ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18898

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 729 del 05/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/12/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 05/12/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 05/12/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 05/12/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 05/12/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 05/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 05/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18898
presentata da
RITA BERNARDINI
mercoledì 5 dicembre 2012, seduta n.729

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

il 16 novembre 2012 la prima firmataria del presente atto è tornata a visitare il carcere di Milano-Opera accompagnata dagli esponenti radicali milanesi Lucio Bertè, Andrea Andreoli e Leonardo Monaco;

a seguito della precedente visita, effettuata l'11 aprile 2011, l'interrogante aveva presentato l'interrogazione a risposta scritta n. 4-11638 poi trasformata in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-04747;

rispetto ad allora, la situazione risulta così mutata:

i detenuti presenti sono 1.230 di cui 78 al 41-bis e 354 in alta sicurezza (l'11 aprile 2011 erano 1.242 detenuti maschi di cui 90 in regime di 41-bis e 400 in alta sicurezza); la capienza regolamentare del carcere di Opera è di 857 posti, così suddivisa fra le varie sezioni:

circondariale ordinaria 50 posti a fronte di 97 presenze;

1a accoglienza, 9 posti a fronte di 0 presenze;

reclusione-infermeria, 28 posti a fronte di 35 presenze;

reclusione isolamento, 8 posti a fronte di 0 presenze;

reclusione-ordinaria, 250 posti a fronte di 471 presenze;

transito, 20 posti a fronte di 17 presenze;

alta sicurezza 1, 50 posti a fronte di 43 presenze;

alta sicurezza 3, 175 posti a fronte di 311 presenze;

articolo 41-bis, 87 posti a fronte di 78 presenze;

collaboratori di giustizia, 3 posti a fronte di 3 presenze;

semiliberi/detenuti, 102 posti a fronte di 39 presenze;

protetti/promiscua, 75 posti a fronte 42 presenze;

protetti-riprovazione sociale, 0 posti disponibili (sezione non funzionante) 84 presenze;

protetti/forze dell'ordine, 0 posti disponibili (sezione non funzionante, 10 presenze;

secondo i dati forniti la capienza regolamentare dell'istituto ammonta a 857 posti (l'11 aprile 2011 erano 973); secondo il direttore - dottor Giacinto Siciliano che ha accompagnato anche questa volta la delegazione nella visita - le celle costruite originariamente per un solo detenuto ne ospitano in realtà due; gli ergastolani che si trovano in cella doppia, contrariamente a quanto riscontrato nella visita dell'11 aprile 2011, hanno tutti accettato questa sistemazione, preferendo non rimanere da soli in cella;

quanto alla polizia penitenziaria, permane la situazione di deficit di organico e di stress lavorativo del personale anche se è leggermente migliorata rispetto alla precedente visita dell'11 aprile 2011; la situazione si presenta così: organico previsto 762; organico amministrato 721; personale presente 619 (al netto di provvedimenti di distacco in entrata ed in uscita); personale assegnato al NTP (nucleo traduzioni e piantonamenti) 92; dal 30 aprile 2011 al 30 novembre 2012, assegnazione di 95 unità di personale e n. 77 tra distacchi/cessati; dopo la precedente interrogazione sono stati assegnate 60 unità e trasferite altrettante. L'istituto ha registrato un piccolo incremento dal momento che alcuni trasferiti erano già da tempo distaccati in altra sede e pertanto non disponibili; inoltre sono appena pervenuti altri 20 trasferimenti in uscita (da gennaio) e se ne prevedono altri nel ruolo degli ispettori e dei sovrintendenti: per i primi, il direttore auspica un bilanciamento con le prossime assegnazioni;

quanto alle possibilità di lavoro dei detenuti, attualmente in 369 sono impiegati alle dipendenze dell'amministrazione (149 stranieri), di cui 343 a turnazione in servizi interni al carcere e 12 all'esterno nella misura dell'articolo 21 ordinamento penitenziario; i detenuti lavoranti alle dipendenze di ditte esterne sono 60 (il forte calo - dimezzamento rispetto all'aprile del 2011 - è collegato al mancato finanziamento della legge Smuraglia ed alla chiusura temporanea di panificio e gelateria che a breve, secondo quanto riferisce il direttore, dovrebbero ripartire unitamente ad altri laboratori in fase di allestimento: corso di oreficeria che si prevede occuperà 10 detenuti dell'alta sicurezza, mentre altri 10 detenuti saranno impegnati nella produzione di cravatte artigianali; altre attività sono volte alla produzione di lampade e oggetti di design;

