ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18947

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 730 del 06/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: SCILIPOTI DOMENICO
Gruppo: POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, INTESA POPOLARE)
Data firma: 06/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 06/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18947
presentata da
DOMENICO SCILIPOTI
giovedì 6 dicembre 2012, seduta n.730

SCILIPOTI. -
Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

l'istituto dermopatico dell'Immacolata di Roma (Idi) è uno dei più importanti centri dermatologici d'Italia e fa capo alla Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione;

l'Idi conta circa 1.500 dipendenti e centinaia di pazienti curati ogni giorno, ma, da oltre cinque mesi, i primi non ricevono lo stipendio con regolarità e la dirigenza ha difficoltà a riparare i macchinari e ad offrire ai pazienti prestazioni sanitarie efficienti;

l'Idi è un centro convenzionato con il Servizio sanitario nazionale e per questo, nel 2010 ha ricevuto dalle regioni rimborsi pari a 77 milioni di euro. Allo stesso tempo questo importante istituto per la cura delle malattie della pelle è un ente di ricerca e, ogni anno, riceve dal Ministero della Salute circa due milioni e mezzo di euro;

l'Idi accede, inoltre, al cinque per mille che annualmente oscilla tra i 150 e i 200 mila euro e, nel 2011, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha assegnato all'Istituto dermopatico romano 9 milioni di euro;

tra prestazioni private e convenzionate l'ospedale incassa ogni giorno tra i 50 e i 70 mila euro, che si aggiungono a tutto quanto sopra esposto;

tali numeri non farebbero, quindi, pensare a una difficoltà economica tale da giustificare i ritardi nei pagamenti degli stipendi e l'inefficienza delle prestazioni sanitarie, infatti dall'inchiesta mandata in onda dalla trasmissione giornalistica «Report» il 22 aprile 2012, emerge una situazione oscura nella gestione di tutto il denaro che gravita intorno all'Istituto;

sembrerebbe che gli ingenti fondi economici in entrata non siano utilizzati per migliorare e valorizzare l'ospedale, ma per altre finalità. Secondo quanto riferito nelle diverse interviste trasmesse da Report, la TAC, ad esempio, non funziona da diversi mesi, le risposte dei prelievi ematici non arrivano con la doverosa solerzia, manca il personale per eseguire le ecografie, mancano garze e cerotti, materiale sanitario più elementare;

sempre dall'inchiesta di Report è emerso, poi, che la Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione, negli ultimi anni, ha cercato di investire in numerose e variegate attività che, a lungo andare, hanno messo in crisi le sue casse e di conseguenza le strutture sanitarie che gestisce. La dettagliata inchiesta fa anche riferimento ad una fuoriuscita di denaro contante (e giornaliero) dall'Idi, necessaria - a quanto si apprende da uno dei principali esponenti della Congregazione - per le spese quotidiane dei frati della stessa;

la Congregazione, in quanto ente no profit, non è obbligata a depositare i propri bilanci alla camera di commercio, anche se dalla stessa sono nate negli anni miriadi di società, in Italia e all'estero. Società tipo holding, società a responsabilità limitata, società per azioni, ordinarie società commerciali, che lasciano il dubbio che non si abbia a che fare esattamente con un ente che svolge la propria attività non a scopo di lucro;

ad oggi, i debiti della Congregazione, tra banche e fornitori, si aggirano intorno ai 210 milioni di euro;

questi debiti derivano da una serie di particolari investimenti. Nella succitata inchiesta di Report si fa riferimento, in particolare a 300 milioni di euro spesi nel 2004, per l'acquisizione di una struttura di produzione di farmaci antitumorali (Nerviano Medical Sciences - oggi acquisita dalla regione Lombardia); al progetto di un inceneritore per lo smaltimento di rifiuti ospedalieri a Brindisi («bocciato» dalla regione Puglia); all'acquisto, dalla De Agostini, della Elea spa, una società che si occupa di formazione, attorno alla quale gravitano i più noti nomi del mondo politico italiano;

inoltre, la Congregazione ha commissionato la progettazione di un centro benessere a Villa Paola (Capranica - Viterbo), che prevedeva la trasformazione di parte della casa di cura in una spa, comprendente vasca salina, vasca oleosa, vasca aromatica cromoterapica, ed ancora un'immensa sauna, 4 piscine, 3 idromassaggi, e un centro per i massaggi ai piedi. Una struttura da 13 milioni di euro, bloccata attualmente dalla sopraintendenza, ma che costerà comunque 1 milione e 200 mila euro per la progettazione;

questi e altri ingenti investimenti, che poco hanno a che fare con la sanità, rischiano di portare al fallimento non solo l'Idi, ma anche il San Carlo di Nancy, altro importante nosocomio romano, che fa capo alla Congregazione e per il quale solo poche settimane fa, è stato lanciato un allarme da diversi consiglieri della regione Lazio; sale operatorie bloccate per mancanza di farmaci e reparto di terapia intensiva nuovo, pronto dal 2007 e con macchinari mai utilizzati, chiuso a chiave;

questa situazione appare, agli occhi dell'interrogante, gravissima, poiché lede in maniera evidente il diritto a ricevere assistenza sanitaria adeguata dei cittadini italiani -:

se non intenda, per quanto nelle proprie competenze e sulla base della grave vicenda esposta in premessa, avviare un'azione concreta, anche per il tramite del commissario ad acta per il rientro dai disavanzi sanitari della regione Lazio, al fine di verificare la disastrosa situazione dell'Istituto dermopatico italiano, nonché del San Carlo di Nancy, considerati i contributi da parte di diversi Ministeri, affinché le peculiarità sanitarie dei due nosocomi non vadano perse a causa di una gestione che appare sconsiderata del denaro disponibile;

come s'intenda operare affinché i dipendenti possano tornare a percepire i propri stipendi uscendo da una situazione che sta assumendo, ogni giorno di più, gravi connotati sociali;

se s'intenda intervenire, per quanto di competenza, affinché siano resi pubblici i bilanci della Congregazione dei Figli dell'Immacolata, al fine di accertare eventuali responsabilità della stessa nella situazione critica delle due aziende ospedaliere succitate;

quali iniziative urgenti s'intendano avviare per tutelare la salute dei numerosi cittadini che ogni giorno si recano in questi importanti e specializzati ospedali della capitale e che non riescono, per la situazione sopra descritta, a ricevere un'assistenza sanitaria adeguata. (4-18947)