PICCHI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:
Inca è il Patronato della CGIL presente in Italia ma anche in quei Paesi dove, per effetto dei flussi migratori, si sono formate importanti comunità di italiani residenti all'estero;
lo scorso 18 settembre, 10 pensionati che avevano affidato l'intero ammontare dello loro cassa pensione al responsabile dell'Inca-Cgil di Zurigo, rimasti dal 2009 senza un franco, avevano avviato azioni giudiziarie nei confronti il citato Inca-Cgil;
il numero totale dei pensionati che avevano affidato la loro liquidazione al citato patronato è di 70 unità;
con sentenza del tribunale di Zurigo è stato stabilito che i ricorrenti avevano ragione e che Inca doveva procedere al rimborso per un totale di circa 10 milioni di franchi;
Inca-Cgil ha proposto ricorso alla corte di appello che ha condannato il patronato Inca-Cgil a pagare la somma dei capitali pensionistici sottratti con gli interessi;
i pensionati in oggetto sono stati assistiti dal comitato difesa delle famiglie (CDF);
la legge 30 marzo 2001, n. 152, all'articolo 13 prevede che i patronati che operano all'estero siano finanziati mediante il prelevamento di un'aliquota pari allo 0,226 a decorrere dal 2001 sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati da tutte le gestioni amministrative dell'Inps, dall'Inpdap, dall'Inail e dall'Ipsema;
il risarcimento dovuto ai pensionati da Inca-Cgil di Zurigo è, a giudizio dell'interrogante, assai oneroso per le casse del patronato -:
se siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e, in caso affermativo, se conoscano le modalità in base alle quali Inca-Cgil provvederà al risarcimento dei pensionati come stabilito nella sentenza dei tribunali di Zurigo e se, per detto risarcimento, sia possibile escludere che il citato patronato attinga le somme necessarie dai fondi previsti dalla legge n. 152 del 2001.(4-19056)