ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06833

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 630 del 10/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: MURER DELIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 10/05/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 10/05/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 10/05/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-06833
presentata da
DELIA MURER
giovedì 10 maggio 2012, seduta n.630

MURER. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

ha suscitato grande allarme il caso delle protesi al seno di marca PIP (Polyimplants Prothese), prodotte in Francia e ritirate dal mercato perché soggette a rottura dell'involucro, che contiene silicone e quindi potenzialmente cancerogene;

in Francia le 30 mila donne portatrici di protesi Pip sono state invitate a presentarsi negli ospedali per sostituirle; si calcola che i casi di tumore al seno nelle portatrici di protesi Pip in Francia siano da dieci a venti, ma non è dimostrato il nesso di causa-effetto. Le autorità francesi hanno chiarito che il reclutamento per la sostituzione andava fatto con «urgenza» per quanto non esista un «rischio conclamato di contrarre il cancro»;

l'azienda francese ha venduto 30 mila protesi in 65 Paesi dal 1991 fino a marzo 2010 quando ha cessato l'attività; il suo fondatore Jean Claude Mas si è difeso dicendo di aver utilizzato «un gel alimentare non autorizzato ma non tossico»; analisi successive avrebbero però dimostrato che all'interno delle Pip compaiono anche un additivo per carburante, il Baysilone oltre al Silopren e al Rhodorsil, usati nell'industria per la gomma; sull'onda di queste informazioni anche la Gran Bretagna - che in un primo momento aveva smorzato gli allarmismi - ha aperto un'inchiesta e sta valutando se invitare le inglesi a rimuovere le protesi;

la sottoscritta, unitamente alle colleghe Miotto e Pedoto, ha già presentato in data 11 gennaio 2012, un atto di sindacato ispettivo (n. 5-05903) con il quale, informando il Governo del caso francese, si chiedeva quali iniziative si intendessero assumere per tutelare la salute delle donne italiane che si sono sottoposte ad impianto di protesi mammaria di marca Pip;

il Ministro della salute, nel fornire risposta in Commissione, in data 12 gennaio 2012, ha comunicato, tra le altre cose, che il 29 dicembre 2011 è stata adottata un'ordinanza diretta a individuare i portatori delle protesi mammarie Pip impiantate nel nostro Paese, che «impone a tutte le strutture ospedaliere e ambulatoriali pubbliche e private, accreditate o autorizzate, di redigere - entro 15 giorni dalla pubblicazione - un elenco nominativo di tutti i casi riguardanti l'impianto di Pip a partire dal 1o gennaio 2001»;

da notizie di stampa, pare siano 3.911 le protesi Pip impiantate in Italia; intervenendo alla trasmissione televisiva Porta a Porta, il Ministro interrogato ha spiegato che per il censimento delle protesi potenzialmente difettose, «abbiamo seguito un criterio cautelativo e ragionevole», e quindi potrebbe ammontare a qualche centinaio il numero di protesi sfuggito allo stesso censimento; il Ministro ha poi chiarito che solo qualora ci fossero rotture o sospetti di rotture, si propone alla persona portatrice di protesi l'espianto;

il Ministro ha anche affermato che «non c'è alcuna evidenza» che le portatrici di Pip siano a rischio della vita e che «non sono dimostrabili gli effetti cancerogeni»;

da notizie in possesso dell'interrogante, riguardanti alcuni casi specifici, le convocazioni effettuate delle donne portatrici di protesi Pip sono state effettivamente orientate solo alla verifica, con esame ecografico e visita, della integrità della protesi, da effettuarsi, peraltro, senza urgenza, preferibilmente nell'arco di sei mesi dalla comunicazione;

tale verifica non ha previsto, però, a quanto consta all'interrogante, domande, nel caso di donne che si sono sottoposte all'impianto della protesi dopo episodi tumorali, su eventuali casi di recidiva del tumore stesso; lo screening si sarebbe limitato a richieste sullo stato della protesi, e su eventuali conseguenze psicologiche -:

se sia stato completato lo screening delle donne italiane portatrici di protesi al seno di marca Pip;

se sono disponibili e può fornire tali dati, regione per regione;

se sia stato compiuto uno studio, acquisendo informazioni in sede di screening, su eventuali casi di recidiva del tumore per donne che si sono sottoposte a impianto di protesi al seno di marca Pip e, in caso di risposta negativa, per quale ragione non si sia ritenuto di acquisire informazioni in tal senso.(5-06833)