ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19411

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 739 del 22/01/2013
Firmatari
Primo firmatario: BARBATO FRANCESCO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 22/01/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 22/01/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19411
presentata da
FRANCESCO BARBATO
martedì 22 gennaio 2013, seduta n.739

BARBATO. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

per il 12 febbraio 2013 è previsto il primo sciopero di ginecologi e ostetriche;

l'astensione dal lavoro riguarda, oltre ai punti nascita del Servizio sanitario nazionale, anche i consultori familiari e gli ambulatori ostetrici extraospedalieri;

niente cesarei né induzione di parti programmati, per un totale di circa 1.100 interventi che dovranno essere rinviati o anticipati; poco meno di 600 sono cesarei;

si tratta di una «scelta estrema» di 15mila tra ginecologi e ostetriche;

il motivo, «i tagli alla sanità che hanno messo in ginocchio l'assistenza e il contenzioso medico legale arrivato ormai a livelli insostenibili»;

sotto accusa i tagli alla Sanità e il contenzioso medico-legale arrivato «ormai a livelli insostenibili»;

niente parti programmati (fatte salve le emergenze), esami, visite ed ecografie, negli ospedali pubblici e privati;

alla base della protesta due motivazioni. In primo luogo i tagli della spending review e delle altre manovre finanziarie degli ultimi anni che stanno mettendo in ginocchio l'assistenza sanitaria anche in settori chiave come quello del «percorso nascita, impedendone anche la messa in sicurezza». Seconda motivazione, spiegano i rappresentanti delle due categorie, la crescita ormai incontrollata del contenzioso medico-legale, che sta portando alla sempre maggiore diffusione del fenomeno della «medicina difensiva». Ginecologi e ostetriche si dicono pronti anche allo «sciopero del voto» se le forze politiche resteranno sorde alle loro richieste. Sarebbero 15mila voti in meno: gli scioperanti sono decisi, se non ci saranno segnali, a riconsegnare ai Comuni i certificati elettorali. Tre le richieste prioritarie a tutti i partiti impegnati nella competizione elettorale: la certezza del finanziamento per la sanità; l'impegno ad applicare immediatamente la riforma dei punti nascita, approvata due anni fa; la garanzia di misure incisive sulla responsabilità professionale in sanità;

il presidente della Federazione sindacale medici dirigenti (Fesmed) Carmine Gigli ha dichiarato che «il decreto Balduzzi, recentemente convertito in legge e che contempla alcune norme specifiche sulla responsabilità professionale, non ha offerto soluzioni». Neanche il problema dei costi proibitivi delle polizze assicurative, conclude, «viene risolto dal decreto Balduzzi, mancando l'atteso obbligo delle Asl ad assicurarsi e a mettere in sicurezza i punti nascita, e lasciando così il medico e gli altri professionisti sanitari da soli a contrastare spese legali ed eventuali risarcimenti milionari in sede civile». I premi assicurativi costano in media 15/20mila euro annui: numeri che hanno portato il 10 per cento delle Asl alla disdetta delle polizze nel 2011. Le stesse compagnie assicuratrici considerano svantaggioso assicurare i medici per i rischi di risarcimento in sede civile: a fronte di un monte premi assicurativo nella sanità di circa 500 milioni annui, dichiarano di pagare risarcimenti per il 160 per cento dei premi incassati. Nel 2011 il 5 per cento delle polizze è stato disdettato dalle compagnie. «Il 13 agosto - conclude Surico - diventerà obbligatoria l'assicurazione del singolo professionista. Ma i costi sono proibitivi e le compagnie si tirano indietro, vista l'entità del contenzioso. I medici sono lasciati soli. E una situazione gravissima»;

i dati sono stati diffusi dal corriere.it in data 16 gennaio 2013;

la proclamazione di sciopero non è ancora arrivata sul tavolo dell'Autorità di garanzia scioperi perché medici e ostetriche proseguono lo stato di agitazione in attesa di essere ricevuti dal governo;

l'agitazione è indetta da: Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi), Società italiana di ginecologia (Sigo), Associazione ginecologi universitari (Agui), Federazione sindacale medici dirigenti (Fesmed), Associazione ginecologi territoriali (Agite), Società italiana di ecografia ostetrica e ginecologica e metodologie biofisiche (Sieog) e Associazione italiana di ostetricia (Aio) -:

se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle agitazioni in atto anche alla luce del proclamato sciopero delle categorie di ginecologi ed ostetrici e quali misure intenda assumere a garanzia del servizio svolto nelle sale parto che non è privo di rischi sanitari sebbene si dice siano garantite le urgenze e se non ritenga il Ministro di ricevere al più presto una delegazione in rappresentanza delle categorie sindacali. (4-19411)