ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19074

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 734 del 13/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: BARBATO FRANCESCO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 13/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 13/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19074
presentata da
FRANCESCO BARBATO
giovedì 13 dicembre 2012, seduta n.734

BARBATO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:

nell'ottobre del 2007 il CFLR, centro di fotoriproduzione legatoria e restauro del Ministero per i beni e le attività culturali, propone contratti di collaborazione a progetto a Franco Liberati, Matteo Placido e Marta Nori con i seguenti incarichi: ampliamento digital repository (laboratorio digitale) - Liberati, comunicazione e promozione (Laboratorio di restauro) - Nori, indagini diagnostiche finalizzate all'identificazione dei materiali costituenti manoscritti, disegni e fotografie (laboratorio chimica) - Placido, andando così a ricoprire figure professionali non del tutto presenti tra i profili ministeriali;

la scelta dei candidati avviene dopo valutazione delle competenze lavorative, dell'esperienza maturata, in maniera volontaria, e non, presso l'Istituto, nonché del loro apporto in tutte le attività dei vari laboratori nel corso degli anni, della capacità nella organizzazione e nella promozione di eventi ed infine della capacità di attivare, in maniera assidua e continuativa, collaborazioni con istituti nazionali ed internazionali, sin dal 2005;

i tre contrattisti ricoprono i compiti di: attività di ricerca, interessamento a progetti di restauro, partecipazione da relatori a convegni, tavoli tecnici e lavori interministeriali, sopralluoghi e pareri tecnici, contributi nella stesura e promozione di gare di appalto del ministero, promozione e servizio di segreteria, collaborazione ai lavori ed alle attività di tutti i laboratori dell'Istituto, assoluzione di impegni burocratici, amministrativi e logistici;

i collaboratori svolgono incarichi oltre i contenuti contrattuali previsti, che consentono all'Istituto di erogare servizi e consulenze specialistiche senza alcun onere aggiuntivo, con un congruo ritorno economico e con un'ampia visibilità;

tra i contrattisti e l'Istituto si genera quello che può essere considerato a tutti gli effetti un vero e proprio lavoro a carattere dipendente, in cui l'operato dei collaboratori garantisce, tra l'altro, la copertura di diversi servizi;

i contrattisti sono soggetti alla turnazione nei periodi di vacanze estive ed invernali per non lasciare scoperti i laboratori e proseguire così le attività;

continuano a garantire la propria partecipazione in tutti i progetti e le manifestazioni dell'Istituto (come ad esempio, il servizio di accoglienza a seminari e convegni);

tutte le attività sono rendicontate mensilmente con un prospetto controfirmato dal responsabile di laboratorio o dal dirigente;

il rilevamento della presenza è testimoniato dalle timbrature del badge (in alcuni casi nominale) e dalle richieste, inoltrare alla direzione dai contrattisti, per i servizi esterni presso altri istituti ministeriali e non;

i collaboratori hanno sempre riscontro positivo al loro operato (vi è traccia nelle attestazioni a seguito di convegni, seminari e partecipazioni a lavori interistituzionali sia dal personale interno che da quello esterno al Ministero per i beni e le attività culturali);

nel settembre del 2008 il Centro di fotoriproduzione legatoria e restauro è fuso all'Istituto centrale della patologia del libro (ICPAL) e viene istituito l'ICPAL (formalmente ICRCPAL);

i contratti sono integrati con il nuovo nome dell'Istituto e, come accaduto nel 2007, dove non è specificata alcuna data di fine rapporto;

la presenza dei collaboratori a progetto si rivela cruciale per la realizzazione di vecchi progetti e la promozione di nuovi, oltre alla normale gestione delle attività dell'Istituto e dei laboratori (consulenze interne, perizie tecniche in gare di appalto con sensibile riduzione dei costi, attività didattica, interventi di manutenzione delle apparecchiature di lavoro, ed altro) con un investimento minimo (ogni contratto è inferiore ai 20.000 euro). Anche in questo caso si assiste a ritorni economici (manutenzione gratuita di laboratori e strumentazioni e lavoro di supporto nei processi di analisi, digitalizzazione e realizzazione di volantini di promozione) e grande visibilità (migrazione di tutti i lavori nel nuovo istituto);

l'istituto, nello stesso periodo, grazie a dei fondi interni e ad altri derivati da lavori esterni, richiede personale volontario, già integrato nell'istituto come restauratore-volontario, l'apertura di partite IVA e affida il lavoro di restauro di documenti e materiali di pregio;

