BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa il 3 dicembre 2012, l'assistenza medica ed infermieristica sarebbe preclusa, nelle ore notturne, agli oltre 300 detenuti e alle decine di agenti di Polizia penitenziaria del carcere di Rieti;
la denuncia proviene dal garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, secondo il quale, «è già successo che, in casi di necessità e di urgenza, gli agenti e gli operatori del carcere di Rieti siano stati costretti a ricorrere alla guardia medica del capoluogo reatino o, nelle situazioni più gravi, al 118. Ma, questo, è un sistema di emergenza che non può funzionare, visto che nei casi di necessità ogni minuto è essenziale per salvare la vita di una persona»;
la mancanza dell'assistenza notturna è da addebitarsi alle carenze di personale e di risorse finanziarie. Infatti, dopo il passaggio della sanità penitenziaria dal Ministero di giustizia al servizio sanitario nazionale e, da questo, alle Asl, a Rieti è stato trasferito personale sufficiente alla copertura di un bacino di detenuti pari appena a 150 unità, quindi del tutto inadatto ai livelli di presenze attuali;
attualmente nel carcere di Rieti c'è un medico incaricato dalle 8 alle 11, poi c'è un medico sostituto ex Siais che tutti i giorni, tranne il mercoledì, svolge la sua attività dalle 11 alle 14 ed il sabato e la domenica dalle 8 alle 14. Si registra un turno di guardia medica dalle 14 alle 20. Il personale infermieristico è presente dalle 7 alle 21;
la Asl ha richiesto, con diverse note alla regione, la concessione di deroghe per l'assunzione di figure professionali necessarie a garantire l'assistenza ai detenuti. Alla Regione è stato anche segnalato che, per non incorrere in problemi di responsabilità penale, sarebbe necessario assumere - anche a tempo determinato di almeno 1 anno - 6 dirigenti medici, uno psicologo, 7 infermieri, 2 tecnici di radiologia e un assistente sociale. Su questo punto, però, la Asl è frenata dal piano di rientro del debito sanitario imposto alla Regione Lazio -:
in che modo attualmente venga garantita l'assistenza sanitaria ai detenuti reclusi all'interno del carcere di Rieti con particolare riferimento all'assistenza notturna;
se ed in quali circostanze in passato gli agenti e gli operatori del carcere di Rieti siano stati costretti a ricorrere alla guardia medica del capoluogo reatino o al 118;
quali provvedimenti urgenti intendano adottare, negli ambiti di rispettiva competenza, affinché possano presto essere assicurati i livelli essenziali di assistenza nel Lazio individuando anche per il tramite del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal deficit sanitario modalità per consentire l'assunzione - anche con contratti a tempo determinato di un anno - delle figure professionali necessarie a garantire l'assistenza sanitaria ai detenuti del carcere di Rieti, in particolare i sei dirigenti medici, lo psicologo, i sette infermieri, i due tecnici di radiologia e l'assistente sociale richiesti dalla Asl alla Regione Lazio. (4-18865)