il carcere di Opera è dotato di un centro diagnostico terapeutico e, per questo motivo, vi affluiscono detenuti provenienti da ogni parte d'Italia anche in forza della fama in positivo del sistema sanitario lombardo; ciò determina continue movimentazioni per le traduzioni che devono essere effettuate sia per le udienze dei detenuti in altre città distanti anche centinaia di chilometri, sia per i necessari e numerosissimi spostamenti per ricoveri e accertamenti clinici; in questa fase, considerato che il CDT segue stabilmente circa 600 casi, appare necessario un alleggerimento delle situazioni di difficile gestione soprattutto dal punto di vista sanitario che assorbono molte risorse e non consentono un intervento adeguato alle effettive esigenze;

secondo i dati aggiornati ad ottobre 2012, risultavano circa 600 detenuti visitati dai consulenti psichiatri e, per 350 di loro, sono state formulate le seguenti diagnosi: disturbi di personalità, 110 casi (erano 89 a maggio scorso); disturbi d'ansia, 92 casi (erano 76 a maggio scorso); disturbi dell'umore, 70 (erano 60 a maggio scorso); disturbi dell'adattamento, 65 (erano 44 a maggio scorso);

psicosi, 23 (erano 12 a maggio 2012); altre diagnosi, 21 (erano 18 a maggio 2012); difficilmente quantificabile secondo i dati riferiti sono i pazienti con pregresso abuso di sostanze;

quanto ai detenuti beneficiari della legge 199 del 2010, nell'anno 2012 e fino alla data della visita, sono stati solo 20 su oltre 100 richieste;

nella interrogazione dell'11 aprile del 2011 si parlava dell'«l'imminente apertura del centro per minorati fisici di Busto Arsizio» che avrebbe - almeno in parte - contribuito ad affrontare i problemi del settore della fisioterapia e riabilitazione del carcere di Opera; le notizie riferite dal direttore Siciliano danno per superate (anche in regione) le difficoltà che hanno impedito l'apertura del centro disabili in questione, per cui l'apertura, questa volta, dovrebbe essere veramente prossima;

al momento, per la fisiokinesiterapia, la situazione è stazionaria rispetto ai tempi di attesa; dovrebbe essere emanato un bando di concorso da parte azienda ospedaliera SAN PAOLO per l'inserimento a tempo pieno nel carcere di Opera di un altro fisioterapista il cui arrivo dovrebbe consentire un'evidente miglioramento della situazione; comunque, anche con questo rafforzamento, la necessità è ridurre i numeri: ad oggi sono 44 i soggetti disabili in carrozzina presenti in istituto: oggettivamente troppi;

alcuni detenuti del reparto infermeria hanno rappresentato la forte incidenza di TBC tra gli ospiti; vero è che l'amministrazione ha effettivamente sottoposto la popolazione penitenziaria al test Mantoux;

altri detenuti hanno fatto presente la difficoltà ad ottenere le protesi: un detenuto, per esempio, ha riferito di avere avuto la prescrizione a Piacenza, ma una volta trasferito in Lombardia se l'è vista rifiutare perché sembrerebbe che le ASL non sia autorizzata a fornirle;

permangono grosse difficoltà nella manutenzione degli automezzi, nelle forniture ai detenuti, nella gestione utenze; in ogni caso, grazie al lavoro dei detenuti, è stato possibile intraprendere tutta una serie di attività di manutenzione e sostituzione quali la ristrutturazione delle docce del 11o reparto che ha impiegato 4 detenuti, la rimbiancatura della sezione accoglienza che ha impegnato 10 detenuti e la ristrutturazione dell'area colloqui che ne ha impiegati 3; recentemente è avvenuta la sostituzione dei materassi del CDT, dell'infermeria del II reparto e di quella del reparto AS, per un totale di 250 pezzi ma, per ristabilire un minimo di decenza ne occorrerebbero almeno mille; comunque, dopo anni di polemiche sul mancato rispetto delle date di scadenza dei materassi, si segnala che sui materassi di nuova fornitura non è più riportata alcuna data di scadenza;

quanto alla visita effettuata dalla delegazione alle sezioni detentive, si rappresenta che il CDT ospita 66 detenuti, su due piani: il primo destinato ai detenuti in alta sicurezza e protetti, il secondo ai detenuti comuni;

