ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06667

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 626 del 26/04/2012
Firmatari
Primo firmatario: FIORIO MASSIMO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/04/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 23/04/2012
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 23/04/2012
TRAPPOLINO CARLO EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 23/04/2012
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO 23/04/2012
ZUCCHI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 23/04/2012
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 23/04/2012
BRANDOLINI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO 23/04/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 23/04/2012
Stato iter:
13/11/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/11/2012
Resoconto BRAGA FRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 13/11/2012
Resoconto FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 26/04/2012

DISCUSSIONE IL 13/11/2012

SVOLTO IL 13/11/2012

CONCLUSO IL 13/11/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-06667
presentata da
MASSIMO FIORIO
giovedì 26 aprile 2012, seduta n.626

FIORIO, CENNI, OLIVERIO, TRAPPOLINO, SANI, ZUCCHI, AGOSTINI e BRANDOLINI. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:

il settore del vino, per varietà, qualità e fatturato, rappresenta una delle eccellenze del «Made in Italy» ed è un volano insostituibile per la crescita sociale, occupazionale ed economica del nostro Paese;

il regime dei diritti di impianto dei vigneti rappresenta lo strumento principale per gestire le produzioni nazionali, in ambito comunitario, del settore vitivinicolo. Tale strumento assicura la salvaguardia degli investimenti qualitativi portati avanti dai produttori e conseguentemente i livelli occupazionali del comparto oltre all'equilibrio quantitativo delle produzioni, soprattutto di pregio, rispetto alle richieste del mercato;

l'Ocm vino (Organizzazione comune di mercato del vino) attualmente in vigore a livello comunitario ha fissato il divieto di impiantare nuovi vigneti fino alla data del 31 dicembre 2015 (articolo 90 del regolamento CE numero 479 del 2008), lasciando la facoltà ai paesi membri di prolungare tale data fino al termine dell'anno 2018. Conseguentemente dal 2019 verrà attuata la completa liberalizzazione delle superfici vitate;

il Governo ed in particolare il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha, in numerose occasioni, contrastato i contenuti e gli effetti di tale liberalizzazione. Il sottosegretario di Stato Roberto Rosso (rispondendo alla interrogazione numero 5/04519, a prima firma del deputato Massimo Fiorio in data 30 maggio 2011) ha segnalato la volontà dello stesso dicastero di «intervenire nell'ambito della discussione della riforma dell'Ocm vino, per sollevare la questione a livello di Consiglio e Parlamento europeo, coinvolgendo anche gli altri grandi Paesi produttori affinché sia mantenuto l'attuale sistema di "blocco" degli impianti post 2015 per tutti i paesi dell'Unione europea e per tutte le tipologie di vino»;

lo stesso Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Saverio Romano, il 15 aprile 2011, affermava a mezzo stampa che la «liberalizzazione dei diritti di impianto a partire dal 2015, disposta dalla regolamentazione comunitaria vigente, rischia di compromettere in modo irreparabile quanto di buono è stato fatto negli ultimi decenni dal comparto nazionale. Il sistema attualmente in vigore regola l'impianto delle nuove vigne, evitando che una repentina impennata degli investimenti possa destabilizzare gli equilibri di mercato, con effetti negativi sui redditi dei viticoltori e sulla qualità del prodotto. L'obiettivo comune è, e deve rimanere, la qualità delle nostre produzioni e la garanzia del reddito per i nostri vitivinicoltori, finalità certamente non perseguibili attraverso l'aumento incontrollato del prodotto immesso al consumo. Da parte mia prendo fin da ora l'impegno a sollevare e sostenere questo tema in tutte le sedi opportune a livello comunitario»;

i Ministri dell'agricoltura di 10 Stati europei (Italia, Francia, Germania, Ungheria, Romania, Cipro, Portogallo, Grecia, Austria e successivamente la Spagna) hanno inviato, nel mese di aprile 2011, una lettera al Commissario dell'Unione europea all'agricoltura Dacian Ciolos, per chiedere di rivedere i termini di entrata in vigore della soppressione dei «diritti di impianto» nel settore vitivinicolo;

in merito a tale richiesta la Commissione europea ha successivamente dichiarato, in una nota stampa del 20 aprile 2011, che «prima della fine dell'anno prossimo la Commissione Ue presenterà un'analisi più precisa dell'impatto della riforma. A quel momento vedremo se tutte le condizioni sono riunite per garantire che ogni segmento dei mercati dei vini potrà, nei prossimi anni, esprimere tutto il suo potenziale, in particolare dal punto di vista della qualità dei prodotti»;

la Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, il 25 maggio 2011, nell'ambito dell'approvazione della relazione sulla Pac (Politica agricola comune) verso il 2020, ha adottato un emendamento per il mantenimento del sistema dei diritti di impianto di nuovi vigneti;

