ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18987

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 732 del 11/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: BARBATO FRANCESCO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 10/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 10/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18987
presentata da
FRANCESCO BARBATO
martedì 11 dicembre 2012, seduta n.732

BARBATO. -
Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

«l'osceno patto tra clan del Sud e le industrie del Nord Italia» è il titolo del reportage di Gian Antonio Stella sul settimanale Sette riportato a stralci da corrieredelmezzogiorno.it;

al centro del servizio i rifiuti tossici e clan che avvelenano la Campania;

«quelli che hanno ammazzato la Campania Felix, vale a dire la Campania fertile descritta con parole estasiate dai grandi viaggiatori del passato, seppellendola sotto montagne di rifiuti tossici omicidi, hanno ucciso, uccidono e continueranno a uccidere più ancora che i killer armati di mitra o pistola. Hanno infettato a morte una terra stupenda. L'ultimo assassinato dal cancro si chiamava Salvatore Simeoli ed è morto la settimana scorsa. Aveva lavorato per anni con Antonio Bruno al consorzio di bacino che si occupava della discarica di Pianura»;

partendo dalle dichiarazioni di Dario De Simone, per anni uomo di punta dei Casalesi, sicario, che ha ucciso circa una decina di persone, Gian Antonio Stella parla delle «analisi eseguite sugli oli della centrale che hanno accertato la presenza di policlorobifenili, molto inquinanti. A causa dell'inefficienza delle strutture depurative, non di competenza dell'azienda, le sostanze finiscono nella fitta rete di canali irrigui delle province di Caserta, Napoli e Benevento. A Terzigno, uno dei paesi a più alta incidenza di tumori, cinque se ne sono già andati, gli altri tirano avanti tra chemioterapie, trattamenti farmaceutici, lunghe attese nelle anticamere degli ambulatori ospedalieri, un ricovero ogni tanto Antonio è uno dei tanti napoletani, casertani, salernitani colpiti da tumore che hanno scelto di uscire dal ghetto del silenzio e del pudore per affidare il loro dolore all'obiettivo di Diego Barsuglia, il fotografo toscano autore di un duro reportage sul martoriato territorio intorno al capoluogo campano. Si intitola "La terra desolata" e mette insieme le immagini delle vittime dello spaventoso assalto camorrista: di qua i campi, i vigneti, le colline, i ruscelli, i laghetti devastati dal pattume tossico, di là le donne e gli uomini attaccati dalla malattia. Un pugno allo stomaco. Perché tutti vedano, perché tutti sappiano. Business mafioso. Antonio, che "per 22 anni ha lavorato in discarica, ignaro della pericolosità dei rifiuti che, abusivamente, venivano conferiti nelle cave dall'avvocato Cipriano Chianese", non può urlare la sua rabbia: ha un carcinoma alle corde vocali. Chi fosse Chianese, uno di quei personaggi che da sempre tengono i contatti tra la criminalità e la politica, lo ricorda l'ultimo Rapporto Ecomafia di Legambiente attraverso la deposizione ai magistrati di quel Dario De Simone che abbiamo citato, fondamentale per il processo "Spartacus"»;

«il clan dei Casalesi è entrato nel business dei rifiuti tra il 1989 e il 1990. In quell'epoca gli imprenditori ci hanno fatto capire il business dell'immondizia, noi prima di quel giorno non sapevamo niente, non sapevamo che con i rifiuti si potevano fare tanti soldi. Ce lo spiegò l'avvocato Chianese, che, con le discariche ha guadagnato miliardi, i fratelli Bruscino, Cardiello, Iossa, tutti imprenditori che navigavano in questo ambito». «Quando noi ce ne siamo accorti», prosegue il pentito, «era un po' tardi e abbiamo cercato di recuperare il terreno perduto. In due-tre anni di lavoro hanno tirato su tanti soldi. Ci spiegarono che se in una discarica in un giorno arrivano 100 camion di immondizia, l'ultimo è pieno di soldi»;

i soldi che entravano nelle casse del clan erano pari a quasi 5 miliardi delle vecchie lire, servivano per pagare gli affiliati o gli stipendi, che arrivavano fino a 400 milioni di lire al mese. Cioè circa 400mila euro di oggi distribuiti ogni mese tra i pesci piccoli che si occupavano del lavoro più sporco. I rifiuti del Nord. (...) «Una volta capito come funzionava», si legge ancora nella deposizione dell'ex camorrista, «me ne interessai io per circa due anni e mezzo. I rifiuti arrivano dal Nord, dai depuratori toscani, da Brescia, erano fabbriche industriali di vernici, erano lavanderie industriali, le concerie, arrivava di tutto». Da Padova, Ferrara, Torino, Milano, Varese... (...) L'uomo dei Casalesi racconta come la borghesia mafiosa ha istruito la camorra nell'avviare il business dei rifiuti tossici tasso di mortalità per tumore al fegato negli uomini negli ultimi venti anni in provincia di Napoli è salito dal 22,1 per cento al 38 per cento, e in provincia di Caserta dal 22,3 per cento al 26,4 per cento», era allarmatissimo: «Questo eccesso di mortalità, che riguarda anche altre patologie cronico-degenerative, si configura come un grave problema sociale e ambientale, oltre che sanitario, di vasta dimensione e notevole gravità» -:

se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali misure ciascuno, per quanto di competenza intendano assumere a tutela della salute dei cittadini che vivono nel circondario descritto in premesso e nel capoluogo menzionato; quali criteri si intendano introdurre per contrastare i traffici selvaggi da Nord a Sud introducendo una tracciabilità del rifiuto (tossico, speciale, indifferenziato, organico, industriale) che permetterebbe di sapere il viaggio del rifiuto dalla partenza all'arrivo, ciò a tutela anche dei terreni agricoli e dell'allevamento, basti pensare alle bufale campane, animali caratterizzanti le zone del casertano. (4-18987)