ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19456

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 739 del 22/01/2013
Firmatari
Primo firmatario: GAROFALO VINCENZO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 22/01/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 22/01/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19456
presentata da
VINCENZO GAROFALO
martedì 22 gennaio 2013, seduta n.739

GAROFALO. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

nell'ambito di una crisi persistente del settore della giustizia, la politica di revisione della geografia giudiziaria, contenuta all'interno dei decreti legislativi 7 settembre 2012, n. 155 recante «Nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell'articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148», e 7 settembre 2012, n. 156 recante «Revisione delle circoscrizioni giudiziarie - Uffici dei giudici di pace, a norma dell'articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148», risulta in evidente controtendenza, rispetto ad una prevalente esigenza di migliorarne il sistema e dalla necessità di una riorganizzazione più organica e razionale, nonché di potenziare le risorse umane e materiali in determinati distretti giudiziari afflitti da croniche difficoltà di funzionamento e di squilibri nella distribuzione dei flussi di lavoro;

con particolare riferimento al distretto di Messina, la giunta dell'Associazione nazionale magistrati e il consiglio dell'Ordine degli avvocati di Messina, rispettivamente in data 3 e 7 gennaio 2013, hanno evidenziato la grave situazione che coinvolge numerose circoscrizioni giudiziarie, sia sotto il profilo dell'insufficienza della pianta organica, che della soppressione di alcuni uffici giudiziari, oltre che di uno squilibrio penalizzante nell'ambito dei carichi di lavoro fra le sezioni distaccate;

l'interrogante segnala a tal proposito come avesse già manifestato, con l'interrogazione n. 4-17928 presentata lo scorso 3 ottobre 2012, le condizioni allarmanti e di difficoltà in cui si trova la città di Messina e la provincia, con riferimento alla scarsa qualità del servizio giustizia e dall'assenza di un'adeguata e armonica sinergia fra gli operatori del settore, a causa della carenza degli organici, i cui riflessi negativi incidono pesantemente sulle condizioni dei cittadini e sullo sviluppo economico e sociale del territorio, ampliati inoltre dalla crisi economica e recessiva in corso;

il quadro generale negativo e penalizzante esposto in precedenza dai suddetti organismi giuridici, coinvolge nel complesso sia il settore civile che penale, in un territorio caratterizzato peraltro da un alto tasso di criminalità organizzata:

la sezione distrettuale dell'Anm di Messina ha rilevato infatti, che presso il tribunale pendono attualmente oltre 22 mila cause civili ed ogni anno sono iscritte oltre 9 mila; il carico medio del ruolo civile ordinario di ciascuno dei magistrati del medesimo organo giudiziario (che conta su un organico mai interamente coperto negli ultimi otto anni di 42 magistrati, di cui solo 14 addetti alla materia civile) è calcolato pari a 1.500 cause, ovvero superiore al numero dei procedimenti civili complessivamente registrati dinanzi a molti dei tribunali da sopprimere, a cui vanno aggiunti quelli di volontaria giurisdizione, la materia tutelare, le procedure esecutive mobiliari ed immobiliari, i decreti ingiuntivi, le convalide di sfratto, le separazioni ed i divorzi non contenziosi;

presso il foro di Patti invece si registrano oltre 15 mila cause di lavoro e previdenza, 311 fallimenti, 754 esecuzioni immobiliari e circa 7 mila contenziosi civili, cui si aggiungono 3 mila cause civili presso la sezione distaccata di Sant'Agata Militello (sezione che probabilmente non ha in Italia termini di paragone in considerazione dei carichi di lavoro attualmente insostenibili);

il medesimo organismo giuridico ha rilevato inoltre, la necessità di considerare che al tribunale di Patti, confluiranno i procedimenti di competenza di Mistretta e che il tribunale di Barcellona P.G. su cui si segnalano di circa 8 mila procedimenti civili, 10 mila cause di lavoro e previdenza, 355 procedure fallimentari ed oltre 2 mila procedimenti esecutivi mobiliari ed immobiliari, rischia di non essere in grado di garantire uno svolgimento adeguato della propria attività giudiziaria, a causa dell'esorbitante mole di lavoro, il cui personale esiguo non è in grado di gestire;

nell'ambito dell'aspetto penale invece, la sezione distrettuale dell'Anm di Messina, ha evidenziato che l'intensa diffusione della criminalità organizzata, in particolare quella che opera proprio tra Barcellona P.G. e le aree limitrofe, rende straordinariamente difficile l'organizzazione di un sistema della giustizia efficiente e funzionale per il settore giudicante, a causa di un elevato numero di maxiprocessi e di richieste di misure di prevenzione personale e patrimoniale, che negli ultimi anni hanno registrato un aumento del 400 per cento, come peraltro confermato anche dalla Gazzetta del Sud lo scorso 8 gennaio;

