ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03564

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 381 del 12/10/2010
Firmatari
Primo firmatario: CODURELLI LUCIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 12/10/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELLANOVA TERESA PARTITO DEMOCRATICO 12/10/2010
SCHIRRU AMALIA PARTITO DEMOCRATICO 12/10/2010
MIGLIOLI IVANO PARTITO DEMOCRATICO 12/10/2010
GATTI MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO 12/10/2010
BOCCUZZI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 12/10/2010
MATTESINI DONELLA PARTITO DEMOCRATICO 12/10/2010
FRONER LAURA PARTITO DEMOCRATICO 12/10/2010
GHIZZONI MANUELA PARTITO DEMOCRATICO 12/10/2010
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 12/10/2010
BRANDOLINI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO 12/10/2010
MURER DELIA PARTITO DEMOCRATICO 12/10/2010
RUBINATO SIMONETTA PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2010
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2010
BUCCHINO GINO PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2010
SERVODIO GIUSEPPINA PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2010
CASTAGNETTI PIERLUIGI PARTITO DEMOCRATICO 14/10/2010


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI 12/10/2010
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI 12/10/2010
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 28/10/2010
Stato iter:
28/10/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/10/2010
Resoconto RAVETTO LAURA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 28/10/2010
Resoconto CODURELLI LUCIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 12/10/2010

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 13/10/2010

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 14/10/2010

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 28/10/2010

DISCUSSIONE IL 28/10/2010

SVOLTO IL 28/10/2010

CONCLUSO IL 28/10/2010

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-03564
presentata da
LUCIA CODURELLI
martedì 12 ottobre 2010, seduta n.381

CODURELLI, BELLANOVA, SCHIRRU, MIGLIOLI, GATTI, BOCCUZZI, MATTESINI, FRONER, GHIZZONI, BRAGA, BRANDOLINI, MURER, RUBINATO, CENNI, BUCCHINO, SERVODIO e CASTAGNETTI. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:
la consigliera nazionale di parità è una figura istituita per la promozione ed il controllo dell'attuazione dei princìpi di uguaglianza di opportunità e non discriminazione per uomini e donne nel mondo del lavoro. È nominata con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro delle pari opportunità, e nell'esercizio di tale funzione la consigliera riveste anche la qualifica di pubblico ufficiale ed ha l'obbligo di segnalazione all'autorità giudiziaria per i reati di cui viene a conoscenza, si occupa della trattazione dei casi di discriminazione di rilevanza nazionale, e della promozione di pari opportunità anche mediante la partecipazione a diversi organismi di rilevanza nazionale che si interessano di politiche attive del lavoro, di formazione e di conciliazione. Le azioni della consigliera nazionale di parità si caratterizzano, dunque, per una duplice funzione istituzionale: di vigilanza contro le discriminazioni e di promozione della parità e pari opportunità in ambito lavorativo, collaborazione con istituzioni e attori del mondo del lavoro al fine di promuovere la costituzione di reti/network: una complessa interazione, che prevede momenti di collaborazione e momenti di confronto, a tutela di interessi collettivi ed individuali che non trovano espressione sufficiente nei normali processi decisionali, a causa di fenomeni radicati di discriminazione e sottorappresentazione delle donne;
l'articolo 20 della direttiva 2006/54/CE riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego, recepita dal nostro Paese con il decreto legislativo n. 5, 25 gennaio 2010 prevede che:
«1. Gli Stati membri designano uno o più organismi per la promozione, l'analisi, il controllo e il sostegno della parità di trattamento di tutte le persone senza discriminazioni fondate sul sesso. Tali organismi possono far parte di agenzie incaricate, a livello nazionale, della difesa dei diritti umani o della salvaguardia dei diritti individuali.
2. Gli Stati membri assicurano che nella competenza di tali organismi rientrino:
a) l'assistenza indipendente alle vittime di discriminazioni nel dare seguito alle denunce da essi inoltrate in materia di discriminazione, fatto salvo il diritto delle vittime e delle associazioni, organizzazioni o altre persone giuridiche di cui all'articolo 17, paragrafo 2;
b) lo svolgimento di inchieste indipendenti in materia di discriminazione;
c) la pubblicazione di relazioni indipendenti e la formulazione di raccomandazioni su questioni connesse con tali discriminazioni;
d) al livello appropriato, lo scambio di informazioni disponibili con gli organismi europei corrispondenti, come un futuro Istituto europeo per l'eguaglianza di genere»;
le discriminazioni vissute dalle donne lavoratrici negli ultimi tempi sono notevolmente aumentate. Secondo il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, rispondendo ad un atto di sindacato ispettivo (5-02121) presentato dall'interrogante, ha dichiarato che nell'anno 2009, le infrazioni e le irregolarità nei confronti delle lavoratrici madri, sono aumentate del 57 per cento;
nonostante l'esistenza di una normativa avanzata, che prevede per le donne il diritto a non essere licenziate entro l'anno di età del figlio e la possibilità di utilizzare anche i congedi e le formule di conciliazione previste dai contratti di lavoro, pervengono notizie di licenziamenti e di dimissioni «volontarie» che riguardano appunto mamme lavoratrici di bambini con età inferiore ai 12 mesi;
domenica 26 settembre 2010, nel reportage televisivo presa diretta, condotto da Riccardo Iacona sono state raccontate esperienze di giovani donne, madri e lavoratrici, che sono state licenziate nonostante fossero in possesso di regolare contratto di lavoro o alle quali è stato negato l'accesso al part-time impedendo loro di conciliare le esigenze familiari con quelle professionali. Il part-time è comunque penalizzante per le donne, perché le retribuzioni basse portano a pensioni basse, è usato come alibi per non progredire in carriera, ma la mancanza di sevizi, di piani di conciliazione, di responsabilizzazione dei padri rendono purtroppo obbligatoria almeno la riduzione dell'orario di lavoro. In tutti i casi si sono palesati evidenti casi di discriminazione nei confronti delle donne -:
alla luce degli innumerevoli episodi di discriminazione suddetti, quali azioni e attività siano state messe in campo dagli organismi preposti, a livello locale e nazionale, a partire dai casi più noti sollevati dai mass-media.
(5-03564)