i contrattisti aprono partita IVA a fronte di una modesta retribuzione permettendo un ulteriore introito all'Istituto e la possibilità, da parte dell'ICPAL, di eseguire lavori su beni culturali di rilevante importanza pubblicizzati in mostre nazionali ed internazionali;

oltre a questi compiti contrattuali svolgono anche mansioni ausiliarie al laboratorio; in altre parole i lavori che non possono essere eseguiti dall'Istituto per mancanza di personale o di professionalità sono svolti dai contrattisti a partita IVA che, nel contempo, aiutano i laboratori stessi in altri interventi, progetti o pratiche (aiuto nella compilazione di schede di restauro);

nel gennaio 2009, l'ICPAL ottiene un finanziamento per il progetto triennale 2008-2011 ACC (allied control commission), documentazione prodotta in Italia dagli alleati USA e GB nel periodo 1943-1947. La sovvenzione viene ricevuta anche grazie alla presenza di contrattisti con competenze scientifiche di punta nel laboratorio digitale dell'ICPAL che possono garantire la realizzazione del progetto;

per la catalogazione e l'ordinamento dei documenti digitali derivati dai microfilm, a causa della carenza di personale interno ed attingendo al finanziamento ricevuto senza grave sull'economia dell'Istituto, si ricade la collaborazione di Fabrizio Rossini - ordinamento microfilm digitalizzati ACC (laboratorio digitale);

anche il collaboratore Fabrizio Rossini viene coinvolto in attività utili per l'Istituto, non attinenti al suo contratto di collaborazione;

in tutto questo tempo i contrattisti maturano ed ampliano le loro esperienze non solo nei propri domini di competenza, ma anche nelle tematiche riguardanti gli archivi e le biblioteche. Prendono consapevolezza dei problemi e presentano soluzioni su tematiche nuove e rilevante quali la riproduzione e la conservazione del patrimonio culturale digitale (sia a livello fisico che logico), metodi di diagnostica sui materiali ed altro ancora;

in pochi anni i collaboratori riescono a perfezionare quelle conoscenze scientifiche e pratiche che li rendono essenziali, funzionali ed unici nell'ambito dei beni culturali e strategici per l'ICPAL;

nel settembre 2010 l'ICPAL ha come nuovo dirigente la Maria Cristina Misiti;

nel settembre 2010, una circolare del Ministero riporta la somma di oltre 1.500.000 euro a disposizione dell'Istituto;

nel dicembre 2010 la dirigente, licenzia i collaboratori con la seguente motivazione «mancanza di fondi e/o terminazione dei lavori» (la lettera ufficiale di interruzione della collaborazione è data il 23 dicembre 2010, cioè solo otto giorni lavorativi di preavviso ed in piene festività natalizie). La terminazione dei lavori e dei progetti in corso non può corrispondere al vero visto che ancora oggi sono attivi per statuto (servizi di comunicazione, indagini diagnostiche, studio dei supporti per la conservazione digitale, deposito digitale) e ancora in corso (ACC);

il quotidiano L'Unità in data 10 aprile 2011 informa i lettori della vicenda dei tre contrattisti nell'articolo «La lotta infinita dei restauratori del libro licenziati a Natale»;

il licenziamento dei collaboratori, specializzati in un settore molto importante e di nicchia come quello della conservazione dei beni culturali, ha portato; ad un depauperamento delle professionalità dell'ICPAL, ad una perdita economica non indifferente, un forte ridimensionamento delle attività di ricerca, una minore partecipazione ed organizzazione di convegni e seminari scientifici nazionali ed internazionali ma anche del normale funzionamento dei laboratori, si è acuita la carenza di personale in grado di interagire con specifici macchinari scientifici (microscopio a scansione elettronica; strumenti per determinare lo stato di vita dei supporti digitali, CD e DVD; CSM per la gestione del sito istituzionale);

in ogni caso, già nel 2011, il capitolo di spesa destinato ai collaboratori, sarebbe a quanto consta all'interrogante finanziato con oltre 360.000 euro come si evince da circolari pubbliche del Ministero per i beni e le attività culturali;

da statuto, l'ICPAL gestiste la scuola di alta formazione per i restauratori, operativa dal 2011, ma invece di affidare corsi didattici ad esterni (totalmente o parzialmente retribuiti) avrebbe potuto utilizzare i collaboratori interni sia nel tutoraggio che nella didattica senza alcun costo aggiuntivo visto le competenze maturate anche in ambienti esterni all'Istituto. Così come si sarebbe potuto impiegare dei collaboratori per le attività di segreteria didattica e promozione sempre della scuola;

