BARBATO. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:
l'anno 2012 è stato negativo per 1.600 distributori di carburante in Campania;
ne dà notizia il quotidiano Il Mattino nell'articolo: «Napoli, benzina: crollano le vendite a rischio ottomila posti di lavoro» a firma di Livio Coppola del 14 gennaio 2013;
la rete ordinaria ha infatti registrato negli ultimi dodici mesi un calo record delle vendite di benzina e gasolio, tanto che ciascun impianto ha erogato, in media, 107 mila litri in meno rispetto al 2011. Un crollo verticale, vicino al 10 per cento, dovuto alla crisi e alla conseguente contrazione dei consumi. Ad oggi, tra Napoli e le altre province, sono circa 8 mila gli addetti che rischiano il posto di lavoro per la possibile chiusura degli impianti maggiormente colpiti dalla recessione;
i conti dell'anno appena terminato sono stati riassunti in un amaro bollettino realizzato da Figisc e Anisa. I numeri del commercio in Campania sono da assoluto deficit e confermano l'allarme già lanciato la scorsa estate dagli addetti ai lavori, che più volte sono stati costretti all'agitazione e allo sciopero per chiedere alle compagnie petrolifere di abbassare il costo delle materie prime. Cosa praticamente mai avvenuta, tanto che il prezzo medio della benzina nel 2012 si è attestato su 1,787 euro al litro, mentre il gasolio si è fermato a 1,705 euro al litro;
il tutto per un rincaro superiore al 10 per cento rispetto all'anno prima, un aumento che di certo non ha spinto gli automobilisti a fare troppe volte il pieno. E gli effetti della crisi si sono fatti sentire chiaramente sugli impianti: nei 1.600 della regione sono stati erogati 670 milioni di litri di benzina, ben 71 milioni in meno dell'anno precedente. Di gasolio invece sono stati venduti 1 miliardo e 29 milioni di litri, 113 milioni in meno rispetto al 2011;
il risultato è che in media ciascun distributore ha erogato e venduto 107 mila litri in meno, con un calo del commercio pari al 9,7 per cento. Un trend a dir poco negativo, che ha già mietuto, purtroppo, le prime vittime dal punto di vista occupazionale. «La situazione che ereditiamo dall'anno appena trascorso è molto seria - spiega Claudio Burani, di Figisc-Confcommercio. Attualmente la nostra rete sta producendo i primi nuovi disoccupati, perché diversi impianti hanno dovuto ridimensionarsi o arrivare ad annunciare la chiusura. Il calo dei consumi è evidente e i prezzi sono quelli che sono -:
di quali elementi disponga il Governo e quali iniziative urgenti di competenza intenda adottare.(4-19488)