ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19059

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 734 del 13/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: TRAPPOLINO CARLO EMANUELE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 13/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 13/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19059
presentata da
CARLO EMANUELE TRAPPOLINO
giovedì 13 dicembre 2012, seduta n.734

TRAPPOLINO. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

nel mese di novembre 2012 piogge di entità eccezionale hanno provocato alluvioni, esondazioni di corsi fluviali in numerose regioni d'Italia: in particolare Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio e Marche;

le alluvioni hanno causato vittime tra la popolazione civile, l'evacuazione di migliaia di persone dalle proprie case, danni ingenti a numerosi centri abitati, aree artigianali e commerciali e produzioni agricole, ed al patrimonio storico-artistico e culturale territoriale. Per quanto riguarda la viabilità sono ancora inagibili strade, a causa di frane e crolli a ponti ed infrastrutture; rallentamenti e criticità hanno interessato collegamenti ferroviari e marittimi, anche a lunga percorrenza;

una stima completa dei danni non è stata ancora quantificata. Si parla comunque di centinaia di milioni di euro;

gli enti territoriali interessati da tali eventi hanno chiesto al governo lo Stato di calamità naturale;

il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Corrado Clini ha dichiarato che la stima «per gli interventi necessari alla messa in sicurezza è di circa 40 miliardi di euro in un tempo di 15 anni. Serve un finanziamento annuale stabile pubblico di almeno 1,5-2 miliardi di euro per i prossimi 15 anni per affrontare i nodi critici della messa in sicurezza del territorio»;

si è trattato di un evento di portata eccezionale: la quantità di pioggia che solitamente cade in una stagione si è infatti riversata in un solo giorno, causando l'inondazione di fiumi, torrenti e corsi d'acqua. Va comunque rimarcato che eventi atmosferici di eccezionale gravità (fra cui alluvioni, esondazioni, siccità, nevicate) stanno colpendo sempre con maggiore frequenza il nostro Paese;

oltre a danni e vittime il maltempo ha interessato alcune zone strategiche per la viabilità, sia ferroviaria che stradale del centro Italia, creando profondi disagi nelle comunicazioni viarie tra nord e sud del Paese; in particolare i nodi infrastrutturali:

di Chiusi, in provincia di Siena, che interessa, solo per quanto riguarda le infrastrutture di carattere nazionale, la linea ferroviaria, tradizionale ed ad alta velocità, Roma-Milano; l'autostrada A1; la E78 Grosseto-Fano;

di Orvieto, in provincia di Terni, che interessa, solo per quanto riguarda le infrastrutture di carattere nazionale, la linea ferroviaria, tradizionale ed ad alta velocità, Roma-Milano, l'autostrada A1;

di Orte, in provincia di Viterbo, che interessa, solo per quanto riguarda le infrastrutture di carattere nazionale, la linea ferroviaria, tradizionale ed ad alta velocità, Roma-Milano, l'autostrada A1, la E45 Orte-Ravenna;

il tratto costiero della provincia di Viterbo e di Grosseto, che interessa, solo per quanto riguarda le infrastrutture di carattere nazionale, la linea ferroviaria, tradizionale ed ad alta velocità, Roma-Torino; la SS 1 Aurelia, e la E78 Grosseto-Fano;

nello specifico, e per quanto riguarda i collegamenti stradali di valenza nazionale, gli allagamenti hanno causato, per alcuni giorni, l'inagibilità del tratto autostradale della A1 tra Valdichiana e Fabro in direzione di Roma e tra Orte e Chiusi in direzione Firenze e la conseguente chiusura dei relativi caselli autostradali, interruzioni e chiusure lungo la SS 1 Aurelia nelle province di Grosseto e Viterbo, disagi e rallentamenti nella E78 ed E45;

le problematiche riscontrate sono state così gravi che hanno compromesso, in alcuni tratti, l'intera viabilità accessoria territoriale: basti pensare che gran parte del traffico a grande percorrenza tra il nord ed il sud d'Italia è stata spostata sul versante autostradale adriatico;