la continua attività di consulenza svolta dai contrattisti sia all'interno dell'Istituto che per conto dell'Istituto nei confronti di archivi e biblioteche pubblici e privati, ha permesso all'ICPAL di introitare, negli anni, denaro, materiale scientifico, la promozione di progetti ed un riscontro nazionale ed internazionale;

come si evince dall'articolo apparso sull'Unità in data 10 aprile 2011 Maria Cristina Misiti Crisostomi diventa dirigente vincendo un concorso nel 2006 e due anni dopo è direttore della biblioteca di storia moderna di Roma. Dopo un paio di mesi, è promossa ed è allocata alla biblioteca di archeologia e storia dell'arte. Una volta insediata concede il restauro di un'opera di Sebastiano Conca alla ditta studio di restauro Paolo Cristostomi s.r.l. Tale ditta per voce del suo stesso responsabile Paolo Crisostomi, marito della dirigente, riceve circa il 70 per cento dei fondi che il Ministero per i beni e le attività culturali eroga per il restauro dei libri antichi in out-sourcing. Il restauro del bene documentale avviene malgrado, in quegli anni, siano attivi sia il CFLR che l'ICPL, due istituti dello Stato preposti alla conservazione e restauro di beni archivistici e librari;

nel settembre 2010 Maria Cristina Misiti Crisostomi è posta alla direzione dell'ICPAL. Nel contempo si legge dal sito della ditta studio P. Crisostomi s.r.l.: «Monitoraggio e controllo ambientale: attività di prevenzione diretta ed indiretta dei luoghi dei conservazione dei Beni Culturali, in particolare librari ed archivistici. Progettazione e formazione: gestione e consulenza di tutti i problemi afferenti ai beni culturali; ricerca e formazione nei settori della catalogazione, inventariazione, conservazione, tutela e valorizzazione. Risorse umane: lo studio P. Crisostomi si avvale di un organico di restauratori - conservatori diplomati o specializzati nelle scuole dell'Istituto Centrale per la Patologia del Libro e della Scuola Europea per la Conservazione e il Restauro dei Beni Librari di Spoleto; [...]»;

a quel che consta all'interrogante la direttrice offre ad alcuni restauratori dei contratti di collaborazione tramite l'intermediazione di una Onlus. Inoltre, per cercar di prendere un po' di consenso, la direttrice muove una grande campagna mediatica su un progetto che riguarda lo studio e le indagini per il restauro dell'Autoritratto di Leonardo (lavoro in corso presso l'ICPAL e altri Istituti);

alla Misiti si lega il progetto digitalizzazione dell'«Allied Control Commision»;

il progetto prevede la riproduzione in digitale dei documenti della Commissione alleata presente in Italia dal 1943-1947 conservati su microfilm dall'ICPAL. Oltre al valore storico, giuridico e culturale del fondo, il progetto risulta essere un unicum per la quantità di fotogrammi da dover lavorare (circa 14.000.000). Alla digitalizzazione (eseguita in out sourcing) segue il processo di ordinamento e controllo effettuato dall'ICPAL nonché il processo di conservazione (studio dei formati di conservazione e consultazione, tecniche di replicazione dati) e accesso attraverso la rete internet (il Laboratorio digitale dell'ICPAL ha curato il software di gestione per la schedatura delle informazioni e la consultazione delle immagini in remoto). Non esiste altro Istituto o personale interno dell'ICPAL (e del Ministero per i beni e le attività culturali) adeguatamente formato che in tempi brevi possa gestire un flusso lavorativo di questo tipo;

il progetto, ottenuto anche grazie alla professionalità dei diversi collaboratori, è stato finanziato per 300.000 euro dalla Direzione generale degli archivi. Nel dicembre 2010 il residuo, oltre all'impegno degli oneri di digitalizzazione, era di circa 80.000 euro; sufficienti a concludere il progetto con i precedenti collaboratori;

a quanto risulta all'interrogante nel dicembre 2011 lo stato dei lavori era fermo. Dopo un primo anno di lavoro parzialmente concluso si è assistito ad un progressivo rallentamento del progetto, con rilevanti danni economici e di immagine. Circa il 25 per cento delle immagini digitali - quelle giunte presso l'ICPAL dopo il licenziamento dei precari - risultavano essere non ordinate ed ancora conservate su hard disk esterni. Inoltre la consultazione on-line della banca dati, di ausilio al piano di digitalizzazione e di importanza strategica per il progetto complessivo, non è più accessibile da diversi anni (con gravi danni ai ricercatori e studiosi internazionali) fermo restando la consultazione in locale presso l'archivio centrale dello Stato;

