ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19005

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 732 del 11/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 11/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E LA SEMPLIFICAZIONE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E LA SEMPLIFICAZIONE delegato in data 11/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19005
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
martedì 11 dicembre 2012, seduta n.732

DI PIETRO. -
Al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione.
- Per sapere - premesso che:

durante un'audizione presso la XI Commissione della Camera, il Ministro interrogato ha affermato che nella pubblica amministrazione ci sono 260.000 precari più o meno così ripartiti: 130.000 nella scuola, 115.000 nella sanità e negli enti locali e 15.000 nelle amministrazioni centrali;

rispetto agli esuberi, la quota stimata è di 7.300 eccedenze di personale, frutto dei tagli previsti dalla cosiddetta spending review (più di 4.000 già previste e 3.000 annunciate);

il personale che risulterà in eccedenza nella pubblica amministrazione sulla base della spending review e che avrà entro il 2014 i requisiti per il pensionamento precedenti la «riforma Fornero» potrà andare in pensione con le vecchie regole. Questa possibilità varrà solo per coloro che dovessero trovarsi in esubero come strumento di gestione delle eccedenze;

sempre secondo quanto affermato dal Ministro, il fenomeno dei precari, è «un problema che si è accumulato nel corso degli anni ed è legato anche al blocco del turn over» e dunque «non si può pensare che sia un problema risolvibile in pochi mesi» e «non si può pensare ad una stabilizzazione di massa di questo personale», anche perché «altrimenti si avrebbe un blocco delle assunzioni di giovani per molti anni»; per risolvere il problema nell'immediato il Governo dovrà «mandare a regime una norma già varata dal precedente governo, con una riserva di posti costante nei concorsi ad esame per il personale, con contratti a termine, che abbia maturato esperienza triennale nella P.A.», «la possibilità per le P.A. di rinnovare i contratti di lavoro a termine anche oltre il termine dei 36 mesi previsto, sulla base di criteri definiti in sede di accordo collettivo»; per superare le scadenze contrattuali immediate, «nelle more viene data la possibilità a rinnovare contratti in scadenza fino al 31 luglio»;

a parere dell'interrogante una politica sbagliata, fatta da una parte di blocco delle assunzioni e dall'altra di tagli lineari, ha prodotto precariato senza diritti; ha prima creato il dramma degli esodati e poi li ha considerati un problema, lasciando 200 mila persone senza stipendio o pensione; quindi, serve un intervento urgente che dia prospettive di lavoro immediate ai precari della pubblica amministrazione in scadenza e, parallelamente, è necessaria l'adozione di scelte politiche di segno drasticamente contrario a quelle che hanno creato questa mole enorme di precariato per garantire lavoro stabile;

si è dunque giunti a riconoscere l'esistenza di 26 mila precari nel pubblico impiego, di cui la metà nella scuola e il resto nella sanità, e a dichiarare, contestualmente, che non è possibile stabilizzarli, dimenticando che proprio questi lavoratori tengono in piedi due pilastri essenziali del welfare come l'istruzione e l'assistenza sanitaria;

occorre avviare un percorso di stabilizzazione per i precari cadenzato nel tempo con date certe e con le necessarie coperture finanziarie. Ormai in molti casi il precariato, per via dei passaggi di intermediazione della manodopera, costa più delle assunzioni dirette e quindi si ritiene che questa piaga vada sanata nell'interesse dei cittadini che vogliono una sanità sicura e una scuola pubblica efficiente e di alta qualità -:

se non intenda dare avvio al percorso descritto in premessa dall'interrogante e se non ritenga di chiarire come si intendano garantire i servizi pubblici con i 260 mila precari censiti, senza che ci siano prospettive di lavoro immediate e, in prospettiva, di lavoro stabile.(4-19005)