l'articolo del medesimo quotidiano, ha confermato infatti quanto esposto dalla sezione distrettuale dell'Anm di Messina, richiamando l'attenzione inoltre sulla carenza di magistrati che operano all'interno degli uffici giudiziari messinesi, in particolare in quelli dei giudici per le indagini preliminari e Gup e ribadendo una situazione grave che coinvolge il sistema giudiziario di Messina e della provincia, come testimoniato dall'elevato numero dei procedimenti penali che attualmente sono in corso: circa 5 mila per il tribunale di Messina, mentre per il Foro di Barcellona Pozzo di Gotto e di Patti, al momento si registrano rispettivamente 2 mila e 2 mila e 500 procedimenti; i suesposti profili di criticità sono stati inoltre rilevati lo scorso 10 gennaio 2013, anche dalla camera civile di Messina, che ha deplorato la grave crisi in cui si dibatte il servizio della giustizia in generale e quella civile in particolare, nell'ambito del distretto interessato, proponendo la costituzione di un tavolo permanente composto da rappresentanti dell'avvocatura, da magistrati e da funzionari giudiziari, al fine della predisposizione di un documento conclusivo all'interno del quale, siano contenute le proposte prioritarie e più importanti da sottoporre al prefetto di Messina, ai soggetti istituzionali locali ed ai rappresentanti politici territoriali;

l'interrogante rileva inoltre, come il funzionamento della giustizia del distretto della giustizia messinese, rischia di peggiorare ulteriormente, in conseguenza della revisione della geografia giudiziaria, prevista dai suddetti decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 2012, con i quali si provvede alla soppressione di numerosi tribunali e procure, nonché delle sedi distaccate e di una riduzione degli uffici del giudice di pace;

l'articolo 1, comma 1 alla tabella a) del predetto decreto legislativo n. 155 del 2012, stabilisce infatti, a partire dal 13 settembre 2012, la soppressione del tribunale di Mistretta e delle sezioni distaccate di Lipari, Taormina, Sant'Agata di Militello e Milazzo, le cui nuove piante organiche saranno definite attraverso un decreto ministeriale, da adottarsi entro il 31 dicembre 2012, sentito il Consiglio superiore della magistratura;

l'interrogante rileva che, proprio il medesimo Organo costituzionale, lo scorso 13 giugno 2012, ha segnalato la grave insufficienza dell'organico del tribunale di Messina, evidenziando le evidenti difficoltà che i magistrati quotidianamente riscontrano, nell'esercizio del diritto e del funzionamento del sistema della giustizia, la cui tutela giurisdizionale, costituisce uno strumento imprescindibile per assicurare ai cittadini la garanzia e la piena attuazione dei loro diritti ed interessi legittimi, non solo in sede penale ma anche in ambito civile, tributario e amministrativo;

a tal proposito un articolo pubblicato dallo stesso quotidiano la Gazzetta del Sud lo scorso 13 gennaio 2013, ha riportato l'esistenza di un documento inviato dal Ministro interrogato al Csm, all'interno del quale nell'ambito della riorganizzazione dei tribunali e delle procure della Sicilia, il foro di Messina subirà una riduzione di quattro posti, mentre quello di Patti sarà ridimensionato attraverso una diminuzione di due magistrati in tribunale, ed uno in procura;
l'interrogante evidenzia che, nel caso fossero confermate le suddette riduzioni suindicate, tali decisioni oltre ad essere in contrasto con i rilievi evidenziati dal Csm, rischiano di determinare nell'ambito della geografia giudiziaria dei medesimi territori, ulteriori e gravi disagi di coordinamento e di funzionalità del sistema giudiziario, con prevedibili conseguenze negative nell'ambito sociale ed economico per le comunità locali interessate;

all'interno del suesposto scenario di evidente criticità, l'interrogante rileva altresì, ulteriori aspetti che appaiono in manifesta antitesi rispetto al suddetto documento di riorganizzazione dei tribunali e delle procure e sono rappresentati dalle condizioni poste dalla Commissione giustizia della Camera dei deputati il 1o agosto 2012, nell'ambito dell'esame dello schema del decreto legislativo n. 155 del 2012, precedentemente riportato al fine dell'espressione del parere;

