ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18950

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 730 del 06/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: FAVA GIOVANNI
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 06/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 06/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18950
presentata da
GIOVANNI FAVA
giovedì 6 dicembre 2012, seduta n.730

FAVA. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:



la crisi del settore della raffinazione è stata certificata nei mesi scorsi dai sindacati, che avevano stimato come «reale e quasi imminente» il rischio di lasciare a casa tra gli 7 e i 10mila addetti di un settore che impiega, a livello nazionale, tra le 18 e le 20mila persone (40mila con l'indotto);


in Italia il comparto ha una capacità produttiva installata di oltre 100 milioni di tonnellate l'anno, quando ormai c'è mercato solo per 78-80 milioni l'anno;


compagnie petrolifere hanno già imposto stop definitivi (è il caso di Cremona, trasformata dalla libica Tamoil in un deposito) o temporanei (come Eni per Marghera, destinata ad essere trasformata nella prima raffineria «verde», o come ancora Eni per Gela, in Sicilia, i cui impianti sono stati in parte fermati);


la causa della crisi non dipende solo dai consumi in picchiata. C'è anche la concorrenza dei Paesi asiatici (il 30 per cento della produzione mondiale), che operano in condizioni di maggiore efficienza grazie a costi (soprattutto ambientali e del lavoro) molto inferiori a quelli che devono sostenere le aziende in Europa. Non a caso negli ultimi anni i profitti delle aziende che operano nel downstream (raffinazione e distribuzione) si sono ridotti del 60-90 per cento;


rumors e le voci di mercato circolate nei giorni scorsi darebbero gli ungheresi di Mol, il colosso del settore che nel luglio di cinque anni fa ha rilevato la Ies, in procinto di lasciare Mantova;


la crisi ha coinvolto anche la raffineria di Ies di Mantova: nei giorni scorsi un articolo pubblicato dal settimanale economico Il Mondo, parla di «un dossier da 500 milioni di euro» contro un prezzo pagato da Mol, nel luglio del 2007, di 800;


la raffineria Ies, situata a Mantova, ha una capacità di lavorazione di 2 milioni e 600 mila tonnellate anno di petrolio greggio, produce tutta la gamma di prodotti per autotrazione ed è specializzata nella produzione di bitume. I prodotti ottenuti dal processo di raffinazione sono destinati prevalentemente al mercato italiano;


sono altrettanto note le difficoltà che la proprietà ungherese potrebbe trovare nella fase di ricerca di un compratore disposto ad accollarsi la questione ambientale che grava sull'impianto: il verdetto della Provincia che, con la firma dell'ordinanza anti-veleni, ha addossato alla società anche la responsabilità dell'inquinamento dell'area Belleli;


il costo della messa in sicurezza e della bonifica dal surnatante, la sostanza inquinante che galleggia sopra una larga porzione di falda e che rischia di finire nei laghi e nel Mincio è stimato in decine e decine di milioni di euro -:


se il Ministro sia a conoscenza della situazione e se non intenda predisporre tutte le iniziative di competenza necessarie per approfondire l'analisi della situazione al fine di prevenire eventi che avrebbero ripercussioni gravissime in termini occupazionali ed ambientali, posto che il pesante passivo di 61 milioni di euro finiti nel 2011 a bilancio della Ies, uniti ai 430 milioni dell'aumento di capitale del luglio 2012 non consentono di prevedere un futuro roseo per un'azienda senza margini di redditività. (4-18950)