritenga opportuno adoperarsi per sollecitare un tavolo tecnico con i rappresentanti istituzionali territoriali, critici, storici, associazioni culturali, mecenati privati, per affrontare il tema della tutela delle chiese romaniche pisane dal punto di vista architettonico, con particolare riguardo al tema dei campanili e della relativa e impropria ricostruzione dal dopoguerra ad oggi. (5-07018)