le associazione italiane del settore hanno espresso forti preoccupazioni rispetto alla liberalizzazione dei diritti di impianto: «Eliminare i diritti di impianto - ha dichiarato Mario Guidi, presidente di Confagricoltura - avrebbe conseguenze gravissime: aumento incontrollato delle superfici a denominazione d'origine, eccedenze nell'offerta, concentrazione nelle aree con costi di produzione più bassi, flessione del valore del vigneto, affermazione di una viticoltura lontana dalla nostra storia. Senza il sistema dei diritti crollerebbe la base della piramide qualitativa del nostro sistema di denominazioni. Il senso di responsabilità verso i nostri produttori ci impone di difendere quanto da loro storicamente creato e valorizzato, in primis il patrimonio territoriale e ampelografico»; la Cia ha poi rimarcato la necessità di rafforzare «il fronte contrario ad un provvedimento che rischia di annullare anni di lavoro in Italia per costruire un sistema vitivinicolo di qualità, fondato sulle denominazioni di origine e sul ruolo dei Consorzi di tutela per la loro gestione e valorizzazione» sollecitando «che su questa materia ci sia, in ambito comunitario, un'attenta riflessione e valutazione. Bisogna scongiurare il pericolo di una sovrapproduzione, di un ulteriore calo dei prezzi e di una diminuzione della qualità»;

per Riccardo Ricci Curbastro, presidente Efow (European federation of origin wines-Bruxelles) e Federdoc (Federazione italiana consorzi tutela vini Doc) «la liberalizzazione totale dei diritti di impianto dal 2016 avrebbe conseguenze drammatiche sul settore dei vini di qualità, tra cui sovrapproduzioni e conseguenti crolli dei prezzi, delocalizzazioni e perdita dei posti di lavoro, industrializzazione del prodotto e perdita della qualità». Gli effetti della eliminazione dei diritti di impianto, che esistevano per la Francia dal 1953 e per gli altri Paesi europei dal 1976, secondo Federdoc, potrebbero essere devastanti, con probabili aumenti delle superfici vitate, solo per citare alcuni esempi, per la Cotes du Rhone (Francia) da 61.000 ettari a 120.000 ettari, per la Rioja (Spagna) da 60.000 a 350.000 ettari, per il Chianti (Italia) da 17.000 a 35.000 ettari;

è stato inoltre rimarcato che la liberalizzazione dei diritti di impianto dei vigneti potrebbe mettere a rischio anche il patrimonio paesaggistico e naturale di molte zone italiane ed europee;

anche il settore vitivinicolo sta risentendo della profonda crisi economica in atto: l'offerta del vino prevale sulla domanda e la produzione è superiore alla capacità di assorbimento. La liberalizzazione potrebbe aggravare quindi la sostenibilità economica ed occupazionale dell'intero comparto;

la Commissione agricoltura della Camera dei deputati il 13 luglio 2011 ha approvato all'unanimità una risoluzione (numero 8/00134, a prima firma del deputato Massimo Fiorio) che impegna, nello specifico, il Governo «ad intervenire, in sede comunitaria, al fine di pervenire ad una revisione delle disposizioni previste dal regolamento (CE) 479/2008, che stabiliscono, a partire dal 1o gennaio 2016, la liberalizzazione dei diritti di impianto, i cui effetti negativi e penalizzanti esposti in premessa rischiano di determinare evidenti danni economici sull'intera filiera vitivinicola italiana, con innegabili ripercussioni sul piano occupazionale del comparto interessato»;

secondo quanto riportato da fonti stampa il 26 marzo 2012 il Commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale Dacian Ciolos ha dichiarato la riapertura del dossier sulla liberalizzazione dei vigneti annunciando «l'insediamento il prossimo 19 aprile di un Gruppo di Alto livello deputato a valutare la questione», anche in seguito alla protesta di «15 Stati membri che temono che si metta a rischio il valore aggiunto delle denominazioni legate al territorio». Un'apertura quindi dovuta al dissenso di numerosi Paesi europei: «compito del Gruppo di Alto livello - sempre secondo le indicazioni di Dacian Ciolos - sarà quello di capire se ci sono nuovi elementi per implementare la riforma del vino» -:

se il Governo sia a conoscenza del programma di lavoro, delle indicazioni emerse, dei risultati o di documenti prodotti, fino ad oggi, dal «Gruppo di Alto livello» annunciato dal Commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale;

quali provvedimenti urgenti abbia assunto fino ad oggi e quali intenda intraprendere in futuro il Governo italiano in sede comunitaria, soprattutto rispetto ai contenuti della risoluzione numero 8/00134, citata in premessa, per assicurare una revisione delle disposizioni previste dal regolamento (CE) 479/2008. (5-06667)