ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03562

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 381 del 12/10/2010
Firmatari
Primo firmatario: DI CAGNO ABBRESCIA SIMEONE
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 11/10/2010


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 11/10/2010
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 12/10/2010

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-03562
presentata da
SIMEONE DI CAGNO ABBRESCIA
martedì 12 ottobre 2010, seduta n.381

DI CAGNO ABBRESCIA. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

secondo quanto riportato da un articolo pubblicato dal quotidiano: «La Gazzetta del Mezzogiorno» in data 1o ottobre 2010, da diversi mesi, numerose aziende certificate e specializzate nella gestione dei rifiuti, propongono al comune di Bari, il ritiro gratuito dei prodotti vegetali utilizzati nelle cucine all'interno delle abitazioni private e quasi sempre gettati nei lavandini e quindi nelle condotte della fognatura;

quanto predetto, oltre a causare gravi danni quali, l'intasamento delle fogne, l'ingrassamento dei ratti, il rischio piuttosto reale di bloccare il sistema di depurazione, avvelena, in particolare, l'acqua e inquina il mare e comunque va ad aggravare in modo anomalo il sistema di depurazione delle acque;

la conferma della pericolosità ambientale proviene anche da una società di smaltimento dei predetti rifiuti che interpellata, sostiene che un solo litro «soffoca» uno specchio d'acqua di un chilometro quadrato, per circa 4 mesi, ed è per tale motivazione che la legge ha imposto l'obbligo del riciclo a tutte le attività professionali che finiscono con il produrre olio vegetale esausto (come ad esempio: frigoriferi e ristoranti);

il medesimo articolo inoltre, sostiene che nonostante non ci sia per i cittadini l'obbligatorietà della raccolta, per gli operatori professionali quali i ristoranti e simili tale adempimento risulta invece dovuto, come previsto dall'articolo 233 del decreto legislativo, n. 152 del 2006, che impone alle utenze che detengono oli e grassi vegetali ed animali esausti, di conferirli al CONOE - Consorzio obbligatorio nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali ed animali esausti, oppure mediante consegna a soggetti incaricati dal consorzio;

le aziende baresi che gestiscono la raccolta di oli esausti, secondo quanto riportato dall'articolo, sarebbero soddisfatte di ritirare i resti degli scarti di olio usato per le fritture e senza alcun onere per il comune di Bari, in considerazione della valenza economica proveniente dalla sporcizia che unge i lavelli e tubature distrugge l'ambiente, avvalorata anche dall'introduzione del BIODIESEL, che costituisce per le imprese del settore di smaltimento un'attività redditizia, in quanto riciclano gli scarti e li trasformano in carburante o in altri prodotti, ma ciononostante l'amministrazione di Bari non ha tuttora stipulato alcun accordo in tal senso;

a giudizio dell'interrogante, risulta quanto meno paradossale, che (sempre secondo quanto descrive il medesimo suddetto), vi siano enti locali, più modesti in termini di grandezza e d'importanza, rispetto alla città di Bari, che al contrario di quanto non ha fatto l'amministrazione del capoluogo di regione, hanno invece stipulato con le aziende di smaltimento dei rifiuti di olio vegetale esausto, la raccolta di prodotti vegetali gettati quasi sempre nei lavandini e quindi nelle condotte della fognatura -:

se e quali iniziative, nell'ambito delle sue competenze, intenda intraprendere al fine di promuovere ogni iniziativa che sia diretta a incentivare la raccolta degli oli usati, anche presso l'utenza domestica, in considerazione del fenomeno ambientale grave e pericoloso, relativo alla dispersione degli oli esausti che potrebbero al contrario costituire un volano di sviluppo se riutilizzati. (5-03562)