un anno fa è stata istituita presso il carcere di Opera la cosiddetta «sezione K» destinata ad un ridotto numero di indagati sottoposti a regime di custodia cautelare; i detenuti di questa sezione subiscono particolari restrizioni pervia della loro condizione: non possono avere contatti con altri detenuti, non possono effettuare telefonate se non previa esplicita autorizzazione della autorità giudiziaria e, in alcuni casi, sono guardati a vista;

i due reparti principali dell'istituto sono edifici da 4 piani, con 3 sezioni per piano; ogni sezione contiene 25 celle, oltre ad una sala di socialità ed altre strutture accessorie; la delegazione visita il primo piano del II reparto, in cui si trovano due sezioni Infermeria ed, una di «accoglienza»; nelle due sezioni Infermeria, al momento della visita, le celle erano aperte, in forza della recente circolare del DAP applicata in via sperimentale;

secondo il direttore dell'istituto il «regime aperto» viene applicato al 50 per cento dei detenuti nei reparti principali; in particolare, su due piani del II reparto reclusione (per un totale di 300 detenuti) e in una sezione AS (150 detenuti) è applicato il regime aperto tutto il giorno; nelle sezioni chiuse i detenuti escono dalle 9 alle 11 e dalle 13 alle 15, più altre due ore di socialità; le due sezioni infermeria (II reparto, primo piano) non hanno un vero e proprio regime aperto, ma è stata fatta una sperimentazione di apertura dalle 13 alle 19 nei mesi estivi; tale sperimentazione è stata ripresa agli inizi di novembre, ma i detenuti sostengono che i veri orari di apertura prevedono le celle aperte dalle 16.30 alle 19.00; infine, questi dati andrebbero confrontati con quanto sostenuto dall'ultimo rapporto di Antigone (settembre 2012) dove si sostiene che in tutto il carcere vige il regime a celle chiuse, ad eccezione dei due reparti riservati ai lavoranti e che in alcuni reparti per i detenuti comuni c'è la possibilità di accedere a sale comuni per attività ricreative dalle 9 alle 11 e dalle 18 alle 19;

quanto ai detenuti incontrati si segnalano i seguenti casi:

L.M., HIV positivo che rifiuta le cure; già dichiarato incompatibile con regime carcerario quindi posto a domiciliari, afferma di essere in cella con detenuto affetto da TBC;
M. A., afferma di essere stato condannato a morte in Egitto; ha solo 4 incisivi e dice di non riuscire ad ottenere una dentiera;

M.M., talassemico, 40 anni, riceve trasfusioni in carcere; è preoccupato perché in carcere non ci sono strutture adeguate a trattare eventuali eventi critici durante o dopo la trasfusione;

H.L. e G.B. tedesco il primo, italiano ma con famiglia in Germania il secondo, segnalano di non riuscire a farsi approvare le richieste di telefonare ai parenti in Germania;

F.l., necessita di un'operazione di sostituzione della protesi d'anca che, a suo dire, non viene eseguita a Milano perché i medici non ritengono che Opera sia struttura adatta per la riabilitazione;

G. F. (II reparto, infermeria), ha subito un trapianto di fegato ed è quindi immunodepresso pervia dei farmaci antirigetto; per questo motivo afferma di non essere compatibile con la detenzione in carcere come risulterebbe dai referti medici in suo possesso;

P.F. (II reparto, infermeria), ha subito un trapianto cardiaco e, come nel caso precedente, sostiene di non essere compatibile con la detenzione in carcere;

M.T. trova ad Opera da poco tempo essendovi stato trasferito dal carcere di Marassi; ha avanzato richiesta di essere spostato a Roma a Rebibbia o Regina Coeli, visto che manca poco alla sua liberazione che avverrà nell'agosto del 2013;

M.T., schizofrenico, ha fatto richiesta di trasferimento in Toscana, visto che da due anni non fa colloqui;

P.P., è affetto da gravi patologie e ha il suo fine pena molto lontano (tra 10 anni); ha fatto richiesta di essere trasferito vicino ai figli (e nipoti) e alla moglie malata, ma la sua domanda è stata rigettata per sovraffollamento degli istituti di destinazione;

V.N., detenuto AS ha il figlio detenuto (comune) a Parma che in cinque anni ha potuto vedere solo una volta; ha avanzato richiesta al Magistrato di Sorveglianza per poterlo incontrare almeno ogni 4/5 mesi;

