BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, il 7 dicembre 2012 un detenuto per reati comuni, Angelo Antonio Aragosa, 48 anni, napoletano, si è impiccato utilizzando un lenzuolo che aveva agganciato ad un finestrone nel carcere di Ariano Irpino (Avellino);
secondo alcune fonti, il recluso da tempo era caduto in uno stato di depressione procuratogli dall'insofferenza al regime carcerario. Nel frattempo la procura di Ariano Irpino ha aperto un'inchiesta;
Gianfranco Marcello, nell'esprimere solidarietà alla moglie e alla famiglia del detenuto, che sono state avvertite, precisa che «tragedie come questa rappresentano sempre una sconfitta per gli operatori ma il detenuto, che al momento del suo arrivo ad Ariano Irpino era stato seguito da educatori e psicologi, non aveva dato segni premonitori del gesto che avrebbe poi messo in atto»;
secondo la moglie del detenuto, «Angelo aveva diverse patologie, stava su una sedia rotelle, aveva una protesi all'anca e difficoltà a camminare, e non gli davano le stampelle, ma soprattutto non ce la faceva più: "Vuole suicidarsi". Per questi motivi la moglie si era rivolta all'associazione Il Detenuto Ignoto, sottolineando le gravi condizioni di salute del marito e il suo proposito di suicidarsi»;
sulla vicenda Irene Testa, segretaria dell'Associazione Radicale Il Detenuto Ignoto, ha dichiarato: «Lo scorso 21 settembre ho ricevuto una telefonata e-mail della moglie del detenuto Angelo Aragosa che ravvisava il rischio di suicidio di suo marito nonché la mancanza di cure adeguate per patologie gravi di cui era affetto il congiunto. Avevo segnalato immediatamente il caso al presidente campano dell'Associazione Antigone Mario Barone affinché verificasse quanto segnalatomi. La risposta ricevuta da fonti interne al carcere era stata rassicurante e si diceva che il detenuto non aveva mai mostrato intenzioni suicide» -:
se non ritenga opportuno disporre un'ispezione presso il carcere di Ariano Irpino per fare luce sull'esatta dinamica dell'episodio e per appurare se vi siano state negligenze da parte della direzione;
con quanti detenuti condividesse la cella l'uomo al momento del suicidio;
di quali patologie soffrisse il signor Angelo Aragosa;
se al detenuto fossero state messe a disposizioni le stampelle che lui stesso aveva richiesto;
se e quali misure precauzionali siano state prese dalla direzione dell'istituto di pena in questione dopo la segnalazione del caso proveniente dalle associazioni Il Detenuto Ignoto e Antigone;
se il Ministro interrogato, per la riduzione del numero di suicidi tra i detenuti, oltre ai naturali rapporti di valorizzazione e di rispetto della persona, non ritenga opportuno incrementare la pratica dell'identificazione del «profilo» della persona ad alto rischio di suicidio;
se non ritenga importante l'aggiornamento del personale, onde facilitare la valutazione dei segnali precoci di rischio di suicidio soprattutto nei confronti di persone appena arrestate. (4-18996)