ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19120

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 735 del 18/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: MARSILIO MARCO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 18/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 18/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19120
presentata da
MARCO MARSILIO
martedì 18 dicembre 2012, seduta n.735

MARSILIO. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

dal 12 novembre 2012, dopo circa undici anni di attività, è stato chiuso il PSAUT, il centro di primo soccorso ubicato ai primo piano dei locali della ex clinica «San Giovan Giuseppe» nel comune di Ischia, città di 20.000 abitanti, capoluogo dell'omonima isola e sede della grande infrastruttura portuale presso cui transitano giornalmente, per turismo o attività commerciali, diverse migliaia di persone;

al posto di primo soccorso, chiamato in modo comune «pronto soccorso», hanno fatto ricorso, in oltre dieci anni, decine di migliaia di persone, oltre 30.000 secondo una recente stima;

a tale struttura, per le situazioni emergenziali, fanno capo anche i comuni di Barano (circa 10.000 abitanti) e Serrara Fontana (circa 3500 abitanti); ad essi si devono aggiungere le centinaia di migliaia di persone che nella stagione turistica, che dura fino a 9 mesi, affollano le strutture ricettive della zona (circa duecento tra alberghi, pensioni e fittacamere); a questi utenti vanno aggiunti inoltre i lavoratori pendolari dei servizi (scuola, posta, banche, ristorazione, edilizia) e le già citate migliaia di persone che giornalmente transitano per il porto di Ischia;

sul territorio del comune di Ischia insistono inoltre diversi istituti scolastici, frequentati da studenti anche di altri comuni dell'isola, nonché provenienti dall'isola di Procida e, secondo dati recenti, sono presenti diverse centinaia di persone con disabilità o con stringente necessità di cure mediche costanti;

da quanto esposto si evince che il potenziale del bacino di utenza del PSAUT di Ischia, in condizioni ordinarie, è paragonabile a quello di un capoluogo di provincia o di una qualsiasi media città italiana, con tendenza ad un aumento anche esponenziale nei momenti di alta stagione o di particolare emergenza;

venendo a mancare tale presidio, tutto il carico precedentemente da esso assorbito si riverserebbe presso l'ospedale di Lacco Ameno, distante 10 chilometri e collegato da un'unica strada, spesso sovraffollata e con tempi di percorrenza particolarmente incerti, in specie nei periodi di alta stagione turistica;

l'ospedale di Lacco Ameno, già gravato, in rapporto alle dimensioni e al personale in esso operativo, da un carico di prestazioni elevato, avrà certamente difficoltà nell'assorbire tale crescente domanda di nuova utenza, nell'ordinaria gestione e in special modo nei periodi di massimo affollamento turistico dell'isola;

la carenza di strutture mediche di pronto soccorso potrebbe inoltre suscitare valutazioni negative da parte degli operatori turistici, in particolari di quelli del circuito internazionale, con possibili gravi ripercussioni sull'economia ischitana, dipendente per gran parte da tale settore e già in gravi difficoltà a causa della congiuntura economica sfavorevole;

a quanto risulta all'interrogante la chiusura del pronto soccorso ha suscitato un'ondata di proteste e sta nascendo una nuova associazione per la difesa della vita e della salute, mentre stanno partendo numerose iniziative, petizioni, segnalazioni per chiedere la riapertura dello stesso;

secondo notizie in possesso dell'interrogante, il personale del PSAUT di Ischia rimarrebbe comunque in carico al sistema sanitario (dislocato probabilmente a Lacco Ameno) e lo stabile dove esso era ubicato resterebbe comunque nella disponibilità dello stesso, senza quindi alcun risparmio di spese per le casse pubbliche;

a dispetto dei programmi di contenimento della spesa pubblica, non possono in alcun modo essere intaccati i livelli essenziali di assistenza (LEA), che il servizio sanitario nazionale è tenuto ad erogare a tutti i cittadini -:

se sia a conoscenza della vicenda e se risponda al vero quanto in premessa, anche in relazione al mancato possibile risparmio per le casse pubbliche;

se non ritenga opportuno interessare il Comitato LEA per verificare la sussistenza attuale dei livelli minimi garantiti;

quali iniziative, per quanto di propria competenza e anche per il tramite del Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari, ritenga opportuno intraprendere, affinché sia scongiurata la chiusura di un tale fondamentale presidio di primo soccorso. (4-19120)