consta sempre all'interrogante che nel 2011/2012 si è provveduto ad una spesa rilevante per l'acquisto dello scanner per microfilm e si sta pensando di iniziare nuovamente tutto da capo utilizzando personale interno che consta di poche unità;

grazie all'acquisto della macchina e all'uso di personale interno ci sarà una riduzione delle spese, ma non è noto in che modo sarà speso il resto del finanziamento, non si conoscono i tempi di realizzazione e se il lavoro sarà appaltato ad altri consorzi esterni con un ulteriore aggravio dei costi;

i laboratori scientifici hanno strumentazioni all'avanguardia, oltre 300.000 euro, che a quanto risulta all'interrogante per oltre un anno sono stati inutilizzati (con perdita di denaro, nessun ammortamento dei costi e probabili danneggiamenti dovuti alla lunga inattività). Tra questi ci sono strumenti per l'analisi della durabilità dei supporti ottici (non c'è personale qualificato per determinare e valutare i risultati); scanner per la riproduzione di immagini in alta definizione (macchinario dato in prestito all'archivio di Stato di Roma) non risulterebbe in utilizzo l'infrastruttura tecnica per la conservazione del patrimonio culturale di istituti pubblici e privati. L'accesso a documenti culturali di istituti pubblici e privati di valore (Collegio pontificio irlandese, Archivi di stato, e altro) sarebbero stati chiusi o gestiti dall'Archivio di Stato di Roma;

attualmente l'attività di ricerca risulterebbe ridotta all'osso:

la mancanza di un codice di trasparenza consultabile sul sito web apre molti interrogativi e sono a quanto consta all'interrogante poco chiari i criteri per l'assegnazione di docenze per la scuola di alta formazione in cui nel bando ufficiale manca, ad esempio, la richiesta di autocertificazione che attesti l'inesistenza del vincolo di parentela o affinità di cui all'articolo 18, comma 1 della legge n. 240 del 2010;

l'ICPAL aveva il ruolo istituzionale di primo intervento a seguito di calamità naturali. Non si riscontra una sua partecipazione per il terremoto in Emilia;

l'ICPAL ha un ruolo istituzionale di consulenza tecnico scientifica nella stesura di progettazione di restauri e di cura dei collaudi in fase opera e di conclusione sottoscritto già nel 2008 con la direzione generale degli archivi e la direzione generale dei beni librari, dal 2011 tali attività sarebbero svolti dai laboratori di restauro dei singoli archivi e biblioteche di Stato (che per numero e competenze non possono soddisfare richieste differente dalle necessità del loro istituto di appartenenza). Ciò ad avviso dell'interrogante oltre a ostacolare il restauro di beni culturali preziosi (favorendone il degrado), impedisce una libera concorrenza tra i laboratori di restauro esterni (senza un progetto di restauro le aziende che operano nel settore sono impossibilitate a lavorare);

l'Italia, secondo rapporto UNESCO, ha il 60 per cento del patrimonio culturale mondiale ed il 90 per cento di quello documentale;

i tre contrattisti bruscamente licenziati non hanno ricevuto il versamento di contributi previdenziali dall'Istituto nel periodo 2007, 2008 e 2009 -:

se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali misure intendano adottare, in particolare quali siano le risultanze della gestione interna dei fondi ICPAL e di quelli ricevuti negli ultimi cinque anni nonché come siano stati impiegati;

in base a quali criteri si sia addivenuti alla nomina della dirigente Misiti e se corrisponda al vero che sia stato assegnato almeno un restauro al marito Paolo Cristostomi cosa che, ad avviso dell'interrogante, potrebbe fare rilevare un conflitto di interessi su cui occorre un immediato intervento e se si sia provveduto ad effettuare collaudi e con quale riscontro economico e quali collaborazioni ancora oggi siano in essere;

se non intenda disporre una verifica ispettiva interna che faccia luce anche sull'assenza o presenza di una programmazione circa le attività dell'Istituto;

quali assunzioni siano avvenute negli anni 2011 e 2012, di quali elementi disponga sulla menzionata Onlus, quali siano le spese dei fondi previsti per i lavori portati avanti dagli ex collaboratori negli anni successivi al loro allontanamento, quali siano i criteri di assegnazione delle gare di appalto, come si giustifichi la politica dirigenziale che ha sminuito la ricerca e disattende, secondo l'interrogante, i fini istituzionali riportati nello statuto e quali siano le ragioni per l'avvenuto cambio dell'impresa di pulizia nonché le motivazioni del licenziamento anticipato della giardiniera curante il giardino (ex Orto Botanico di Roma) ora in stato di abbandono. (4-19074)