A.S., dice che sono due anni e mezzo che non vede la figlia di 6 anni e che le assistenti sociali non gli hanno mai risposto;
A.P., cardiopatico che soffre di apnee notturne, dice che a San Vittore c'erano le «macchinette» per affrontarle che ad Opera non ci sono; afferma inoltre di avere due ricoveri urgenti in ospedale che da 4 mesi aspetta che siano effettuati;

R.R., sieropositivo, il 5 settembre 2012 ha presentato un'istanza di trasferimento in un qualsiasi carcere della Campania per poter fare i colloqui con i genitori che non hanno denaro per andarlo a trovare e da due anni non fa colloqui;

G.S. racconta che nel 2009 era stato finalmente assegnato al Carcere di Augusta dove poteva vedere i suoi familiari, ma il 20 settembre scorso lo hanno rimandato ad Opera sospendendo, fra l'altro, una cura per le neuropatie che nel carcere milanese non sono in grado di prestare; colloqui non ne fa;

M.S., di 58 anni, dice di aver fatto richiesta di trasferimento a Roma dove ha moglie e 3 figli di cui una minorenne;

M.G., fa presente di aver presentato tre domandine per essere trasferito dove ha moglie e due figlie, oltre alla madre anziana; ad Opera è visitato solo saltuariamente dal fratello;

H.F., 30 anni, ha la famiglia a La Spezia dove per due volte ha chiesto di essere trasferito vedendosi rigettare le istanze; a La Spezia ha un figlio di quasi sei anni; H.F. deve espiare ancora 4 anni avendone scontati 6;

G.B.F., lo troviamo a letto, ha 60 anni, deambula pochissimo ed è invalido al 100 per cento con danni alle vertebre e al midollo per un incidente stradale; vedovo da poco tempo, gli mancano 5 anni al fine pena;
C.P., albanese, fa presente di avere una protesi inadeguata che gli fa perdere sangue dalla ferita; è convinto che non gliela sostituiscano perché è straniero;

A.C. di 65 anni è senza denti da un anno e, pertanto, mangia solo cibi liquidi; è dimagrito di 5 chili; quando stava nel carcere di Ferrara, prima di essere trasferito a causa del terremoto, era riuscito ad avere il finanziamento per acquistare la protesi ma lo ha perso perché spostato in un'altra regione;

C.T., lamenta un dolore fortissimo ai tendini che viene curato con il Voltaren; sostiene di non migliorare, tanto che un braccio non può quasi più muoverlo mentre l'altro sta peggiorando;

anche R.M., che ha il fine pena fra circa 5 anni, ha chiesto di poter essere trasferito a Roma, dove vive la famiglia -:

quali interventi si ritenga di dover intraprendere per superare le disfunzioni descritte in premessa;

se si ritiene di dover diminuire l'eccessivo afflusso da tutta Italia di detenuti-pazienti (stabilmente 500) che, secondo il direttore, «non consentono un intervento adeguato alle effettive esigenze»;

se corrisponda al vero l'imminente apertura della struttura di Busto Arsizio in grado di accogliere detenuti con gravi difficoltà motorie;

se si intenda diminuire il numero di disabili in carrozzina presenti presso il carcere di Opera e se risulti confermata la notizia secondo la quale sia stato emanato un bando di concorso da parte azienda ospedaliera SAN PAOLO per l'inserimento a tempo pieno nel carcere di Opera di un altro fisioterapista;

quali sono i risultati dello screening sull'incidenza della TBC fra la popolazione detenuta e quali precauzioni siano state eventualmente adottate per contrastarne la diffusione;

se risulti al Governo il fatto che la Asl non fornisca le protesi ai detenuti invalidi;

se si intenda avviare a soluzione la permanente situazione di deficit di organico del personale della polizia penitenziaria;

se si intenda potenziare e favorire il lavoro qualificato e qualificante dei detenuti alle dipendenze di ditte esterne, attraverso il rifinanziamento della Legge Smuraglia;

cosa si intenda fare di fronte al permanere delle difficoltà nella manutenzione degli automezzi, nelle forniture ai detenuti, nella gestione utenze;

se si intenda intervenire per completare la fornitura dei materassi scaduti da tempo e quale sia la ragione per la quale i nuovi materassi forniti al CDT non abbiano più la data di scadenza;

in che modo si intenda intervenire per i tanti detenuti che vivono fuori della regione di residenza e che sono costretti a diradare se non addirittura annullare i colloqui con i loro familiari e spesso con i figli minori;

cosa si intenda fare per i singoli casi descritti in premessa.(4-18898)