ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18921

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 729 del 05/12/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/07077
Firmatari
Primo firmatario: BOBBA LUIGI
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 05/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18921
presentata da
LUIGI BOBBA
mercoledì 5 dicembre 2012, seduta n.729

BOBBA. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:


il comma 7 dell'articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, recante «Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità» recita: «Gli impianti di produzione di energia elettrica, di cui all'articolo 2, comma 1, lettere b) e c), possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici. Nell'ubicazione si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale di cui alla legge 5 marzo 2001, n. 57, articoli 7 e 8, nonché del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, articolo 14»;


la regione Piemonte con nota prot. n. 12274 del 20 settembre 2006, prevede che le province provvedano al rilascio dell'autorizzazione unica ex articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003 per la costruzione e l'esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, nonché delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili agli impianti stessi;


le biomasse, per il loro utilizzo dovrebbero essere strategiche per compensare parte della discontinuità intrinseca dell'energia solare ed eolica, piuttosto che per produrre energia di base;


se l'utilizzo di biomasse ai fini di produzione energetica è neutro dal punto di vista della produzione di CO2 e, quindi, si ascrive a pieno nei dettati del protocollo di Kyoto, può produrre tuttavia un inquinamento più subdolo che si concretizza anche nell'emissione di polveri sottili;


dal dettato legislativo si evince chiaramente che le biomasse devono essere prodotte in un raggio di azione che sia compatibile con il beneficio che se ne ottiene dal loro utilizzo, beneficio che deve essere assunto anche considerando l'impatto ambientale, industriale, occupazionale;


è in corso un proliferare di richieste di autorizzazione di impianti a biomasse di piccola, ma anche di media e grande taglia in tutto il territorio piemontese. Molte richieste riguardano impianti a distanza di pochi chilometri o anche di poche centinaia di metri l'uno dall'altro, compromettendo qualunque possibile rifornimento da filiera locale di biomassa, sia agricola che forestale, primaria o secondaria, e creando notevole preoccupazione per il rischio di emissioni inquinanti;


la mancata programmazione nei singoli territori provinciali del numero degli impianti, della loro ottimale dislocazione e di una soglia totale dell'energia prodotta, sta generando un pericoloso asservimento dei terreni agricoli per finalità squisitamente industriali, subordinando altresì la scelta e la rotazione delle culture a finalità estranee alla produzione agricola in quanto tale;


più volte negli ultimi anni da parte delle associazioni ambientali, proprio in riferimento alla regione Piemonte, è stato fatto presente che la combustione del legno crea sostanze nocive (ossidi di azoto, polveri sottili, monossido di carbonio, idrocarburi policiclici, nichel, diossina, acido cloridrico, eccetera) in quantità maggiore di altri combustibili ed è un fattore di cui tener conto, ma il danno ambientale connesso all'utilizzo del legname per produrre energia è primariamente in rapporto all'alterazione e distruzione degli ecosistemi forestali. I turni dei trattamenti forestali, ossia i periodi trascorsi i quali si può tagliare, non consentono agli alberi di esplicare che marginalmente le loro funzioni ecologiche;


i certificati verdi, che ancora oggi non hanno una tracciabilità, vengono rilasciati per alimentare e sostenere la produzione di energie rinnovabili e rendono molto appetibile l'attuazione di queste centrali, senza che venga sempre adeguatamente valutato l'impatto ambientale, che ne consegue;


spesso le numerose richieste di realizzazione di impianti vengono poste in essere dai medesimi soggetti, a scapito dei piccoli proprietari terrieri e delle popolazioni locali;


è evidente il negativo impatto legato alla sostituzione di culture ad uso alimentare con culture ad uso energetico, con conseguente incremento dei prezzi dei terreni agricoli sia per l'acquisto che per l'affitto;


la distorsione del mercato causata dai certificati verdi genera costi a carico di tutti i cittadini che da un lato pagano gli investimenti per le centrali con le loro bollette elettriche e dall'altro subiscono gli aumenti del valore dei terreni agricoli e dei prodotti che vi si coltivano;


nel vercellese sussiste una proliferazione di impianti che nulla hanno a che fare con la valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali né tantomeno con la tutela della biodiversità;


il progetto di realizzazione della centrale a biogas di Cigliano, in provincia di Vercelli, dopo tre sedute della conferenza dei servizi, è oggetto di valutazione del servizio per la concertazione amministrativa e il monitoraggio in materia di territorio, dipartimento per il coordinamento amministrativo, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri;


nell'ultima seduta della conferenza dei servizi, del 3 aprile 2012, come da verbale, la ASL di Vercelli, dipartimento igiene pubblica, ha esposto posizione non favorevole in quanto dagli atti presentati non vi è certezza della sicurezza della salute pubblica, soprattutto per ciò che concerne la diffusione di ossidi di azoto;


lo stesso comune di Cigliano, facendo propria la volontà dei cittadini, in tutte e tre le sedi della conferenza dei servizi ha ugualmente espresso parere contrario, come da motivazioni geofisiche e di salute pubblica, riportate nei verbali;


nel mese di aprile di quest'anno, gli esponenti del comitato «Tutela del territorio di Cigliano» contrari alla realizzazione della centrale hanno consegnato al presidente della provincia di Vercelli, Carlo Riva Vercellotti, un documento di dissenso al progetto firmata da 1300 cittadini;


Fiper, Anci, Cia, Coldiretti, Aiel, Itabia, Legambiente e Uncem hanno sottoscritto un breve documento programmatico che intende favorire lo sviluppo delle bioenergie agricole proprio nell'ambito del piano di azione nazionale;


tale documento chiede al Governo italiano di definire, insieme agli obiettivi quantitativi, un quadro coerente di criteri di priorità e di incentivi per le biomasse «che da una parte dia certezze agli operatori e agli agricoltori sugli investimenti da qui al 2020 e che dall'altra premi realmente la produzione agricola e l'efficienza energetica delle filiere»;


a tale scopo, le organizzazioni firmatarie del documento hanno chiesto che i criteri di calcolo della quota di produzione di energia da biomasse che ogni regione dovrà garantire per il rispetto degli obiettivi nazionali (cosiddetta burden sharing) siano basati sulle potenzialità effettive e le vocazioni agricole dei diversi territori, sia in termini di colture dedicate che di residui agroindustriali, zootecnici e forestali -:


se non si ritenga urgente e doveroso porre in essere le dovute iniziative per modificare e interpretare le citate norme al fine di adottare il principio di precauzione per la salute pubblica, evitare che diatribe come quella in premessa congestionino il servizio per la concertazione amministrativa e, soprattutto, rispettare la volontà dei cittadini, espressa in maniera palese. (4-18921)