ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19328

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 738 del 21/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: SARDELLI LUCIANO MARIO
Gruppo: MISTO-ITALIA LIBERA-POPOLARI ITALIANI-POPOLARI PER L'EUROPA-LIBERALI PER L'ITALIA-PARTITO LIBERALE ITALIANO
Data firma: 21/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 21/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19328
presentata da
LUCIANO MARIO SARDELLI
venerdì 21 dicembre 2012, seduta n.738

SARDELLI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

in territorio giudiziario di Lucera (Foggia), nell'ambito di un procedimento penale che ha visto coinvolto, assieme ad altri 17 indagati, 4 (quattro) militari appartenenti all'Arma dei Carabinieri (Aidone Giovanni, Sillitti Giuseppe, Falco Michele e Glori Luigi, notissimi e pluri-deocrati tutori dell'Ordine), la procura della Repubblica di Lucera (in persona del procuratore capo dottor Domenico Seccia e del sostituto procuratore dottor Alessio Marangelli), chiedeva ed otteneva dal giudice per le indagini preliminari in sede (dottor Severino Antonucci), la massima misura cautelare personale (custodia carceraria presso il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, addirittura con isolamento), fondando tale richiesta esclusivamente sopra un numero rilevantissimo di intercettazioni telefoniche ed ambientali che hanno impegnato imponenti risorse di spese pubbliche, di tempo e di uomini;

il tribunale della libertà di Bari ha totalmente annullato, dopo circa un mese di sofferta detenzione, la misura della custodia cautelare in carcere per i predetti militari in virtù della totale insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza teorizzati dalla procura di Lucera con l'avallo del magistrato dell'ufficio del giudice per le indagini preliminari. E difatti, in uno dei passaggi più significativi del provvedimento del tribunale della libertà di Bari si legge testualmente quanto segue: «... il presupposto ravvisato dal g.i.p. per l'attribuzione del fatto a titolo omissivo agli indagati è indimostrato... né il g.i.p. e né il p.m. evidenziano elementi fattuali denotanti la conoscenza da parte degli indagati dell'esistenza di estorsioni... il compendio indiziario posto a fondamento della ordinanza custodiale non appare idoneo a fondare l'applicazione della misura custodiale applicata...»;

e quanto al reale significato da attribuire al monumentale - e quanto mai inutile - materiale intercettativo dispendiosamente raccolto dalla procura della Repubblica di Lucera, il tribunale della libertà acutamente osserva: «... Si tratta di conversazioni non contenenti la rappresentazione di fatti circostanziati quanto piuttosto giudizi personali che non trovano agganci fattuali sufficienti a conferire alle stesse valenza indiziaria rispetto alle ipotizzate condotte partecipative dei singoli, in quanto non direttamente riferibili ad alcuno dei militari coinvolti nell'indagine... ben altre spiegazioni, rispetto a quelle ipotizzate dall'organo inquirente sembrano prospettabili... Il materiale captativo non permette di individuare nelle condotte dei militari indagati gli elementi richiesti dalla giurisprudenza per la configurabilità della contestata partecipazione al sodalizio di cui al capo q) (associazione per delinquere)», fino a stigmatizzare apertamente di marchiana superficialità il lavoro degli inquirenti lucerini con una elencazione negativa che ne evidenzia, ancor più, sia la estrema superficialità d'indagine e sia la evidente noncuranza, se non addirittura il più palese disprezzo, per il bene supremo della libertà personale di ogni singolo uomo. Sul punto, infatti, il tribunale della libertà di Bari osservava: «... Non può non considerarsi, poi, che a fronte delle incerte risultanze investigative di cui si è detto: a) non constino rapporti telefonici tra i militari e gli altri associati; b) non constino frequentazioni tra i militari e gli altri associati; c) non constino rapporti di affari e commerciali tra i carabinieri indagati ed altri sodali; d) non risultino conversazioni dirette fra i militari in cui costoro, nonostante ignorassero di essere intercettati, riferiscano di rapporti diretti o di incontri personali "compromettenti" con altro sodali; e) non risultino intercettazioni telefoniche o ambientali in cui i sodali facciano circostanziati riferimenti ai militari e ad attività d'indagine da questi omesse, ritardate, sviate; f) non siano contestati ai militari indagati... reati-fine né condotte favoreggiatrici rispetto alla loro commissione»;

ben si comprende come il danno prodotto agli indagati, ed ai loro nuclei familiari, è assai difficilmente emendabile nel tempo a causa della preventiva campagna di discredito (in tv, su giornali e periodici on line) che si è accompagnata alle misure di restrizione della libertà personale dei militari in questione -:

se il Ministro interrogato voglia intraprendere una sollecita ispezione presso la procura della Repubblica del tribunale di Lucera, ai fini dell'esercizio dei poteri di competenza;

quale sia il numero delle richieste di misura cautelare personale (custodia carceraria preventiva, arresti domiciliari, et similia) provenienti dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Lucera rispetto alla media delle analoghe richieste nel resto del Paese.(4-19328)