ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19165

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 735 del 18/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: BELTRANDI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/12/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 18/12/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/12/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 18/12/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 18/12/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 18/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19165
presentata da
MARCO BELTRANDI
martedì 18 dicembre 2012, seduta n.735

BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:


tra il 2002 e il 2006 Google Italy avrebbe registrato un reddito imponibile pari a 240 milioni di euro, evitando di versare un valore IVA che supera i 96 milioni di euro. Come evidenziato in una interrogazione presentata sull'argomento, la sede irlandese di Google «non presenterebbe dichiarazione dei redditi in Italia perché la filiale milanese farebbe solo assistenza (marketing services) per conto di Google Ireland»;


su questa vicenda sta indagando la guardia di finanza;


dal 2006 ad oggi, il fatturato realizzato in Italia sarebbe ulteriormente cresciuto. Stando ad alcune stime del settore, e tenendo conto che Google Ireland dal 2010 non deposita più il bilancio avvalendosi di una norma locale che le consente di rifarsi a quello della capogruppo americana, in Italia i ricavi avrebbero superato i 400 milioni di euro nel 2009, 550 nel 2011 e probabilmente 700 milioni in quest'anno;


ad avviso dell'Agenzia delle entrate, è difficile agire contro «società digitali transnazionali» che sfruttano quelle che vengono definite «ingegnerie finanziarie offerte da evidenti lacune nella normativa nazionale ed internazionale» per non pagare le tasse in Italia. Il fisco ha così avviato una prima fase di screening sulle attività di gruppi multinazionali attivi nel settore dell'elettronica e dell'e-commerce;


un portavoce di Google ha dichiarato: «Rispettiamo le leggi fiscali in tutti i paesi in cui operiamo e siamo convinti di rispettare anche la legge italiana - Continueremo a collaborare con le autorità locali per rispondere alle loro domande relative a Google Italy e ai nostri servizi. È normale che un'azienda sia sottoposta a controlli fiscali ed è da tempo che lavoriamo con le autorità italiane. Ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di pagare ulteriori tasse in Italia» -:



se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero e, nell'eventualità positiva, a quale stadio di avanzamento siano giunte le verifiche della guardia di finanza. (4-19165)