FEDRIGA. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:
già con atto di sindacato ispettivo n. 5-06599, tuttora privo di risposta, l'interrogante richiamava l'attenzione del Governo sulla notizia - diffusa a mezzo stampa l'11 aprile 2012 - che la Stock Spirits Group intende chiudere la storica fabbrica di Trieste per trasferire, dal mese di giugno 2012, la produzione nello stabilimento di Pilsen (Repubblica Ceca);
sempre nel citato atto di sindacato ispettivo l'interrogante denunciava la oramai prassi consolidata che alla cessione della proprietà italiana all'estero segua, in breve tempo, la scelta di chiudere gli stabilimenti italiani e delocalizzare la produzione, perché più conveniente, a scapito delle nostre fabbriche, dei nostri lavoratori e del made in Italy;
la Stock Srl - si ricorda -, dal 1884 azienda leader in Italia nella produzione di liquori e distillati, proprietaria di alcuni dei marchi più conosciuti come Brandy Stock 84, Grappa Julia, Limoncè, Vodka Keglevich, nel maggio 2007 è passata di mano dalla tedesca Eckes AG al fondo finanziario americano di private equità, la OakTree, trasformandosi da società per azioni in società a responsabilità limitata;
secondo quanto pubblicato su Il Piccolo di Trieste il 9 maggio 2012, nonostante i tentativi di mediazione in questi mesi, la proprietà della Stock ha confermato la propria decisione di chiudere lo stabilimento giuliano, chiarendo che la procedura di mobilità avviata in aprile riguarda esclusivamente la sede di Trieste e non anche quella di Milano;
in un primo momento, invece, si era ipotizzato che la produzione rimanesse a Trieste, insieme agli uffici strettamente connessi ad essa come logistica, laboratorio e ufficio acquisti, mentre a Milano sarebbero stati dislocati gli uffici vendite, marketing, oltre all'intera amministrazione (in tutto 40 persone su un totale di 97 unità tra impiegati e operai), e, sebbene si paventasse tra i dipendenti l'ipotesi di delocalizzazione, la proprietà aveva negato tale circostanza;
in un'assemblea del 3 maggio 2012 i lavoratori hanno deciso di chiedere un intervento diretto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, attraverso l'unità di crisi, ed il coinvolgimento della presidenza della regioni Friuli Venezia Giulia e Lombardia, per un eventuale alleggerimento dei costi della struttura amministrativa e commerciale di Milano;
secondo i sindacati anche strutture finanziarie governative quali Simest, per il sostegno del made in Italy, o regionali quali Friulia, potrebbero intervenire attraverso precisi piani finalizzati al mantenimento dello stabilimento;
un plauso meritano i lavoratori interessati dalla vicenda, il cui senso di responsabilità li ha indotti a proseguire il lavoro completando i piani di produzione assegnati, invece che scioperare e protestare, nonostante il loro futuro è la perdita dell'occupazione -:
se ed in quali termini, nell'ambito della propria competenza, il Governo intenda intervenire sulla vicenda, a salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti interessati nonché di un patrimonio storico-economico importante nella storia triestina, e quale sia la risposta alla richiesta avanzata il 3 maggio 2012 dai lavoratori e dai sindacati.(5-06828)