ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04766

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 474 del 18/05/2011
Firmatari
Primo firmatario: FIANO EMANUELE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/05/2011


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 18/05/2011
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/05/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-04766
presentata da
EMANUELE FIANO
mercoledì 18 maggio 2011, seduta n.474

FIANO. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

secondo numerose fonti tra cui un recente articolo pubblicato da «La Repubblica» il gioco d'azzardo legale in Italia determina un fatturato che nel 2011 potrebbe arrivare a circa 80 miliardi di euro e su questa cifra lo Stato incassa il 10 per cento;

il settore avrebbe circa 120 mila addetti;

le grandi società che gestiscono circa la metà di quel fatturato attraverso slot machine, lotterie e scommesse sportive, sono 10;

oltre a questo, ci sono altri 1.500 concessionari/gestori che si spartiscono l'altra metà del fatturato;

alcune di queste aziende hanno una struttura societaria ben ricostruibile, come Lottomatica e Snai, mentre per altre con sedi all'estero è molto difficile stabilire gli intrecci societari e quindi i veri proprietari;

nelle ultime settimane sia la Corte dei Conti che la direzione nazionale antimafia e la Commissione parlamentare antimafia, in vista della scadenza del 16 maggio 2011, data nella quale devono rinnovarsi le concessioni, hanno manifestato molti dubbi e sospetti sui criteri di assegnazione delle nuove concessioni;

la Direzione nazionale antimafia scrive che lo Stato italiano ha stabilito concessioni con «grande superficialità» e «senza un approfondito esame dei soggetti che avevano presentato domanda»;

alle dieci concessionarie spetta la condizione della rete telematica con l'obbligo di assicurarne l'operatività;

queste società incaricano i gestori di installare gli apparecchi tipo videopoker e slot-machine (attualmente 400 mila), per poi affidarli agli esercenti dei locali pubblici;

le concessionarie svolgono il ruolo anche di esattori del prelievo erariale unico, che poi versano ai Monopoli;

il fatturato è passato dai 47,5 miliardi di euro del 2008 ai 61,5 del 2010 con un risultato previsto per il 2011 di 80 miliardi di euro;

8 di tali concessionarie non sono italiane: la Cogetec è di proprietà della Cogemat, società per azioni di proprietà al 71 per cento della OI Games 2, con sede a Lussemburgo;

Gamenet è al 42 per cento (quota di maggioranza) della Tcp Eurinvest, sede Lussemburgo; Hbg è al 99 per cento di proprietà della lussemburghese Karal: solo l'1 per cento è di proprietà di un italiano.

Antonio Porsia (che è anche l'amministratore delegato), imprenditore definito dalla stampa finanziaria il nuovo numero uno delle sale da gioco;

il gruppo delle «lussemburghesi» è chiuso dalla Sisal, al 97 per cento della Sisal Holding finanziaria, società per azioni al 100 per cento della Gaming Invest, sede nel Granducato;

ci sono poi le società spagnole: Godere, al 100 per cento del gruppo Godere Internacional, e Cirsa di Cirsa international Gaming Corporation;

le altre due concessionarie sono: G. Matica - al 95 per cento della Telcos, una società a responsabilità limitata con 126 mila euro di utile che è controllata per il 52 per cento dalla Almaviva Technologies (altra srl della famiglia Tripi) e per il 37 per cento della Interfines Ag, sede legale Zurigo, e Atlantis, oggi sostituita da B Plus Giocolegale limited, che ha la sede principale a Londra con 68 dipendenti e una «sede secondaria» a Roma;

come scrive Alberto Custodero ne La Repubblica del 9 maggio 2001 «proprio la ex Atlantis - che controlla il 30 per cento del mercato dello slot-machine - è al centro di dubbi e polemiche. A rappresentarla in Italia - sede in via della Maghanella 65 a Roma - con la qualifica di «preposto», figura il trentunenne catanese Alessandro La Monica. A questa concessionaria la Direzione nazionale antimafia ha dedicato un intero capitolo. La Atlantis - si legge nell'ultimo rapporto della Direzione antimafia - con sede a Saint Martin nelle Antille Olandesi, è stata successivamente sostituita, in seguito a sollecitazione da parte dei Monopoli, dalla Società Atlantis Giocolegale con sede in Italia. «Gli amministratori - scrivono i magistrati antimafia - sono Francesco e Carmelo Maurizio Gorallo, entrambi figli di Gaetano. La storia di quest'ultimo è abbastanza nota essendo stato già condannato per vari reati ed essendo notoria la sua vicinanza a Nitto Santapaola». «Si deve infatti rammentare che, come riferito da alcuni collaboratori, la famiglia Santapaola gestisce proprio nelle Antille Olandesi, e proprio a Saint Martin, un casinò presso il quale Gaetano Gorallo fin dagli anni 80 svolgeva l'attività di procacciatore di clienti. Lo stesso aveva poi proseguito la sua collaborazione in altri casinò in varie zone dell'America, sempre riconducibili alla famiglia Santapaola». Raccontano i giudici che i fratelli Corallo hanno smentito di avere rapporti di affari con il padre Gaetano rivendicando la loro autonomia di imprenditori, e gli accertamenti espletati non hanno fatto emergere contatti sospetti, né con il padre, né con il direttore o altri funzionari dei Monopoli. «Proprio su questi aspetti - si legge ancora nella relazione - la Dda di Roma ha indagato Giorgio Tino (ex direttore dei Monopoli), nonché alcuni esponenti della famiglia mafiosa dei Corallo». La Direzione distrettuale antimafia romana ha scritto infatti: «Si appurava che lo svolgimento della gara e l'individuazione dei concessionari erano avvenuti sulla base di criteri assolutamente formali, attenendosi unicamente alle conformità degli assetti societari dichiarati. Un esame più attento faceva però emergere sospetti di concentrazione occulta tra alcuni concessionari (formalmente distinti, ma che mostravano collegamenti sia di persone fisiche sia di sedi)»;

peraltro nella relazione della Direzione nazionale antimafia nel capitolo relativo alle infiltrazioni criminose nel gioco lecito si sollevano dubbi sui criteri con i quali sono state scelte le concessionarie, per esempio con riferimento a società rimaste per lungo tempo debitorie nei confronti dello Stato per il mancato pagamento del Preu;

le indagini della magistratura hanno dimostrato che alcune di queste società con sedi estere avevano collegamenti con persone fisiche oggetto di procedimenti penali;

nel 2007 i giudici contabili del Lazio hanno contestato a tutte e 10 le concessionarie un danno erariale di 98 miliardi di euro provocato dal mancato collegamento delle macchine alla rete telematica dello Stato;

tale danno erariale è ancora oggetto di ricorso -:

rispetto alla scadenza prossima del 16 maggio 2011 se si intendano rinnovare le concessioni alle medesime società;

se si intendano modificare i criteri di selezione e come;

se si intendano predisporre iniziative anche normative atte ad eliminare la possibilità di infiltrazioni criminali e, in tale caso, quali. (5-04766)