la medesima Commissione parlamentare fra le diverse osservazioni, ha stabilito infatti che alcuni tribunali non sono suscettibili di essere soppressi: a) in quanto situati in aree caratterizzate da fenomeni di criminalità organizzata; b) in presenza di strutture dedicate agli uffici giudiziari, di recente costruzione e realizzazione, che hanno comportato notevoli investimenti di risorse pubbliche; c) in quanto necessari per decongestionare le aree metropolitane; d) in ragione della grande estensione territoriale del circondario. La Commissione ha altresì rilevato l'incongruità di alcuni accorpamenti che possono avere incidenza negativa, comportando forti disagi organizzativi e funzionali sia per gli utenti che per il servizio giustizia. La medesima Commissione ha ritenuto inoltre opportuno: il mantenimento per un periodo transitorio non superiore a cinque anni, di quelle sezioni distaccate attualmente esistenti che, per carico di lavoro riferito alle sopravvenienze, bacino di utenza, estensione territoriale (in alcuni casi più ampio della sede accorpante), caratteristiche specifiche della collocazione geografica (quale ad esempio l'insularità e le peculiarità delle zone montane o di confine) risultano oggettivamente necessarie per ovviare a disagi organizzativi per la popolazione e funzionali per il servizio giustizia;

in considerazione di quanto esposto, l'interrogante rileva come le osservazioni fatte dalla Commissione giustizia della Camera dei deputati, si attagliano direttamente e integralmente al distretto giudiziario di Messina, sia con riferimento all'elevata densità di criminalità organizzata, che alla posizione geografica insulare del territorio, risultando, come peraltro sopra, in palese contrasto con quanto sembrerebbero invece configurarsi le direttive contenute all'interno del Piano di riordino degli organici giudiziari, predisposto dal Ministro interrogato;

a giudizio dell'interrogante in definitiva, nella complessità delle diverse e articolate difficoltà precedentemente esposte che riguardano il funzionamento della giustizia nel messinese, occorrono misure rapide e incisive nettamente in controtendenza rispetto all'attuale situazione di scarsa efficienza del distretto giudiziario interessato;

appare indifferibile conseguentemente prevedere interventi in grado di rivedere l'intera pianta organica degli uffici giudiziari della città di Messina e della provincia, attraverso un potenziamento e una migliore ridistribuzione delle risorse umane e materiali in grado di fronteggiare l'evidente crisi sistemica in cui si trova l'intero apparato giudiziario, come segnalato in precedenza dagli organismi giuridici di Messina, nonché dalle associazioni imprenditoriali di Messina -:

se sia a conoscenza della situazione di estrema gravità che investe l'intero distretto giudiziario della città di Messina e della provincia, ormai da diversi anni e quali orientamenti intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;

quali iniziative urgenti e necessarie intenda intraprendere al fine di predisporre interventi rapidi, volti a potenziare l'intera pianta organica degli uffici giudiziari di Messina e delle città della provincia in particolare Barcellona P.G. e Patti, maggiormente interessate da un processo di decadimento del sistema organizzativo e funzionale del sistema giudiziario in evidente difficoltà, ridistribuendo inoltre le risorse umane, provenienti dalle sedi giudiziarie soppresse, in maniera più efficiente, sia nel settore civile che soprattutto in quello penale;

se intenda confermare quanto pubblicato lo scorso 13 gennaio 2013, dal quotidiano siciliano esposto in premessa, con riferimento alla riduzione della dotazione degli organici giudiziari previsti all'interno piano di riorganizzazione dei tribunali e delle procure, nell'ambito del distretto di Messina;

in caso affermativo, se non ritenga opportuno valutare l'opportunità di rivedere il suddetto ridimensionamento, in considerazione dei profili di criticità e delle disfunzioni esposte in premessa, preservando il numero complessivo della pianta organica degli uffici giudiziari di Messina e di Patti e provvedere alla copertura dei posti vacanti;

se le condizioni stabilite dalla Commissione giustizia della Camera dei deputati, nell'ambito dell'organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero come previsto dallo schema di decreto legislativo poi approvato come decreto legislativo n. 155 del 2012, con riferimento ai territori ad alto tasso di criminalità organizzata e alle caratteristiche geografiche insulari, le cui caratteristiche coinvolgono proprio la provincia di Messina, siano in contrasto con le intenzioni di ridimensionamento previsto all'interno del medesimo Piano di redistribuzione di magistrati;

se non convenga altresì che, nell'ambito della revisione delle circoscrizioni giudiziarie, che stabilisce la soppressione di alcuni tribunali con carichi di lavoro minimi sul territorio nazionale, occorra prevedere un adeguato ampliamento di quelle piante organiche degli uffici che necessitano di essere potenziati, a causa dei carichi di lavoro intensi, come quelli del distretto di corte di appello di Messina, il cui consolidamento sarebbe tra l'altro possibile, senza alcun onere per lo Stato;

se non ritenga infine opportuno, stante il livello di criticità esposto in premessa, valutare l'opportunità di destinare maggiori risorse finanziarie al funzionamento dell'intero distretto giudiziario messinese, in considerazione che un più efficiente funzionamento del sistema, può costituire i presupposti per determinare conseguentemente maggiori entrate per l'amministrazione dello Stato. (4-19456)