ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19042

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 733 del 12/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: BARBATO FRANCESCO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 12/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E LA SEMPLIFICAZIONE
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 12/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19042
presentata da
FRANCESCO BARBATO
mercoledì 12 dicembre 2012, seduta n.733

BARBATO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

in data 3 novembre 2012 ilmessaggero.it riferisce di una lettera molto dettagliata, che ripercorre attimo per attimo i principali appalti banditi dal Viminale negli ultimi anni;

la denuncia anonima ora al vaglio della procura di Roma parla di un sistema in cui sarebbero «predilette solo alcune aziende vicine ai due responsabili». Ovvero Nicola Izzo, (ex) vice capo vicario della polizia di Stato e autorità di gestione del Pon, il Programma operativo nazionale della sicurezza, definito il «puparo» «proprietario degli appalti». E Giuseppe Maddalena, direttore centrale dei servizi tecnico logistici e della gestione patrimoniale, che ha lasciato il Dipartimento a luglio scorso per andare in pensione (la lettera ne parla al futuro, dunque è precedente all'estate);

«Le aziende che traggono vantaggio dal sistema si identificano nella Sintel, nella Divitech, nella Telecom Italia e nella Beyond Security», quelle penalizzate sarebbero soprattutto Finmeccanica, Ibm e altre: «Purtroppo è stata scelta la sostituzione con una cricca che, tra l'altro, non fornisce prodotti qualificati» dice la lettera che si apre con l'invocazione «Per l'amor di dio fermateli fate presto»;

secondo il racconto del corvo, Maddalena avrebbe favorito in particolare la Beyond security, il cui titolare sarebbe «intimo amico del prefetto, già suo testimone di nozze e sodale nei periodi di ferie». Favorita pure Telecom, «aggiudicatario unico di gare, appalti, affidamenti senza gara e altro», tra cui una forniture di condizionatori. Il legame con Telecom, come ricorda il corvo, fece rumore quando l'azienda vinse un appalto da 521 milioni di euro per una convenzione della durata di sette anni, poi annullato dal Tar;

come conferma anche una rapida ricerca sul sito della polizia, il 25 novembre 2011 è scaduta la gara per adattare le sale operative della Polizia al nuovo numero unico europeo 112. Secondo il racconto, dopo un'iniziale sperimentazione che coinvolgeva Telecom, Maddalena avrebbe spezzettato la gara per assegnare i vari pezzi alla suddetta Telecom o a Beyond. Sarebbe stato scorporato il «concentratore delle chiamate» con una gara vinta da Telecom nonostante l'uso di tecnologie Ibm. I registratori digitali nelle sale operative sarebbero della Beyond, i centralini Telecom;

«Nella gara del 2 novembre 2011 - racconta l'anonimo - è stata prevista la fornitura, obbligatoria, di un software della società Hp. La Hp si è presentata alla prima fase della gara insieme alla Agile (già Eutelia del noto bancarottiere Samuele Landi, ora rifugiato a Dubai) che poteva schierare personale che conosce l'attuale sistema. Poi, inaspettatamente, anche Hp non si è presentata nella seconda fase e Agile si è associata a Telecom come subappaltatore»;

il ritiro di Hp dalla gara avrebbe però un retroscena, almeno secondo l'anonimo. «Hp è l'unica azienda in grado di vendere le licenze "cogent" per il funzionamento del sistema informatico di gestione delle impronte digitali, Afis; si tratta - continua il documento - di una questione da 20 milioni di euro gestita alla solita maniera dal prefetto Maddalena». L'Afis, il megacervellone che raccoglie le impronte digitali dei pregiudicati era supportato da un sistema che incrociava i dati del nostro ministero dell'Interno con quelli disponibili nei server stranieri, a marzo 2011 era scaduto il contratto di manutenzione del software creato dieci anni prima dall'americana Cogent. Ma la nuova gara viene bloccata: potrebbe partecipare un solo concorrente la 3M, che grazie a contratti di esclusiva con la Cogent, affiderebbe lo sviluppo, la manutenzione delle applicazioni informatiche e dell'hardware all'Hp;

«La presenza dell'azienda al Ministero dell'interno è oramai storica - dice l'anonimo - grazie all'intensa rete di relazioni del suo proprietario e del suo ex socio, quest'ultimo opportunamente inserito nelle strutture dell'amministrazione». E i fondi europei del Piano operativo nazionale sicurezza «sono una nuova eccezionale occasione di realizzare forniture e le procedure, grazie al rapporto diretto con Izzo, non sono un problema». Apparati della Sintel, secondo l'anonimo, sono stati forniti, con fondi comunitari senza gara. E il corvo elenca tutti i settori: marzo 2009, polizia stradale da 4,7 milioni di euro. Maggio 2009, amministrazione penitenziaria da 4,9 milioni di euro. Marzo 2010, vigili del fuoco da 5,6 milioni di euro, agosto 2011, amministrazione penitenziaria da 2,2 milioni di euro, dicembre 2011, polizia stradale da 700 mila euro. «Per farsi un'idea del metodo di lavoro basta consultare atti ufficiali e riscontrare la convenzione con le Ferrovie dello Stato stipulata da Izzo il 28 luglio 2011»;

nell'articolo a firma di Valentina Errante e Sara Menafra si dice pure che «Di commesse strane per il Viminale ne sono passate molte. Recente è il caso del fucile dato in dotazione ai reparti speciali Nocs. L'arma, il Sako, è stato scelto sebbene i decreti del Dipartimento specificassero che i reparti speciali dovessero essere dotati di una carabina a ripetizione semiautomatica. Le cartucce usate per il Sako sono le Sellier&Bellot, già oggetto di indagini da parte della procura perché difettose. E su entrambe le vicende ci sono state parecchie proteste da parte degli stessi agenti scelti e dei loro dirigenti»;

in data 11 dicembre 2012 si apprende da notizie di stampa che: «Il capo della segreteria del sottosegretario Braga, Giuseppe Ambrosio, è stato arrestato nell'ambito di un'indagine che ha portato all'arresto per corruzione e turbativa d'asta 11 fra funzionari e dirigenti del ministero delle politiche agricole. Nel complesso sono 37 le persone indagate. La procura di Roma ha anche disposto il sequestro di beni per un valore di 22 milioni di euro»;

il TgCom24 alle ore 7.53 aveva battuto: «Quasi tutte le attività del Ministero delle politiche agricole sono state inquinate da una corruzione diffusa variegata e circolare». Lo ha detto il procuratore aggiunto di Roma, Nello Rossi, nel corso della conferenza stampa in seguito agli arresti di funzionari e dirigenti pubblici del Ministero -:

quali misure si intendano assumere da parte dei Ministri interrogati ciascuno, per quanto di propria competenza, per giungere ad una moralizzazione degli appalti nei fulcri istituzionali della Repubblica quali appunto i Ministeri procedendo ad una revisione degli appalti in corso di tutti i Ministeri, monitorando le sigle ricorrenti e disponendo accertamenti nonché ridefinendo il sistema di assegnazione degli appalti posto che non si può pretendere onestà e legalità dai cittadini se lo Stato italiano è incapace di dimostrarla a monte.(4-19042)