BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa il 13 dicembre 2012, Arcangelo Navarrino, detenuto nel carcere di Foggia, con fine pena al 2029 una condanna definitiva a 20 anni di reclusione per l'omicidio di un coetaneo, si è tolto la vita impiccandosi in cella con un lembo del lenzuolo legato alla finestra;
la notizia è stata resa nota dal vicesegretario generale nazionale Osapp, Domenico Mastrulli, il quale ha dichiarato: «Il penitenziario di Foggia alla data odierna contiene circa 760 detenuti contro una forza regolamentare di 330 reclusi di cui 38 donne e due bambini. Non a caso dal primo gennaio del 2012 nel carcere di Foggia si sono verificate almeno cinque aggressioni. Ma non solo; perché sempre nel penitenziario foggiano si sarebbero verificati 5 episodi di ingerimento di sostanze nocive; 12 colluttazioni; 14 episodi di autolesionismo; 1 decesso per cause naturali e soprattutto, con quello di oggi, due suicidi e ben 10 tentativi di suicidio» -:
quali iniziative siano state adottate dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per assicurare l'incolumità di Arcangelo Navarrino;
in particolare se e come il 13 dicembre 2012 fosse garantita la sorveglianza all'interno dell'istituto di pena in questione e se con riferimento al suicidio dell'uomo non siano ravvisabili profili di responsabilità in capo al personale penitenziario;
con chi dividesse la cella e di quanti metri quadrati disponesse il detenuto morto suicida;
se il detenuto morto suicida fosse alloggiato all'interno di una cella rispondente a requisiti di sanità e igiene;
se nel corso della detenzione il detenuto fosse stato identificato come potenziale suicida e, in questo caso, se fosse tenuto sotto un programma di osservazione speciale;
quante siano le unità dell'équipe psico-pedagogica e se e come possano coprire o coprano le esigenze dei detenuti del carcere di Foggia;
quali siano le condizioni umane e sociali del carcere di Foggia, in particolare se non ritenga di assumere sollecite, mirate ed efficaci iniziative, anche a seguito di immediate verifiche ispettive in loco, volte a ripristinare condizioni minime di vivibilità all'interno della struttura penitenziaria in questione. (4-19089)