DI BIAGIO e MADIA. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
- Per sapere - premesso che:
la tragedia della nave da crociera Concordia, protagonista di un drammatico incidente al largo dell'Isola del Giglio, nell'arcipelago toscano, ha evidenziato l'importanza della professione subacquea nell'espletamento di interventi delicati e complessi come la ricerca ed il recupero dei dispersi, lo scandaglio della struttura incidentata e la messa in sicurezza della stessa e dell'area circostante;
decine di operatori subacquei sono stati coinvolti immediatamente dopo i tragici fatti della nave e il loro complesso lavoro rappresenta uno degli elementi determinanti delle operazioni di intervento delle autorità competenti;
purtroppo, secondo l'interrogante, si tende a considerare questa categoria di lavoratori soltanto in occasioni tragiche, come quella che ha visto protagonista la nave Concordia, sminuendone di fatto la rilevanza e limitando gli interventi di natura regolamentare ed operativa di cui la stessa necessita;
nella fattispecie, al momento sussistono molteplici criticità di natura normativa in capo alla disciplina delle attività subacquee, sia sotto il profilo della sicurezza che quello organizzativo e previdenziale tale da rendere complessa addirittura l'esplicazione delle stesse attività e da limitarne in maniera drastica la competitività e la validità a livello internazionale;
l'Italia rimane l'unico Paese in Europa a non aver predisposto un quadro unitario e onnicomprensivo alla base della disciplina delle attività subacquee finalizzato a identificare, oltre che tutelare, la categoria degli operatori subacquei e iperbarici;
infatti, in Italia molte aziende operanti nel settore, qualora impegnate su aree internazionali, spesso al fine di espletare attività di questo tipo fanno riferimento a società estere più rispettose della normativa europea in materia, anche se meno valide;
la prassi, drammaticamente consolidatasi, mette in evidenza che ciascun comparto dell'attività industriale fa riferimento a operatori subacquei inquadrandoli però sotto il profilo contrattuale in categorie fortuite, del tutto slegate al tipo di attività e responsabilità in capo all'operatore stesso, e dunque in assenza di adeguata tutela legislativa;
dal novembre 2009 è pendente in Parlamento un'ipotesi di testo unificato recante disciplina delle attività subacquee ed iperbariche, punto di approdo normativo di tre proposte di legge e del lavoro di un tavolo tecnico che ha visto partecipi attivi e trasversali deputati, organizzazioni di settore e tecnici specialisti;
dalle informazioni a disposizione dell'interrogante, risulta che l'impasse al momento sussistente in relazione al proseguo dell'iter è causata da un rallentamento delle attività del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che al momento non risulta aver ancora elaborato la necessaria relazione tecnica propedeutica al parere della ragioneria di Stato, della Commissione bilancio e dunque necessaria a garantire il prosieguo dell'iter;
dal 2009 ad oggi l'impasse burocratica che vincola il prosieguo dell'iter parlamentare ha di fatto consentito il permanere nell'ambiente delle attività subacquee di una sorta di anarchia e confusione tale da condurre a molteplici incidenti, talvolta mortali, che potevano essere sicuramente evitati -:
se intenda adottare ogni adempimento di competenza al fine di favorire il rapido svolgimento dell'iter parlamentare di cui in premessa. (5-06670)