nello specifico, e per quanto riguarda i collegamenti ferroviari di valenza nazionale, per alcuni giorni è rimasta bloccata la rete ferroviaria tra Civitavecchia (e conseguentemente Roma) e Grosseto mentre gravi ritardi e rallentamenti hanno interessato la linea ferroviaria ad alta velocità e tradizionale, Roma-Firenze;

il blocco di questi nodi infrastrutturali strategici, oltre a causare un vero e proprio prolungato stop ai collegamenti interregionali e nazionali ha comportato un blocco della mobilità locale: la viabilità accessoria, quando non è stata resa inagibile dalle alluvioni, si è infatti dimostrata insufficientemente adeguata per garantire una minima capacità di supporto alle attività di immediata emergenza ed incapace di assicurare un ritorno alle attività in tempi brevi (come fruibilità degli edifici pubblici o degli esercizi commerciali di prima necessità);

va inoltre specificato che gli allagamenti che hanno interessato zone come Orvieto, Chiusi hanno causato disagi anche all'intera area urbana di Roma. L'apertura di alcune dighe, resa necessaria per evitare ulteriori inondazioni da parte dei fiumi nei territori già colpiti, ha infatti causato una piena del Tevere che ha allagato e messo in allerta intere zone della Capitale creando, oltre a gravi danni alla proprietà pubblica e privata, continui e sensibili disagi alla intera viabilità della metropoli;

risulta quindi evidente che, oltre ai gravissimi danni causati alla popolazione, alla attività produttive ed alle infrastrutture, le alluvioni che si sono verificate nelle zone sopracitate hanno di fatto creato disagi, rallentamenti e interruzioni a gran parte della viabilità, stradale e ferroviaria nazionale;

per ciò che concerne la gestione delle infrastrutture viarie di carattere nazionale va premesso che:

Anas è il gestore della rete stradale ed autostradale italiana di interesse nazionale. È una società per azioni il cui socio unico è il Ministero dell'economia e delle finanze ed è sottoposta al controllo ed alla vigilanza tecnica ed operativa del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Anas gestisce direttamente anche alcuni tratti autostradali;

le norme per le concessioni per la gestione dei circa 6500 chilometri della rete autostradale nazionale a soggetti privati, sono presenti nella legge numero 287 del 1971 (e successive integrazioni e modificazioni);

per quanto riguarda la gestione della rete ferroviaria nazionale il soggetto preposto è Rfi. Rfi è una società del gruppo Ferrovie dello Stato, a sua volta controllato interamente dal Ministero dell'economia e delle finanze. Rfi, si legge nel sito internet ufficiale, garantisce la sicurezza della circolazione ferroviaria sull'intera rete, sviluppa tecnologia dei sistemi e dei materiali e assicura il mantenimento in efficienza dell'infrastruttura ferroviaria;

alla luce di quanto esposto sono quindi necessari sia una pronta ricognizione delle zone strategiche viarie di valenza nazionale, in relazione ai rischi di esondazione dei corsi fluviali presenti nelle loro vicinanze, sia un piano efficace per la messa in sicurezza di tali infrastrutture stradali e ferroviarie e della viabilità accessoria inerente;

il piano di messa in sicurezza sopracitato dovrà essere definito coinvolgendo le società statali, partecipate dallo Stato e di natura privata che gestiscono i nodi infrastrutturali di valenza nazionale individuati dal censimento propedeutico;

tale piano dovrà poi essere inserito, attraverso gli strumenti normativi presenti, nel programma delle «infrastrutture pubbliche e private e degli insediamenti produttivi» ai sensi ai sensi dell'articolo 1 della legge numero 443 del 2001 -:

se non ritenga opportuno, per le motivazioni esposte in premessa, aprire un tavolo di confronto interministeriale con l'obiettivo di censire i nodi infrastrutturali stradali e ferroviari di carattere nazionale (che anche alla luce delle recenti alluvioni, hanno mostrato gravi criticità e problematiche in relazione alla loro vicinanza con corsi d'acqua potenzialmente pericolosi), coinvolgendo direttamente le istituzioni preposte e la società di natura pubblica e privata interessate, al fine di elaborare un piano strategico nazionale per la messa in sicurezza di tali infrastrutture, utilizzando gli strumenti normativi e le risorse finanziarie previsti dalla legislazione vigente, a partire dalla legge numero 443 del 2001.(4-19059)